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The Last of Us: Il giorno in cui sono morto

Tempo fa avevamo visto in anteprima questo gioco e vi avevamo raccontato le nostre impressioni. Ricordiamo come i due membri di Naughty Dog presenti, Arne Mayer e Ricky Cambier, ci avessero garantito che il gioco avrebbe rivoluzionato il modo di narrare le storie nel mondo videoludico, garantendo un nuovo standard. Bene, dopo averlo finito, possiamo solo concordare con quanto detto.
Premessa, se volete la giusta musica d'atmosfera mentre leggete questo articolo in onore di Joel ed Ellie fate partire il video che troverete alla vostra destra. Schiacciato play? Bene.

The Last of Us
non è un semplice gioco ma una vera e propria esperienza. In un mondo dove la speranza è ormai un ricordo, dove la gente non vive ma sopravvive a stento, i suoi personaggi s'imprimono a forza nella nostra mente più vivi e reali che mai e ci fanno affezionare alle loro storie per poi sorprenderci con colpi bassi che ci lasceranno a terra; ma anche questo, nonostante la tristezza, è un aspetto affascinante del gioco.
Una delle tante cose che ci ha colpiti in The Last of Us è che non sono i mostri a far paura. Non è infatti un gioco che si basa sulla presenza di una creatura che spunta fuori all’improvviso per farci sobbalzare dalla sedia (sebbene siano presenti anche questi momenti). La cosa che spaventa davvero è la poca umanità delle persone e la disperazione che permea l’atmosfera generale. Una civiltà allo sbando dove tutti i valori sono persi e dove l’unica cosa che conta è sopravvivere a qualunque costo. Ben presto ci renderemo conto che quelli di cui dobbiamo avere più paura sono gli uomini.
Captiamo questo insegnamento già dal prologo. Sapevamo già, dalle varie preview del gioco, che Joel è un personaggio che ha perso tutto con lo scoppio dell’epidemia, e quando ci troviamo a giocare nei panni della figlia, la prima cosa che abbiamo pensato, divertiti nei confronti degli sviluppatori, è stato: “Che infami”. Infatti a grandi linee sappiamo cosa sta per succedere, ma non arriva come ce lo saremmo aspettati, e alla fine del prologo restiamo lì, scossi quanto il protagonista, imbambolati davanti allo schermo mentre compare il titolo che dà il via al vero gioco. Le scelte registiche di questo inizio sono splendide e realizzate magistralmente: tanto di cappello a Naughty Dog.

Passano poi venti anni e vediamo come Joel sia andato avanti per inerzia: non è mai più tornato a vivere ed è solo mosso da puro istinto di sopravvivenza, la sua umanità è morta quel giorno. Ormai anch’egli non si fa scrupoli a fare qualsiasi lavoro pur di andare avanti. Anche scortare Ellie, la ragazzina immune al virus del Cordyceps, per creare un vaccino che possa salvare l’umanità, sembrerà poco importante.
Con Joel non ci sentiremo mai come i paladini dell’umanità. Sappiamo di non poter salvare tutti e non ci interessa farlo, per quanto alle volte ci troviamo di fronte a scene durissime in cui possiamo solo stare a guardare, scene in cui sembra che ci strappino il cuore dal petto dicendoci: “Se vuoi sopravvivere, questo non ti serve”. L’unica cosa che ci resta da fare è proseguire, e anche davanti all’evidenza dell’immunità di Ellie il tutto ci sembrerà comunque una flebile e vana speranza.
Nonostante tutto però, gli incontri con altri personaggi, e soprattutto la presenza di Ellie, cambieranno qualcosa in Joel.
La forza d’animo della ragazzina e la situazione in cui si ritrova la rendono probabilmente il personaggio più interessante del gioco. Nel corso dell’avventura subirà un'enorme evoluzione che la costringerà a crescere in fretta in quel mondo selvaggio, imparando a badare a se stessa e a compiere scelte difficili, trasformandosi ben presto da soggetto da proteggere, a inseparabile compagna d’avventure. Ricca di significato la scena in cui Ellie, leggendo il diario trovato in una casa abbandonata di una sua coetanea dell’epoca prima dell’epidemia, nota come le uniche preoccupazioni delle ragazze come lei fossero i vestiti, i ragazzi e i compiti, preoccupazioni che anche Ellie, ancora bambina, vorrebbe avere ma che non può permettersi. Oltre al duo protagonista incontreremo molti altri personaggi e tutti quanti ci lasceranno un segno, nel bene o nel male.

Infine non possiamo non parlare del finale totalmente inaspettato. Probabilmente molti si sarebbero aspettati un sacrificio di uno dei due o qualche evento simile, ma non è affatto così. Joel decide di sacrificare il bene dell’umanità per dare un futuro a Ellie e a se stesso, scelta che potrebbe sembrare egoistica all’apparenza, ma a rifletterci bene non possiamo biasimare Joel.
Alla fine dell’avventura l’uomo ha ormai ritrovato in Ellie la figlia che gli era stata brutalmente strappata via, ha di nuovo un motivo per vivere. Arrivati dalle Luci gli viene detto spietatamente che Ellie morirà per creare il vaccino, che non può nemmeno dirle addio e in più se ne deve andare immediatamente altrimenti verrà ucciso. Come era successo venti anni prima, sua figlia non rischia di essergli portata via da mostri, ma dalle autorità che, sebbene all’apparenza tentino di fare il bene, lo fanno senza scrupoli. Trovandosi di nuovo nella stessa situazione del passato, questa volta non può sopportare di perdere la cosa più preziosa che ha, e così inizia a uccidere chiunque gli si pari davanti, senza pietà, compresi degli innocenti come il medico e la matrigna di Ellie. Cosa gliene può fregare dell’umanità in decadimento quando ormai ha trovato il suo mondo? Far morire Ellie equivaleva a morire una seconda volta. Così alla fine, pur di stare con la bambina, le mente per la prima volta, e Ellie nonostante intuisca la sua bugia accetta le parole del suo nuovo padre, pronta a continuare la sua vita insieme alla figura più cara che le è rimasta dopo aver perso tutto.

The Last of Us è un'esperienza di gioco unica, che ci ha saputi emozionare come pochi. Ormai non ci sono molti titoli che creano legami di affetto ai propri protagonisti così tanto da farci dispiacere nel separarsi da loro, come se dovessimo dire addio a due cari amici. Noi ci siamo sentiti così dopo il finale in cui abbiamo detto addio a Joel ed Ellie. Speriamo vivamente che non ci sia nessun sequel a questo capolavoro, almeno che coinvolga loro due, anche se la Naughty Dog ha già garantito che non li riprenderà in futuro, perché farlo sarebbe come bruciare tutta la magia di questo gioco. Addio dunque a Joel ed Ellie sperando che almeno loro due possano vivere una degna vita in quel mondo disperato.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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Commenti

  1. Non ho personalmente giocato a The Last Of Us non avendo una console però guardando tutti i gameplay non mi è parso un gioco così epico come viene descritto…

  2. Avete descritto il gioco in maniera impeccabile. Esattamente come viene descritto, si assiste ad una trasformazione dei personaggi. Joel diventa una persona spietata pronta a tutto pur di difendere Eliie, in cui realmente ritrova la figlia, si nota sopratutto quando le parla di lei e le confessa che sarebbero diventate ottime amiche. Personalmente non ho mai giocato un titolo in grado di lasciarti tante emozioni dentro e un dispiacere tale una volta finito.

  3. “Speriamo vivamente che non ci sia nessun sequel a questo capolavoro, almeno che coinvolga loro due, anche se la Naughty Dog ha già garantito che non li riprenderà in futuro, perché farlo sarebbe come bruciare tutta la magia di questo gioco.”

    Cit.

  4. Lo ho appena finito. Peccato che, purtroppo, ero stato spoilerato dall’annuncio di The Last Of Us 2 letto proprio sul sito Sony (SIGH!), e quindi sapevo che alla fine entrambi sarebbero sopravvissuti. Ma vabbè, pazienza, comunque il finale era da vivere. Videogioco e Cinema si sono fusi, ed è stato tutto molto bello.

  5. Finito da pochi giorni, inizio col dire che ovviamente ero anche io uno di quelli che non si aspettava che un videogioco potesse smuovere in me tanti sentimenti, facendomi anche piangere. Finito The Last Of Us, mi si è aperto un mondo davanti a me. La recensione è bella ma su una cosa non sono d’accordo: Ellie non è una bambina ma è un adolescente, è questo è importante sottolinearlo. Ha un età in cui si matura pian piano, ma comunque ha inizio quel processo lento e stratificato che si chiama maturazione, ed è una cosa che Ellie si vede costretta a saltare per forza di cose, non è una bambina sprovveduta, è una dura, ha un linguaggio appuntito fin da subito che fa letteralmente innamorare Joel. La mia è una citazione che ho letto da qualche parte sul web, che riassume in modo perfetto tutto il gioco nonché Joel che all’inizio trasporta in braccio la figlia per sfuggire ai mostri (e Sarah muore) e Joel che alla fine trasporta in braccio Ellie per salvarla dagli umani (ed Ellie vive). “L’umanità aveva tolto tutto a Joel, ma Joel decide di riprendersi tutto, levando tutto all’umanità.”

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