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Social Face: gli attriti tra tv e web

Prendete degli youtubers di successo, metteteli in una stanza, lasciate che facciano tutto quello che fanno di solito sui propri canali, filmate il tutto e trasmettetelo su Sky. A quel punto avrete ottenuto Social Face.
Social Face, come avrete sagacemente intuito, è un nuovo programma televisivo che coinvolge personalità del mondo di Youtube come Favij, Greta Menchi, Surreal Power e Anima, conosciuti soprattutto per il loro seguito di giovanissimi. I ragazzi vengono mostrati mentre giocano ai videogame, fanno challenge… insomma, tutto quello che va “di moda” anche sul Tubo.
In realtà la recensione potrebbe anche finire qui, letteralmente. Il programma è molto simile, se non quasi identico al già recensito Yutubers, tant'è che avremmo potuto serenamente copiare ed incollare l'articolo dedicato a quest'ultimo, cambiando solamente i nomi. Non aggiunge assolutamente nulla a ciò che questi ragazzi fanno da anni su Youtube, e già solamente questo basta a renderlo poco interessante perfino a chi è “fan” di tali ragazzi e li segue sul web. Chi non li segue, chi è estraneo a questo mondo, invece, probabilmente farebbe solo fatica a capire cosa sta succedendo sullo schermo, e perché.
Ma a questo punto vorremmo analizzare il fenomeno.
La televisione sta cercando di prendere per sé una fetta del web. Ormai è chiaro che con Youtube si possono smuovere decine, centinaia, migliaia di persone, e il mondo televisivo, che da questo punto di vista risulta sempre più in “crisi”, almeno per quanto riguarda i giovani, è ovvio che stia cercando di rigirare le carte a proprio favore.
Il punto è che lo sta facendo in modo sbagliato. Molti creatori di contenuti del web, che non possiedono ovviamente i mezzi professionali offerti dalle produzioni televisive, potrebbero fare cose interessanti… se inseriti in progetti interessanti.
Non è questo il caso. L'impressione è che si stiano mantenendo dei format estremamente semplici, estremamente simili a quelli che si vedono su Youtube, sia per evitare di rischiare, sia perché con tutta probabilità i fan degli youtubers coinvolti – spesso diverse decine di migliaia – guarderanno comunque il programma per vedere i propri beniamini.
Image and video hosting by TinyPic
Il punto è che la televisione non è il web. Si tratta di due mezzi di comunicazione differenti, che possiedono certamente dei punti in comune ma anche delle differenze non trascurabili. Questo di per sé non sarebbe un male, se venisse accettato serenamente.  
Con Social Face il risultato, più che una “ideale coesistenza tra il web e la tv”, come Sky descrive il programma, sembra più che altro uno scimmiottamento del primo da parte della seconda. 
Come già avevamo avuto modo di dire nell'articolo dedicato a Yutubers, secondo noi determinate situazioni hanno senso di esistere in un contesto meno “formale” (se così vogliamo definirlo) rispetto alla televisione. Ha senso che uno youtuber possa desiderare di riprendersi mentre nella propria cameretta gioca ad un videogame con i propri amici. Gli utenti possono ritenerlo interessante o meno, degno di essere visto o meno, questo non ha importanza. Ma si tratta, comunque, di ragazzi giovani o giovanissimi che decidono di filmarsi mentre fanno gli sciocchi con gli amici. Di per sé, non c'è assolutamente niente di male.
La cosa assume delle tinte quasi grottesche, invece, se situazioni del genere vengono studiate apposta e proposte ad un pubblico, quello televisivo, che in teoria è molto più ampio rispetto al pubblico del web. 
A questo punto una domanda è, secondo noi, doverosa: tutto ciò ha senso?
In termini economici, sì. Gli youtubers che vengono scelti possiedono un bacino di utenti a dir poco enorme, e tanti spettatori significa tanti soldini per le reti che decidono di produrre e trasmettere tali programmi. Nulla da eccepire.
Tuttavia, in termini “etici", è giusto?
Non sta a noi deciderlo, sia chiaro, e non vogliamo ripetere la solita tiritera del “con tanti giovani talentuosi si potrebbe fare qualcosa di meglio”. Ma, se ci pensiamo su, se pensiamo a come si preferisca puntare sul produrre trasmissioni oggettivamente inguardabili perché portano soldi facili, invece di fare qualcosa di meglio… beh, l'amaro in bocca secondo noi è totalmente giustificato.

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Francesca Menta

Nella vita legge fumetti, guarda cartoni e fa altre cose noiose e banali che non vale la pena menzionare. Allenatrice di Pokémon dal 1999. A quanto pare adesso recensisce anche videogiochi, coronando il sogno di una vita: poter gridare con fare oltraggiato "Lo sto facendo per LAVORO" ogni qualvolta viene trovata di fronte ad una console.

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Commenti

  1. Ma invece di fare queste cavolate perchè non si danno da fare col progetto Diabolik?Hanno lanciato un teaser inutile anni fa e poi non si è saputo più nulla -_-

  2. Capisco che il web stia prendendo sempre più spazio nel nostro tempo, ma perché la televisione italiana non vuole capire che mischiare la Tv al web sarebbe un pò come vedere l’accoppiamento tra un umano e un alieno

  3. Diciamo che, secondo me, un “mix” sarebbe anche possibile (ed interessante), ma andrebbe fatto con criterio e cognizione di causa. Prendere pari pari determinate cose che si trovano sul Tubo e trasferirle in televisione, semplicemente, non funziona. 

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