Le attività umane hanno modificato radicalmente la composizione chimica di molti corsi d’acqua. A poco a poco si stanno cominciando ad intaccare anche gli approvvigionamenti di acqua dolce adibita al consumo umano. Un nuovo studio ha infatti confermato che negli ultimi venticinque anni, almeno un terzo dei fiumi e dei torrenti negli Stati Uniti sono diventati più salati. Se non si dovessero prendere le giuste iniziative, i risultati suggeriscono che oltre la metà di questi corsi d’acqua potrebbe contenere almeno il 50% di sale in più da qui al 2100.
Sembra una sciocchezza, dopotutto 2100 significa tra molti anni, ma è un dato preoccupante perché potrebbe rappresentare una seria minaccia per le risorse di acqua dolce, le infrastrutture urbane e gli ecosistemi naturali non solo degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo. Avrebbe anche un impatto negativo sull’industria agricola perché porterebbe ad un aumento dei flussi irrigatori dal 3 al 6% a causa della quantità di sale che andrebbe in qualche modo diluito proprio con l’aumento del flusso.
Il motivo dell’aumento è chiaro: troppo uso di fertilizzanti, di sali antighiaccio in inverno, di prodotti chimici per la pulizia del terreno e per l’estrazione di combustibili fossili, irrigazione irregolare con contemporaneo uso di pesticidi e ovviamente, cambiamento climatico.
La colpa, come sempre, è nostra
Questo è emerso dall’ultimo studio condotto da John R. Olson, ricercatore e studioso di acqua dolce dell’Università della California a Monterey Bay. Al riguardo, però, sono stati condotti numerosi studi già ad inizio anno (tra cui il più importante pubblicato l’8 gennaio su Proceedings of the National Academy of Sciences). Si è scoperto che la colpa più grande di questo cambiamento è dell’uomo e solo per il 12% dei cambiamenti climatici, anche se quest’ultimi sono comunque colpa dell’uomo sostanzialmente. Infatti si è studiato come la pioggia acida, causata proprio dall’inquinamento umano, sia causa di dissoluzione dei materiali contenenti sale che poi si sciolgono in acqua.
In ogni caso, diretto o indiretto, l’inquinamento da sale negli Stati Uniti non è regolamentato a livello federale e i controllo sono spesso molto incoerenti. In alcune zone del paese, dove l’inquinamento è parecchio forte, alcuni flussi di acqua dolce sono risultati quasi la metà più salati dell’acqua dell’oceano.
John Olson ha voluto sottolineare, nel corso di un’intervista a PBS, che i flussi più salati si trovano nelle Grandi Pianure del nord e che la salinità è naturalmente alta poiché l’estrazione mineraria e petrolifera sta liberando più sale sia per l’esposizione di nuove rocce e sia perché si pompa acqua salata nelle acque sotterranee per far emergere il petrolio. Gli effetti della salinità sono diffusi e dannosi. Quando sali, come il bicarbonato di sodio e il cloruro di magnesio, si fanno strada nei nostri corsi d’acqua, possono causare un effetto domino, rilasciando metalli tossici dal suolo del fiume nella corrente stessa.
Un inquinamento molto costoso
Tutto ciò rende anche l’acqua meno acida e più basica. Questi lievi cambiamenti potrebbero non sembrare molto, ma possono essere estremamente dirompenti per i delicati ecosistemi d’acqua dolce, causando potenzialmente la morte di diverse specie, compresi gli insetti. Per non parlare dell’impatto sugli esseri umani. Negli Stati Uniti, questo tipo di contaminazione dell’acqua costa già miliardi. Nel bacino del fiume Colorado, ad esempio, si stima che la salinizzazione sia costata 300 milioni di dollari l’anno, danneggiando 176 milioni di raccolti e 81 milioni di case. Inoltre, è anche costoso per la salute pubblica. A Flint, nel Michigan, l’acqua di fiume eccessivamente salata ha persino dato il via a una crisi di salute pubblica che è stata segnalata in tutto il mondo. Quando questa città ha iniziato a prendere acqua dal fiume Flint, l’alto contenuto di sale nell’acqua e i trattamenti chimici hanno corroso il sistema idraulico della città, rilasciando piombo tossico nei tubi.
Non sono solo gli Stati Uniti. Le conseguenze dell’inquinamento da sale si estendono a tutto il mondo, tra cui l’Australia e l’Europa, dove i bacini di acqua dolce stanno diventando sempre più salati, causando gravi problemi economici e di salute pubblica. Il nuovo studio è molto utile per comprendere l’effetto che l’attività umana può avere sui nostri rifornimenti di acqua dolce. Superare i nostri problemi sarà molto più difficile se ci disidratiamo.
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