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Storia delle parolacce: cosa abbiamo imparato?

Nicolas Cage ci guida nel mondo delle parolacce inglesi, in una miniserie Netflix ad alto contenuto (dis)educativo

Netflix offre un corso per tutti gli appassionati di storiografia e improperi: Storia delle Parolacce. Una miniserie di sei episodi da venti minuti, presentata dal virtuoso degli insulti Nicolas Cage. In due ore potete esplorare le origini, gli usi e l’impatto culturale delle sei parolacce inglesi più comuni: f**k, sh*t, bitch, d**k, pu**y e damn, che sono anche i titoli degli episodi.

Abbiamo fatto binge watching della serie per assorbire quante più parolacce possibili: ecco quello che ne pensiamo (e quello che abbiamo imparato).

Storia delle parolacce: si può educare alla maleducazione?

In questi anni Netflix ci ha abituato a produrre moltissimi show che i network “classici” non avrebbero mai trasmesso. Ci sono cose che si possono vedere solo in streaming (o su HBO e Sky). Ma immaginiamo che questo progetto sia stato approvato al volo: chi non vuole vedere Nicolas Cage spiegare le parolacce? L’idea alla base di questo progetto è divertente e incuriosisce.

La difficoltà è nell’esecuzione. L’autore della serie Bellamie Blackstone e il regista Christopher D’Elia avevano abbastanza materiale per creare una serie piacevole. Persino interessante. L’episodio sulla parola f**k parla del mondo della censura americana e racconta come l’atto sessuale sia divenuto un tabù, in una sbrigativa ma illuminante disquisizione dei nostri costumi sessuali. Quelli su bitch e pu**sy riflettono su come la femminilità venga utilizzata in maniera derogatoria, senza dimenticarsi l’omofobia e il concetto di genere. L’ultimo episodio su damn arriva anche a parlare di religione e profanità, seppur prendendola molto alla lontana.

Per parlare di queste parole usano esperti di etimologia storica, che spiegano origini ed evoluzione delle parolacce. Ma anche esperte di diritti femminili per parlare dell’impatto sociale degli insulti di genere. Riescono persino a metterci dentro un po’ di neuroscienze, mostrando come dire le parolacce aiuti a resistere al dolore. Questa parte è davvero educativa, pur insegnando la “maleducazione”. Puntando sul fatto che vedere un professore universitario ripetere parolacce è divertente quanto un Nicolas Cage urlante.

Ma se si fossero limitati alla parte interessante avrebbero avuto una serie di un solo episodio da dieci minuti. E sarebbero riusciti a rendere anche le parolacce noiose. Ecco quindi i commenti di praticamente ogni comico con uno stand up special su Netflix e la narrazione del Maestro della Parolaccia: Nicolas Cage.

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Nicolas Cage è il Maestro della Parolaccia?

Cage ci ha abituato in questi anni a recitare in circa mezzo milione di film all’anno, impegnandosi in forse la metà (siamo dei suoi fan e vogliamo essere generosi). In Storia delle Parolacce sembra di intuire che Cage abbia letto il copione la prima volta direttamente dal gobbo. La sua interpretazione non finirà fra i candidati all’Emmy. Ma vederlo urlare parolacce a ritmo industriale vale l’investimento di tempo. Se sono gli interventi degli esperti a rendere la serie interessante, il fascino viene tutto da Nicolas Cage.

I commenti dei comici sono ben montati, dando un ritmo sostenuto alla serie, che non annoia. Tuttavia ci è sembrato che non aggiungessero molto, con poche eccezioni (Sarah Silverman che analizza una battuta di Patton Oswald, per esempio). Erano soprattutto commenti su quello che gli esperti o Cage avevano appena detto, senza veri e propri contributi se non qualche battuta. E non del loro miglior materiale. Più interessante sarebbe potuto essere sfruttarli per mostrare l’uso irriverente della parolaccia. Anche perché sono tutti comici di ottimo livello: Nikki Glaser è una virtuosa del volgare, Jim Jefferies riesce a mettere più f**k in una frase di quanti ne abbia messi Samuel L. Jackson in tutta la filmografia. (A proposito: nella serie vi spiegano che non è lui l’attore con più f-bomb nel grande schermo. E no, non potete indovinarlo senza aver visto la serie).

storia-delle-parolacce-nicolas cage-minStoria delle parolacce: perché guardarlo?

Ci sono serie che sono must-watch: esperimenti coraggiosi che gli amanti del genere non possono saltare. Storia delle Parolacce non è fra queste. Ma è una visione veloce (l’intera serie dura come un film), piacevole e senza troppe pretese. Potete anche tenerla in sottofondo mentre pulite casa o fate qualche altro lavoro che non richiede la vostra attenzione: i concetti sono pochi e vengono ribaditi spesso, non rischiate di perdervi nulla di davvero essenziale (anche se noi siamo spesso tornati indietro per riconoscere i tanti film citati).

Però qualcosa di interessante potete scoprirlo, divertendovi nel mentre. Le origini delle parole e le leggende nella loro evoluzione sono argomenti che forse non vi servono a un colloquio di lavoro. Ma tutto fa cultura, no?

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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