Cultura e Società

Cosa sono i missili Spike e perché non possono essere inviati a Kiev

I sofisticati missili Spike potrebbero aiutare l'esercito ucraino a tamponare l'avanzata russa, ma dall'occidente arriva il semaforo rosso

In Ucraina si è giunti ormai al 93esimo giorno di combattimenti, con l’esercito russo che stringe sempre di più la morsa su Severodonetsk.
A colpi di artiglieria pesante i russi sono riusciti ad avere avere la meglio nel Lugansk, dall’altra parte invece gli ucraini accusano Mosca di genocidio.

Mentre il presidente ucraino Zelensky chiede al premier italiano di fare pressione affinché si possano sbloccare i porti del Paese, quello russo in una telefonata con Mario Draghi chiude ogni spiraglio di trattativa di pace.

il residente russo Vladimir Putin ed il premier italiano Mario Draghi
il residente russo Vladimir Putin ed il premier italiano Mario Draghi

E mentre il piano italiano di pace, presentato dal ministro degli Esteri italiano Di Maio, viene bocciato da Mosca, il ministro degli Esteri russo dichiara: «Guai a fornire armi che colpiscano la Russia, sarebbe un passo verso una escalation».

Secondo la CNN invece, Washington si è detto pronto ad inviare a Kiev missili a lungo raggio, in modo da tamponare l’avanzata russa nel Donbass.

D’altronde sono settimane ormai che il presidente ucraino Zelensky chiede agli occidentali di inviare ulteriori armi per far fronte all’avanzata russa.

I primi a rispondere alle richieste del presidente ucraino erano stati i tedeschi.
Il Governo tedesco, in accordo con quello statunitense, si era detto pronto a fornire armi pesanti a Kiev. Circa un mese fa Berlino pianificava l’invio di carri armati Gepard e missili Spike all’Ucraina, salvo poi frenare tutto.

Anche l’Italia si era mostrata intenzionata ad inviare in Ucraina i missili anticarro Spike. Stranamente anche a Roma tutto si fermò ed il Governo italiano si limitò ad inviare a Kiev i missili terra- aria Stinger.

i sofisticati missili Spike di produzione israeliana
i sofisticati missili Spike di produzione israeliana

Cosa sono i missili Spike?

Si tratta di missili anticarro leggeri di terza e quarta generazione.
Si dividono in vari tipi: Spike-SR (Short Range); Spike-MR (Medium Range); Spike-LR (Long Range); Spike-ER (Extended Range); Spike NLOS (Non Line Of Sight) e Spike-SR PBF (Penetration Blast and Fragmentation).
Questa tipologia di missili viene prodotta dalla storica azienda militare israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd, fondata nel 1948 e che attualmente conta oltre 7 mila dipendenti.

I missili Spike una volta utilizzati permettono la neutralizzazione di ogni tipo di veicolo corazzato, compresi i più moderni carri armati, anche quelli protetti da corazzature reattive e da sistemi antimissile di ultima generazione.

i sofisticati missili Spike di produzione israeliana
i sofisticati missili Spike di produzione israeliana

Perché i sofisticati missili Spike non vengono inviati a Kiev?

A frenare l’invio di questi sofisticati missili Spike è proprio Israele.
Gerusalemme non autorizza infatti la Germania, ma anche l’Italia, a fornire a Kiev i missili anticarro Spike, che sono sì di produzione tedesca, ma su licenza dello Stato israeliano.

Nonostante questa tipologia di armi venga prodotta in Germania, non possono essere esportati verso altri paesi senza il consenso di Israele che ne detiene la licenza.

La risposta di Gerusalemme è secca: «fornire a Kiev esclusivamente armi non letali».

Perché Israele non permette l’invio di armi pesanti a Kiev?

La posizione di Israele nel conflitto russo-ucraino non è mai stata molto definita.
Le prime reazioni israeliane dopo l’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022, sono state timide. Soltanto nelle ultime settimane il Governo di Gerusalemme ha cominciato a mantenere una posizione più filo-ucraina.

il premier israeliano Naftali Bennett ed il presidente russo Vladimir Putin
il premier israeliano Naftali Bennett ed il presidente russo Vladimir Putin

La strategia geopolitica di Israele in Medio Oriente, dove la Russia di Putin risulta essere un valido partner per garantire la sicurezza della regione (basti pensare ad esempio all’utilizzo dello spazio aereo siriano da parte di Israele), non permette a Gerusalemme di puntare il dito nei confronti di Mosca.

Va detto inoltre che le cose sono cambiate dopo la crisi scaturita dall’intervista su Rete4 del ministro degli Esteri russo Lavrov.
Sergej Lavrov, una delle figure di spicco della politica russa, dichiarò in quel caso che gli antisemiti per eccellenza erano gli stessi israeliani.

il ministro degli Esteri russo Segej Lavrov in diretta su Rete4
il ministro degli Esteri russo Segej Lavrov in diretta su Rete4

Tali dichiarazioni portarono ad una reazione del Governo israeliano, che si è detto fin da subito indignato e pronto a rivedere il suo sostegno all’Ucraina.
L’autogol da parte del politico russo fu talmente tanto pesante, che toccò allo stesso Putin scendere in campo e chiedere scusa ad Israele per le dichiarazioni fuori luogo del suo uomo di fiducia.

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Arber Agalliu

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