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Peli sulla lingua

Le comunicazioni di servizio: questo Pulpito rimarrà chiuso per un mese a causa di incursioni in terra straniera non hanno funzionato. Certo, il senso di missione di uno snob resta forte e impellente, e quindi c'è sempre spazio per un nuovo inizio.

(Mettete qualcosa dei rolling Stones per leggervi questo articolo, comunque. Consigliata 'Gimme Shelter' che vi darà la carica per una settimana di fila.)
C'è spesso in Italia, fra geekismi e fandom vari o 'semplici' (usare con le pinze) appassionati di cinema e serie TV, lo spettro del doppiaggio. O meglio, lo spettro delle discussioni su cosa sia meglio tra vedere un prodotto inglese in lingua originale o recitato nell'idioma che meglio comprendiamo. Quindi la disputa tra puristi e utilitaristi, questioni di principio, pragmatiche preferenze della voce italiana a quella anglofona, e magari discese ancora pi# profonde nell'abisso dei discorsi sulla traduzione. Niente di tutto questo ora.
Semplicemente sono uno di quelli nel partito Lingua Originale. E nel perfetto stile del Pulpito non mi metterò a dissacrare la nostra tradizione di doppiaggio. Il manifesto elettorale degli Spettatori Anglofoni è positivo e basato sulle semplici ragioni per cui vale la pena.  
Non si parla di adattamento, qui. La traducibilità è una questione fin troppo complessa, quindi qui non ci sarà spazio per discorsi tipo "se traduci tradisci", "meglio un tradimento per la lingua che capisci che la fedeltà ad una che non capirai mai del tutto" e così via. Si parla di voci.
La voce è parte della resa di un attore,della vividezza del personaggio. Può entrare un livello di piacere intellettuale, per esempio sentire lo scozzese David Tennant dare al suo Decimo Dottore un accento del Sud-est E un livello che magari interesserà solo a spettatori fortemente anglofili, ma per tutti ci sarà il piacere di sentire l'inconfondibile voce nasale dell'attore. Che è sua; a prescindere dalla bravura del suo doppiatore (Christian Iansante nel suo caso, uno che ci piace), è la voce che appartiene al suo corpo e, standovi attaccata, a questi occhi rende il personaggio più vivo. 
C'è poco da dire: sentire una voce appiccicata ad una faccia diversa, a prescindere dalla lingua, ci mette più in contatto con l'attore, col personaggio. E' come aggiungere profondità in più.
Per esempio è uno stacco che, per ovvie ragioni, sento molto meno con l'animazione. Spesso mi piace vedere film animati in italiano (a parte quelli che già il nostro Licantropo denunciava), soprattutto riguardare l'animazione che amo.
Si può parlare poi di quella che spesso E la ricchezza linguistica originale (rompendo in parte la promessa che non avrei affrontato la questione dell'adattamento), per esempio stando su esempi eclatanti come il Buffyspeak o il praticamente intraducibile (per complessità delle parlate ed espressioni prese dalla strada) The Wire, o Trainspotting che ho recentemente – e colpevolmente – visto per la prima volta. Certo in questo ultimo caso entra il fattore emotivo, la presenza di Edimburgo, dello scozzese, tutti fattori personali – ma per farla breve, c'E un arricchimento. Il dovere fare uno sforzo in più per il testo – perché intendiamoci, anche coi sottotitoli è sempre meno naturale – ascoltare qualcosa in una lingua diversa dalla tua si traduce nell'avvicinamento ad un altro mondo. Letteralmente.  
Discorsi che si potrebbero fare anche per libri, fumetti e chi più ne ha più ne metta. Ma in generale, senza stare a fare discorsi su quanto E utile/etico/formativo imparare altre lingue (che io ne sia convinto E un'altra questione), penso che andare dritti alla fonte, a quelle cose concrete come la bocca che recita e il mondo linguistico in cui il copione E scritto,sia un'esperienza più vitale. Più impegnativa forse, e per questo più generosa.
Dal Pulpito c'è sempre la convinzione che anche l'esperienza più escapista possa essere arricchente, se presa dalla giusta angolazione. Qui, lungi da dire che Doctor Who in inglese vi darà l'illuminazione, un'ipotesi l'ho fatta.
Fatevi un favore: provatelo.

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Un commento

  1. Non sarebbe male se a fine telefilm (anche se spero più in là possibile), portassero in italia un pacchetto con tutti i dvd delle stagioni in bi-lingua (italiano-inglese).

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