Intrattenimento

The Private Eye, il catastrofico futuro di Brian K. Vaughan

Il giorno del giudizio è arrivato, ma con sé non ha portato alieni, orde di zombie o attacchi nucleari. 
Il momento in cui la società moderna è stata distrutta è giunto nell'attimo in cui la rete è esplosa, rendendo disponibile ogni informazione riservata posseduta dai suoi utenti. 
Immagini, ricerche online, video, messaggi. Ogni cosa. 
Tutti i più piccoli particolari della vostra vita sono di pubblico dominio e questo, come potete ben immaginare, ha portato alla distruzioni di famiglie, aziende e partiti politici. 
La società come la conosciamo smette di esistere in un istante. 
Un tema quanto mai attuale che Brian K. Vaughan sviluppa all'interno del suo The Private Eye, volume dalla curiosa storia editoriale che ad aprile potremo leggere grazie a Bao Publishing.
Nel mondo post apocalittico ideato dall'autore americano l'esplosione del Cloud, e la conseguente diffusione di ogni singolo file o cronologia dei suoi utenti, ha reso la protezione della privacy un problema a cui nessuno è più in grado di sottrarsi.
La vita è divenuta possibile solo nascondendo la propria dietro una maschera, o ad un intero costume, cambiando nome ed iniziando a vivere sotto pseudonimo.
In questa nuova esistenza, in cui le informazioni sono la moderna moneta di scambio, i giornalisti vestono i panni dei garanti dell'ordine pubblico, pronti a sbattere in prima pagina ogni evento rilevante. 
Il protagonista del racconto non farà parte delle nuove forze di polizia, tutto il contrario: moderno investigatore privato, comunemente conosciuto come paparazzo, P.I. per vivere porta alla luce le verità che si celano dietro le maschere. Faremo la sua conoscenza mentre sarà impegnato a seguire un caso del tutto inusuale, quello di una ragazza che chiederà di investigare su se stessa per rivelare tutto ciò che la stampa ha sul proprio conto. Benché curioso il caso non sembra nulla di impossibile da risolvere, ma è durante le indagini che P.I. verrà coinvolto in un enorme complotto mediatico.
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The Private Eye ha visto la luce inizialmente solo online sul sito Panelsyndicate, appositamente creato per il progetto; sul portale è possibile acquistare i lavori del team  Vaughan/Martin/Vicente/Monteys al prezzo per voi più consono. 
I capitoli delle storie vengono pubblicati indipendentemente dagli introiti, sono i lettori a decidere il valore monetario del racconto, rappresentando un deciso cambio di rotta rispetto ai metodi di fruizione di fumetti online. Niente limiti di visualizzazioni, niente incertezza dovuta al crowdfunding: basta cliccare su un link e decidere il prezzo di ciò che si sta comprando. Con questo sistema i lettori vengono responsabilizzati in merito al reale valore del lavoro di sceneggiatori e disegnatori,  i quali al tempo stesso sono spronati a dare il meglio per intercettare i bisogni del pubblico.
Inizialmente previsto esclusivamente in digitale, The Private Eye è stato proposto in versione cartacea solamente a dicembre 2015, pubblicato da Image Comics in  un formato del tutto inusuale, che potrei definire simile a un video 16:9. L'impaginazione orizzontale ha valorizzato i disegni di Marcos Martin, che si è potuto sbizzarrire nel reinventare la classica costruzione delle tavole, oltre a rendere il volume impossibile da confondersi con gli altri libri presenti sugli scaffali della vostra fumetteria di fiducia. 
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Il racconto di Vaughan ci porta ad esplorare un campo di cui tutt'ora si continua a parlare, la sottile linea che divide la sfera pubblica da quella privata all'interno dei social media, la cui violazione si configura come un atto capace di far cadere il velo di magia della vita telematica di ognuno di noi.
In quest'opera ci troveremo nell'anno 2076, un periodo in cui internet è solo un lontano ricordo, cancellato dalla faccia della terra per proteggere le vite dei suoi utenti, ma nonostante questo vizi e difetti della comunità non sembrano diversi da quelli attuali. L'intento del volume è quello di presentare questi ossessi, anche in modo eccessivo, utilizzando un palcoscenico a noi consono ma nello stesso tempo distante nel tempo. Per fare questo viene rappresentata una moderna storia del genere hard boiled snaturandola però delle sue caratteristiche principali. 
I colori sono decisamente più accesi, il protagonista non è il classico investigatore rude e dalla storia travagliata e il finale è tutto fuorché scontato.  
The Private Eye non passerà alla storia come la migliore storia di Vaughan, il quale però continua a stupirci, proponendo un racconto contemporaneo e per certi versi innovativo. 
La narrazione sarà in grado di tenere alta la tensione per tutti i dieci capitoli del volume, che trae giovamento dalla gestione delle tavole unica nel suo genere e dall'utilizzo di colori intensi e vivaci. L'ovvio consiglio è di sfogliarlo quando ve lo troverete di fronte, non passerà certo inosservato, e di dargli una possibilità. Sempre che non abbiate segreti da nascondere alla stampa.

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Mattia De Poi

Anche conosciuto come Il Nini, Mattia è il lato gioioso di Orgoglio Nerd. Biondo e curioso, è appassionato di ogni genere fumettistico, Gunpla e avventure. Portatelo in viaggio, all'organizzazione ci penserà lui.

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