Arriva oggi nelle sale italiane Spie sotto copertura, film d’animazione dal cast vocale eccezionale. A guidare il team sono Will Smith e Tom Holland, che si lanciano in un’avventura nel mondo dello spionaggio decisamente bizzarra. Proviamo a scoprire insieme se questo film può essere la scelta ideale per i più piccoli per un pomeriggio al cinema in queste vacanze natalizie. Lanciamoci quindi nella recensione di Spie sotto copertura.
Spie sotto copertura, di cosa parla?
Dopo aver recuperato una pericolosa arma sfuggita al controllo del Governo americano infatti, il nostro eroe si trova all’interno di un complotto ai suoi danni. Una figura misteriosa è infatti riuscita a incastrarlo e l’agenzia lo ritiene un traditore. Dovrà così unire le proprie forze con Walter, che gli offre un siero sperimentale capace di cambiare le regole del mondo dello spionaggio, capace di trasformare l’agente segreto in un… piccione. Lance l’assume, senza sapere quali saranno effettivamente le conseguenze del suo gesto, e così si trova a dover viaggiare per il mondo alla ricerca di un modo per discolparsi, ma anche di un antidoto che lo riporti alla sua forma originale.
Il concept da cui parte Spie sotto copertura è sicuramente originale. Un approccio diverso allo spy movie, che gioca 25con la tecnologia al limite dell’assurdo di questo genere. La figura dell’agente segreto eccezionale alla James Bond viene smontata, ricollocandola in un contesto decisamente lontano dal glamour di 007.
Tutto però rimane a un livello molto superficiale. Il film non cerca in alcun modo di andare oltre il suo essere un film destinato ai più piccoli, non risultando particolarmente efficace nel suo complesso.
Chi immaginava ci fosse così tanto da sapere sui piccioni?
Dall’altra però in un’epoca dove studi grandi e piccoli sono riusciti a creare opere capacissime di parlare anche agli adulti senza abbandonare il proprio target di riferimento, è lecito sperare in qualcosa di più. Spie sotto copertura non supera la “barriera dei dieci anni” né da un punto di vista emozionale di qualsiasi tipo, né soprattutto sul lato comico. Tantissime gag anzi, pur facendo ridere i giovanissimi, saranno quasi indigeste per gli spettatori più cresciuti.
Questo è particolarmente evidente nel fil rouge che percorre tutto il film, incentrato sull’utilizzo delle armi per mantenere la sicurezza mondiale. Un concetto che avrebbe potuto offrire spunti davvero interessanti per un pubblico molto ampio, seppur semplificandolo per gli spettatori più giovani, ma che si traduce in una morale finale assolutamente basilare.
Poco da dire anche per quanto riguarda l’impianto tecnico. Al di là della sequenza di trasformazione di Lance nella sua controparte ‘piccionica’ (o ‘piccionesca’?), che risulta davvero ispirata, sfociando in tinte horror con tanto di richiami ad alcuni classici del genere, non c’è nulla che possa davvero catturare l’attenzione.