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Fortunately the Milk: meno male che c’è Neil Gaiman

E’ mattino, mamma è andata a lavoro e papà non sembra avere molta voglia di risolvere i tuoi problemi con la colazione. Ti lamenti che manca il latte e lui è in poltrona a leggere il giornale. Ma papà non è necessariamente uno sfaticato: specie se è un signore magro dal volto privo di barba, i capelli neri un po’ scomposti e il vestito nero.
Diamogli un nome. Neil G. di Portsmouth, con tre figli ormai grandi a cui rubava le idee per storie che poi diventavano titoli affermati della letteratura per ragazzi e non, da Coraline a I lupi nei muri. Un uomo che scrive un racconto per la moglie in tour in Australia e finisce per dare vita ad un emozionante romanzo dopo otto anni. Uno che scrive storie come respira; non solo con naturalezza, ma anche senza ritegno o vergogna. Spaziando dalle viscere di Londra ad adorabili racconti per bambini.
Racconti per bambini che però non vogliono essere mai edulcorati, pieni di soli buoni sentimenti e zucchero. Al festival del libro di Edimburgo, presentando il suo ultimo Fortunately the Milk  (adattato in Italiano con l’esilarante mistero del papà scomparsoillustrato da Chris Riddell, l’inglese in nero ha ribadito che c’è un tipo di storia che non sopporta: quella che, parole sue, dipinge un universo impossibilmente ospitale*. Gaiman concorda con Chesterton che le fiabe sono più che vere… perché ci dicono che i draghi possono venire sconfitti. E quindi anche nelle sue storie vuole dei draghi che facciano paura, non dei cattivi da operetta. Così ecco i lupi nei muri di casa e la madre coi bottoni al posto degli occhi, ecco il surreale e inquietante scambio di papà per i pesci rossi: è difficile che Neil G. rinunci a qualcosa che può davvero mettere i brividi se solo ci pensi. Forse il segreto è avere preso spesso queste storie dalle idee dei figli.
In realtà, finendo d’un fiato Fortunately the Milk, all’inizio sembra difficile trovare il drago. La storia è un’esilarante avventura  pseudo-autobiografica all’insegna del più delizioso humour inglese, in cui un padre di famiglia misteriosamente simile a Neil, uscito a comprare il latte per la colazione dei figli e rientrato dopo un sacco di tempo, racconta una serie di sempre più improbabili avventure. Ci sono pirati che non concepiscono la camminata sull’asse, dèi vulcanici, dinosauri senzienti, mongolfiere e vampiri; c’è un cartone del latte che potrebbe distruggere il mondo se messo a contatto con il se stesso del passato.
E in realtà il drago c’è, anche se più sottile: è il dubbio che papà si sia inventato tutto. Che questa persona distante, che di solito legge il suo giornale dietro cui nasconde il volto, non voglia confessare la propria negligenza ai suoi bambini e quindi decida di ingannarli. Il drago, se vogliamo, è il sospetto dei bambini nel sentire l’accavallarsi di meraviglie e strambezze. Potrebbe essere questo, l’incapacità di godersi una storia. Dei bambini nati già vecchi, in un mondo già vecchio, sfiduciati e sospettosi. E così il vero eroe è papà, questo personaggio distante e apparentemente menefreghista, che con un cartone del latte si imbarca in un’odissea di fantasia e colori. E pony.
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O forse analizziamo troppo e non importa quanto debba confermare una teoria o l’altra; ci restano i pirati, i vampiri, il dio del vulcano, i dinosauri – e i pony. Fortunately the Milk resta un gioiellino, una storia rocambolesca e buffa che tira fuori battute a briglia sciolta, e una magnifica opera visiva con la  copertina sbrilluccicante e l’espressività fantasiosa di Chris Riddell.
Insomma: abbiamo quell’occasione per tornare bambini, per riprendere a nutrirci di storie.
Magari leggendole in inglese, perché – ahinoi – c’è un piccolo, delizioso spoiler di trama che è troppo legato ad una particolarità della lingua difficile da rendere in italiano. Almeno con la stessa naturalizza.
Che poi le storie sono sempre attorno a noi, non muoiono, le respiriamo come aria e… ma a questo torneremo prima o poi. Mica abbiamo finito.
Tornate ai vostri cartoni del latte intanto.
Testi di Fabio Succi Cimentini

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