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Una Scomoda Verità 2: la situazione è grave

Sono passati poco più di dieci anni dall'uscita di Una scomoda verità, rivoluzionario documentario con protagonista l'ex-vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore. Premiato con l'Oscar al miglior documentario nel 2007, questo film ha avuto il pregio di portare più che mai sotto i riflettori il terrificante problema del riscaldamento globale e convincendo finalmente l'opinione pubblica dell'importanza di tale argomento, troppo spesso ignorato. Non era certamente la prima volta in cui se ne parlava, ma associare un volto così importante e riconosciuto, anche grazie alla Presidenza mancata per un soffio due anni prima, al tema è stato un passo importante per fare arrivare il messaggio a più persone possibile. 

Ora, dopo un decennio, Gore torna con un secondo documentario, intitolato An Inconvenient Sequel: Truth to Power, dove ci viene raccontato cos'è successo in questi anni, quali sviluppi ci sono stati e qual è la situazione attuale, che non è affatto rosea. La questione viene trattata approfonditamente, andando oltre le semplici presentazioni dell'ex-Vicepresidente degli Stati Uniti, passando dal descrivere l'impegno di alcune nazioni nell'abbattimento dei gas serra, fino a toccare uno dei problemi più gravi nella trattazione del tema: il dubbio. Nonostante la comunità scientifica sia concorde nell'affermare con certezza che il problema esista e che la causa sia dovuta all'uomo stesso, viene ancora considerata sensata la domanda "Credi all'esistenza del riscaldamento globale?", che sarebbe come chiedere se si crede nella forza di gravità o sul fatto che la Terra giri intorno al Sole.
Durante tutto il film, ma soprattutto nel finale, aleggia l'importante aura della Conferenza sul Clima di Parigi, importantissimo incontro tra membri del Governo di ogni Paese, improntato proprio all'affermazione di un serio impegno nella lotta al cambiamento climatico e con l'obiettivo di trovare una soluzione al problema. Nella pellicola seguiamo molto di più la vita di Al Gore e il suo impegno ambientalista rispetto al primo capitolo, fino ad assistere alla sua partecipazione e al suo importantissimo ruolo proprio nell'ambito di questo meeting internazionale.
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Proprio nelle scene dedicate alla Conferenza di Parigi, viene evidenziato un fattore molto interessante, raramente considerato nei dibattiti: tra le Nazioni che inquinano di più ci sono alcune economie emergenti per le quali non è possibile agire diversamente. Investire sulle risorse rinnovabili, riducendo le emissioni di gas serra, è valido sul lungo periodo, ma rallenta la crescita nel breve. Gli Stati più sviluppati possono permetterselo oggi, proprio perché hanno sulle spalle anni di inquinamento selvaggio che hanno fatto crescere la loro economia. È un fattore che "riporta alla realtà", che fa capire quanto davvero il problema dell'utilizzo dei combustibili fossili non sia solo e semplicemente una questione di scelta, ma abbracci tanti campi diversi ed è utilissimo alla riflessione che sia stato inserito.
Fortunatamente, anche grazie all'intervento di Al Gore, si è trovata una soluzione che ha permesso la ratifica dell'accordo di Parigi da parte dell'India, ma non è assolutamente tutto rose e fiori. Quello che percepiamo durante la visione del documentario è un mondo che sta sempre di più avviandosi verso uno stravolgimento climatico terribile, dove gli sforzi fatti finora non sono ancora sufficienti per riportare le temperature nella norma e, nonostante piccole commoventi vittorie come quella del Cile, siamo ancora molto lontani dall'obiettivo. L'annuncio del Presidente Trump nel finale di volersi ritirare dall'accordo di Parigi è la beffa che va ad aggiungersi al danno e che fa calare un velo scuro su tutto.
Proprio come un vero secondo atto, quindi, sembra davvero che per i nostri eroi tutto sia finito. Per farvi un'idea, ripensate alla conclusione de L'Impero colpisce ancora, con Luke che perde la mano e Han Solo imprigionato nella grafite. Tuttavia, esiste un messaggio di speranza, i giochi sono ancora aperti e molto si può fare per cercare di correggere la rotta, ma bisogna sbrigarsi: avremmo dovuto iniziare dieci anni fa e fra dieci anni probabilmente non potremo più fare niente. E chissà che non esca un terzo capitolo che porti il lieto fine e la vittoria contro l'Impero, intitolato finalmente Una comoda verità.
Vi ricordiamo che il documentario Una scomoda verità 2 sarà disponibile nelle sale cinematografiche solo il 30 e il 31 ottobre.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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