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Theros: Oltre la Morte: 10+1 easter egg mitologici

Theros: Oltre la Morte, la più recente espansione di Magic: The Gathering, segna il grande ritorno ad uno dei piani di esistenza che più direttamente si sono ispirati al mondo reale. Stiamo parlando di Theros, un mondo che, sia in quanto a personaggi, luoghi e mostri, che in quanto a tematiche e atmosfera, ricalca da molto vicino l’universo della mitica Grecia antica. Oggi è la prima giornata di prerelease, la prima occasione per i giocatori di mettere fisicamente le mani sulle carte di Theros: Oltre la Morte (e di giocarci su Magic Arena!), e come abbiamo fatto per la precedente espansione, Il Trono di Eldraine, abbiamo raccolto alcuni fra i moltissimi riferimenti alla mitologia greca disseminati fra le carte dell’espansione!

theros: oltre la morte

Theros: Oltre la Morte è ambientato in un mondo fatto di storie epiche, in cui valorosi eroi incarnano l’apice della perfezione umana, incontrano in battaglia mostruose idre, minotauri, arpie e giganti o consacrano l’intera loro vita all’arte e alla filosofia. Theros è anche un mondo di miti, di leggende e di dei: dei che camminano sul piano e intervengono con estrema facilità e leggerezza nelle faccende dei mortali. L’ultima volta che abbiamo visitato Theros la storia riguardava proprio uno di questi dei, Heliod, il Dio del sole, e l’inganno terribile che aveva operato ai danni della sua campionessa Elspeth. Questa storia appropriatamente tragica si è conclusa con la morte di Elspeth e il suo confino nella versione therossiana dell’Ade. Theros: Oltre la Morte onora la millenaria tradizione della mitologia greca in cui l’eroe sconfigge anche la morte, facendo evadere Elspeth dall’oltretomba e lanciandola su un terribile sentiero di vendetta. Le carte dell’espansione sono pienissime di riferimenti al mondo della mitologia e della storia antica della Grecia: ne abbiamo scelte 10 (+1), eccovele!

Labirinti e Minotauri

Fra i miti greci, uno dei più celebri è senz’altro quello del Minotauro nel labirinto. In breve, Minosse, il re di Creta, aveva la necessità di rinchiudere in un luogo inaccessibile la progenie della moglie Pasifae con…un toro. 

Il pargoletto, naturalmente, era nato mostruoso: un atroce miscuglio di uomo e toro, un minotauro affamato di carne umana. Per la bisogna Minosse contattò il grande architetto Dedalo, che costruì per lui un intricato labirinto, al centro del quale venne celato il mostruoso nipote del re. Theros ha una sua personale versione del labirinto di Cnosso: si tratta delle gallerie intricatissime che celano Skofos, la polis della popolazione dei minotauri del piano, agli occhi degli uomini. Sul piano di Theros abitano molti minotauri, ma uno in particolare è un chiaro riferimento al mito: stiamo parlando del Guardiano del Dedalo di Skofos, che guarda caso ha l’abilità di lottare contro una creatura che si è persa nel Dedalo stesso! Il design “top-down” di questa accoppiata di carte è solo il primo esempio di una serie di colpi da maestro per quanto riguarda il flavor di questa riuscitissima espansione!

Bello, bello in modo assurdo

Narciso era un cacciatore, figlio di una ninfa e di un dio. Questo gli donava una bellezza ultraterrena a cui nessuno, letteralmente, sapeva resistere. Tali e tanti erano i suoi spasimanti, che il giovane reagiva alle profferte di ognuno di loro in modo sempre più sdegnoso. L’apice di tale…narcisismo si raggiunse quando Narciso scacciò uno dei suoi giovani, adoranti innamorati regalandogli una spada con cui porre fine alle proprie sofferenze. Aminia, questo il nome del ragazzo, raccolse la spada e obbedì, uccidendosi davanti alla casa di Narciso. Con le ultime sue stille di vita Aminia scagliò una maledizione in nome degli dei, i quali accolsero l’accorata invocazione e fecero in modo che Narciso vedesse la sua stessa immagine, riflessa in un ruscello. Da quel giorno Narciso si innamorò di se stesso, della sua immagine riflessa, e sperimentò quindi quello stesso struggimento senza speranza che aveva finora inflitto agli altri: sapendo che non avrebbe mai potuto soddisfare il suo desiderio, Narciso si lasciò morire. Anche in Theros: Oltre la Morte possiamo trovare uno sfortunato personaggio innamorato della propria immagine: è Alirios, Estasiato. Entrando sul campo, Alirios creerà una pedina che è un Riflesso…e rimarrà tappato, cioè inutilizzabile, finché il Riflesso rimane sul campo, senza poter attaccare nè bloccare. D’altronde, come si legge nel testo di colore, “Perchè mai dovrei voler distogliere lo sguardo?” 

Il guardiano dei morti

Un altro protagonista della mitologia greca riportato in vita (capite? in vita? ha-ha-ha) da Theros: Oltre la Morte è il simpatico cagnolone di Ade, Cerbero.

Cerbero è il protagonista della dodicesima fatica di Ercole, l’ultima: l’eroe doveva sconfiggere e catturare l’enorme mastino che stava a guardia degli Inferi. Le tre teste di Cerbero rappresentavano il tempo: passato, presente e futuro. Sconfiggendolo, Ercole dimostrava che il proprio eroismo era anche più potente del tempo stesso. Sul piano di Theros, il corrispettivo di Cerbero si chiama Kunoros, e come vuole il suo ruolo, è estremamente efficace nel trattenere le creature morte là dove devono stare: nel cimitero del proprietario. Il corrispettivo therossiano del dio Ade è Erebos, il dio dei morti; Kunoros, però, è il “segugio di Atreo”, che invece è il dio del passaggio, il Caronte del piano. In ogni caso, lo scopo di Kunoros/Cerbero è il medesimo: evitare che i morti evadano dall’oltretomba!

Uno sguardo penetrante

Theros: Oltre la Morte è un’espansione piena zeppa di riferimenti a creature mitologiche. Il minotauro di Cnosso ha dato l’ispirazione per l’intera razza e civiltà dei minotauri del piano, i pegasi sono numerosi nei cieli delle città, e anche le gorgoni sono una visione (visione, capite? ha-ha-ha) piuttosto comune fra gli avventurieri di Theros. Non c’è, quindi, un riferimento specifico al personaggio di Medusa, se non che tutte le gorgoni del piano hanno l’abilità tocco letale, che svolge un’ottima funzione di rappresentazione dello sguardo pietrificante del mostro. Ogni creatura che “guarda”, cioè combatte, contro una gorgone semplicemente viene distrutta, a prescindere dalla sua potenza. Theros: Oltre la Morte, però, ci ha graziati con un riferimento preciso al mito di Medusa e di Perseo: un equipaggiamento che rappresenta lo scudo con cui l’eroe ha tratto in inganno la gorgone, così lucido da essere a tutti gli effetti uno specchio. Così come Medusa, vedendosi riflessa, subì l’effetto del suo stesso potere, così anche la carta fa succedere la stessa cosa: in termini di gioco, una creatura equipaggiata con questo scudo distrugge ogni creatura con tocco letale con cui combatte, prevenendo al contempo la propria morte. Non c’è che dire, un altro dei molti flavor win dell’espansione!

Guerre epiche

Non soltanto la mitologia greca, ma anche la storia, quella vera, è costellata di episodi di guerra fra nemici irriducibili, dimostrazioni di valore ed eroi straordinari che si sono coperti di gloria.

Le imprese dei greci nelle guerre con l’Impero Persiano, ad esempio, apparivano leggendarie anche ai contemporanei, che erano ben consapevoli delle conseguenze inenarrabili che avrebbero dovuto affrontare se fossero stati sconfitti. Alessandro appariva come una figura mitica, dai contorni quasi trascendenti, anche agli occhi dei suoi stessi compagni, che ne seguivano il carisma infinito. E, risalendo i secoli, l’ultima, grande guerra del popolo miceneo, quella di Troia, è stata talmente epocale da essere sopravvissuta all'”epoca buia” in cui in Grecia si perse la conoscenza della scrittura. Ciò che sappiamo di quegli avvenimenti deriva in buona parte dall’epica omerica, ma fatta la tara dei dettagli mitici è certo che si sia trattato di un momento drammatico per l’intera civiltà micenea. Theros: Oltre la Morte omaggia quel momento con una saga, un particolare tipo di carta che rappresenta, appunto, un racconto leggendario. Non si tratta di Troia, ma di Akros, la polis che è ispirata a Sparta. Nei tre “capitoli” della saga potremo dapprima prendere il controllo di una creatura avversaria (rievocando il rapimento di Elena), poi costringeremo le restanti creature avversarie ad attaccarci (provocando cioè la reazione degli Achei), e infine ogni creatura tappata infliggerà a se stessa un danno pari alla propria forza (mostrando le devastanti conseguenze della guerra). Le saghe sono un tipo di carta che ci piace molto, soprattutto quando raccontano delle storie, come in questo caso.

Un tallone sfuggente

Rimaniamo in tema di guerra, e rimaniamo nel novero dei riferimenti all’Iliade, parlando questa volta di guerrieri. Un personaggio nuovo del piano, introdotto in Theros: Oltre la Morte è Aktos, detto il “Senza Cicatrici”. La sua straordinaria resistenza è testimoniata dal suo testo di colore, che recita: “Molti hanno cercato il mio punto debole. Tutti hanno fallito.” Meccanicamente, è una creatura molto forte ma paradossalmente molto poco resistente, un 6/1. Compensa questa apparente debolezza con un’abilità portentosa: Aktos è protetto da tutto, tranne dalle carte con uno specifico costo, che viene scelto casualmente quando entra in campo. Si tratta di una geniale riproduzione del “tallone” di un certo Achille, che pure era un guerriero impetuoso e devastante con un unico, specifico punto debole. Achille era un semidio, e l’intero suo corpo era indistruttibile…fatta eccezione per il suo tallone destro, l’unico angolino di corpo mortale. Così come ci volle l’influenza di Apollo perché Achille potesse essere ucciso, così i vostri avversari dovranno pregare di avere precisamente la rimozione giusta per potersi sbarazzare di Aktos…o si ritroveranno parecchio malmenati dalla versione therossiana del pelide.

Il destino degli uomini mediocri

Theros: Oltre la Morte non finisce di stupirci. In uno dei riferimenti più criptici, oscuri e sofisticati dell’intera espansione, la carta Apatia Terrificante ci mostra una scalinata ai piedi di un grande edificio di quello che sembra marmo bianco; su questa scalinata degli uomini derelitti ed esausti giacciono preda del loro sconforto, apparentemente sconfinato. Il testo di colore fa chiarezza sull’identità di costoro e sul luogo che vediamo: “Coloro che in vita furono mediocri sono condannati al miserabile tedio di Fylias nella morte.” 

Fylias non è menzionato in alcuna altra carta, ma il riferimento è chiaro: stiamo parlando di una delle regioni dell’Ade citata da Omero nell’Odissea, ovvero i Prati di asfodelo. A dispetto del nome bucolico, i Prati sono una distesa brulla, oscura e senza vita, ben lontano dall’idillio dei Campi Elisi: essi sono infatti la destinazione finale per tutti coloro che hanno vissuto delle vite senza significato, nella mediocrità, ed hanno quindi delle anime ordinarie, indegne dei Campi Elisi ma nemmeno meritevoli dell’eterna punizione dell’Ade. Successivamente, autori venuti dopo Omero trasformeranno la natura dei Prati di asfodelo in qualcosa di meno terribile e più pacifico, una landa serena dove trascorrere una tranquilla vita eterna.

Ciò che rende questo riferimento ancora più gustoso è che una delle carte più famose della originale espansione di Theros è il Mercante Grigio di Asfodelo: il riferimento al bianco fiore rende il vecchio Gary ancora più intrigante!

La voce degli Dei

Un aspetto di vitale importanza per la cultura e la religione della Grecia antica riguarda la divinazione, cioè l’arte di interpretare il volere degli Dei. Delfi ospitava il più rinomato ed importante santuario dedicato ad Apollo, e la sacerdotessa principale, la Pizia, aveva la responsabilità di ricevere e divulgare la voce e la volontà del suo dio. Certo, non si trattava di messaggi “in chiaro”, tutt’altro: frasi criptiche, oscuri indovinelli, segreti celati in sussurri a mezza bocca, tali erano gli oracoli, i messaggi degli dei. Il più celebre di questi oracoli fu quello pronunciato nel 480 a.C. in occasione dell’invasione della Grecia operata da re Serse di Persia: alla domanda “come vinceremo?” la Pizia rispose “un muro di legno vi salverà”, indecifrabile messaggio che lo stratega di Atene, Temistocle, interpretò a suo modo, costruendo una grande flotta di navi. Tale intuizione fu provvidenziale, perché valse alle poleis elleniche la vittoria, ma di certo non si può dire che fosse più di una mezza verità. Theros: Oltre la Morte ha trasformato la Pizia in una figura molto più inquietante, dai tratti minacciosi: Atris, Oracolo delle Mezze Verità. Giocarlo vi metterà di fronte ad una scelta, e starà a voi sperare di aver interpretato il volere degli dei (o il bluff del vostro avversario) nel modo migliore.

Di leoni e di criniere

Abbiamo in precedenza visto un riferimento all’ultima fatica di Ercole, la cattura di Cerbero. La prossima carta, invece, ci propone un riferimento alla prima di queste imprese, ossia la caccia e uccisione del Leone di Nemea. Nella leggenda, esso era un enorme leone che viveva vicino alla città di Nemea, e che ne terrorizzava la popolazione. Il leone nemeo era solito rapire le donne della città ed utilizzarle come esche per attirare presunti eroi ed avventurieri nella sua tana, attaccarli e infine sbranarli. Fu però trovato da Ercole, chiamato a dimostrare il suo valore. Dapprima, l’eroe lo attaccò con arco e frecce, ma la criniera del leone, dura come il ferro, li rendeva inefficaci; poi fu la volta della clava, che a sua volta non aveva alcun reale effetto. Quindi, Ercole sconfisse il leone a mani nude: afferrandolo per il collo e soffocandolo. Il leone nemeo è stato rappresentato in precedenza, nell’originale espansione di Theros, come Leone Vellocriniera, una creatura molto conveniente per il suo costo di mana, e con un’abilità in grado di renderlo indistruttibile e non bersagliabile dalle magie dell’avversario. In Theros: Oltre la Morte abbiamo una diversa interpretazione chiamata Leone dal Manto di Bronzo. Concettualmente molto simile, in quest’ultima versione è però rappresentato anche il finale della storia di Ercole: dopo aver ucciso il leone l’eroe lo scuoiò, e vestendone la criniera ne ottenne la stessa impermeabilità dalle armi. Il Leone dal Manto di Bronzo può morire, per quanto difficile; quando questo avviene, lo possiamo rimettere sul campo di battaglia assegnandolo a un’altra creatura, che guadagna appunto la sua stessa indistruttibilità. Un piccolo bonus: nelle meccaniche di Magic l’atto del “soffocamento” si traduce di solito in effetti che diminuiscono la forza e la costituzione delle creature…che guarda caso sono fra i pochissimi effetti che possono uccidere una creatura indistruttibile.

Ali di cera e altre meraviglie

Tutti conoscono il mito di Icaro: giovane volenteroso che decise di sfidare i limiti imposti ai mortali dagli dei, penetrando il cielo con un marchingegno fatto di ali di cera. Ciò lo portò letteralmente troppo vicino al sole (cioè, fuori di metafora, troppo oltre ciò che era permesso agli uomini) e le sue ali si sciolsero, precipitandolo nell’abisso. Icaro era il figlio di un certo Dedalo, che abbiamo già citato: Dedalo era un architetto, l’artefice del Labirinto di Cnosso, fra le altre cose. Nell’ultima espansione di Theros avevamo già avuto un piccolo assaggio di questa storia, con la carta Cacciasole Impulsivo: un uomo dotato di ali meccaniche, che nell’illustrazione già prendevano fuoco, che dichiarava tronfio “Mi librerò più in alto delle mura di Akros! Più in alto delle nubi! Più in alto di Eliod stesso!” In Theros: Oltre la Morte abbiamo direttamente una carta che rappresenta l’invenzione stessa: le Ali della Hybris. Nella frase di colore di questa carta scopriamo che un certo Dalakos è l’inventore delle ali, e nell’espansione troviamo anche la carta che ci presenta Dalakos stesso: Dalakos, Creatore di Meraviglie. Immaginiamo sia una sommatoria delle figure di Icaro e di suo figlio Dedalo, intento a costruire meraviglie meccaniche…e facendole collaudare da altri.

Attento a cosa desideri…

Abbiamo felicemente concluso le nostre prime dieci posizioni in questa classifica dei migliori riferimenti alla mitologia e alla storia greca di Theros: Oltre la Morte. Permetteteci di indulgere per qualche altro istante con il nostro tradizionale +1, una posizione fuori classifica dove ci possiamo togliere qualche sfizio.

In realtà in questo caso le scelte possibili erano talmente tante che anche per quest’ultima posizione abbiamo trovato qualcosa di serio, ovvero un riferimento alla Spada di Damocle. La storia era conclamatamente un aneddoto leggendario anche all’epoca, un racconto con una esplicita intenzione morale. Damocle, membro della corte del tiranno di Siracusa Dionigi, esclama a gran voce quanto sia fortunato il suo sovrano ad avere una vita così facile ed agiata. Dionigi allora gli offre di prendere il suo posto, e quando Damocle accetta si rende conto che appesa al di sopra del trono vi è una spada, affidata alla resistenza di un crine di cavallo. Il giovane, dapprima rapito dallo sfarzo, dal cibo e dal vino non ci fa caso, ma presto la minaccia sempre presente della spada gli riempie la mente di preoccupazioni, impedendogli di godersi i suoi privilegi. La storia serve a raccontare le terribili responsabilità che giungono assieme al potere e alla ricchezza. Theros: Oltre la Morte offre una versione assai più buffa: Fato Incombente. Si tratta di un notevole potenziamento per una delle nostre creature, che giunge ad un costo: se il Fato Incombente lascia il campo perché la creatura muore, il suo controllore subisce dei danni. Il grande potere della carta viene bilanciato dalla costante minaccia di auto-infliggerci dei danni con una carta che abbiamo giocato noi. Design intelligente, flavor colto alla perfezione…un modo molto degno per concludere questa classifica!

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