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Disney risponde alle accuse Gina Carano (che non ha intenzione di riassumere)

Disney non ha usato mezze parole per dire che “ne aveva avuto abbastanza” di Gina Carano per le sue dichiarazioni nel 2021 — e sembra che ne abbia abbastanza anche delle accuse dell’attrice verso la compagnia. Carano ha intentato una causa contro Disney e Lucasfilm per ingiusto licenziamento e discriminazione, usando fondi messi a disposizione da Elon Musk. Ma nella sua risposta in tribunale, Disney ha fatto capire che la sua posizione sulle parole dell’attrice, che hanno portato all’allontanamento da The Mandalorian, non sono cambiate.

Gina Carano porta Disney in tribunale, e Disney risponde

Nel 2021, Gina Carano aveva perso il suo ruolo in The Mandalorian per via di una serie di post sui social-media in cui paragonava le critiche ai conservatori all’Olocausto. Secondo la società, banalizzare pubblicamente” la persecuzione degli ebrei è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Disney, durante la causa, ha spiegato che “l’uso dei social media da parte di Carano è sceso al suo punto più basso il 10 febbraio 2021. Quel giorno, ha ripubblicato un post su Instagram dell’utente Warriorpriestgympodcast. Il post diceva: “Gli ebrei venivano picchiati per le strade, non dai soldati nazisti ma dai loro vicini… anche dai bambini. Poiché la storia è stata modificata, la maggior parte delle persone oggi non si rende conto che per arrivare al punto in cui i soldati nazisti potevano facilmente radunare migliaia di ebrei, il governo prima fece sì che i loro stessi vicini li odiassero semplicemente perché erano ebrei. In che modo questo è diverso dall’odiare qualcuno per le sue opinioni politiche?“.

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Dopo quel post, Disney ne aveva abbastanza”, secondo quanto riportano l’avvocato della compagnia Daniel Petrocelli. Il giorno stesso, l’azienda ha annunciato che “Gina Carano non è attualmente impiegata presso la Lucasfilm e non ci sono piani per lei di esserlo in futuro”.

Dopo le accuse, Disney non cambia idea (e neanche Gina Carano)

Tre anni dopo quei fatti, Disney resta della stessa idea. E oggi chiede che la causa venga respinta, sostenendo di avere il diritto costituzionale di non associare la propria espressione artistica alle opinioni di Carano. L’azienda afferma che il Primo Emendamento, che tutela il diritto di parola, fornisce una difesa completa alle accuse dell’attrice. Carano può dire quello che vuole, Disney può scegliersi di non associarsi a quello che dice.

Gina Carano in The Mandalorian
Gina Carano nel ruolo di Cara Dune in The Mandalorian

Carano, invece, sostiene che le sue parole siano state “costantemente distorte per demonizzarla e disumanizzarla come estremista di destra”. L’attrice ha citato in giudizio Disney e Lucasfilm a febbraio per riavere il ruolo di Cara Dune in “The Mandalorian” e ottenere un risarcimento danni.

Non vedremo Cara Dune nel prossimo The Mandalorian (a meno di una sorpresa giudiziaria)

La Disney ha chiarito che Gina Carano non tornerà a recitare nella serie di The Mandalorian, né nei film associati. L’azienda ha dichiarato che le sue dichiarazioni erano e restano “ripugnanti e inaccettabili” e che non sono “in linea con i valori dell’azienda”. In altre parole, sembra difficile che arrivi un accordo fuori dal tribunale per reintegrare il suo personaggio nell’universo di Star Wars.

Come ricorda Deadline, dopo il licenziamento, Carano ha stretto un accordo con il sito conservatore The Daily Wire, apparendo in alcuni film da loro prodotti.

La causa intentata da Gina Carano contro Disney e Lucasfilm sembra destinata, tuttavia, a non sorprenderci. Se è vero che l’attrice ha diritto alle sue opinioni politiche, la Disney sostiene il diritto di avere il diritto di non essere associata a commenti ritenuti inaccettabili.

La nuova stagione di The Mandalorian al momento non è ancora in produzione. Ma dalle dichiarazioni, non sembra che Disney stia aspettando Gina Carano per iniziare le riprese.

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Source
Deadline

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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