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Ducktales: un finale di stagione da sballo

È passata una stagione e i "nuovi paperi" ormai li conosciamo. Le vuote polemiche sullo stile sono ormai scemate, le perplessità sulle voci sfumate e i dubbi sull'operazione nostalgia scomparsi. Allora cosa c'è rimasto di Ducktales? Ora che siamo giunti al grandioso finale di stagione è ora di tirare le somme su quello che è stato e quello che sarà. 
DuckTales si è presentato subito come un'opera figlia di internet, come è stato per Gravity Falls, infarcita di decine e decine di Easter Eggs, dettagli e rimandi che portano l'appassionato a seguire la serie frame per frame e crogiolarsi in un calore gettato dalla propria infanzia.
Operazione vincente e anche abbastanza logica per evitare l'effetto "remake" ma al contempo non inimicarsi i fan più accaniti, uno specchietto per le allodole (per i paperi) che però contribuisce al carisma dell'opera e che non ci sentiamo proprio di condannare.
La cosa che colpisce di più di questa stagione è la dinamicità con cui vengono trattate le puntate singole, non sempre infatti tutto il cast sarà presente, cosa impensabile nella serie originale.
Addirittura in una non compare nemmeno Zio Paperone,  il trio di gemelli anche se indissolubilmente legati, non sono considerati come un unico personaggio, anche Jet McQuack e "Tata" vanno oltre la semplice macchietta, con sogni, aspettative, piccole manie e passioni proprie.
La vera punta di diamante è comunque sempre il papero più ricco del mondo e David Tennant si conferma una scelta vincente per dargli una voce.
Disney ha cercato di svecchiare DuckTales senza snaturarlo , riuscendoci in pieno. Così oltre i vecchi cercatori d'oro si affiancano nuovi ricchi, quelli che hanno fatto fortuna con la tecnologia, le app e i social network. Darkwing Duck diventa "una vecchia serie tv" , Archimede un genio con lo sguardo puntato al futuro e perfino Scrooge ha un telefono. 
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Anche la trama si fa più adulta con addirittura morti e lacrime, ciascuno dei nemici di Paperone rappresenta un pericolo proporzionato al suo essere, così la Banda Bassotti diventa quello che è sempre stata semplicemente una banda di ladri mentre Magica De Spell (Amelia) si trasforma nella vera minaccia, un restlyng che colpisce, con un crescendo fino al paperoso finale di stagione.
In particolare il personaggio della fattucchiera, legato a quella di Lena, ci ha convinto riguardo la crescita emotiva della serie, ma lo capirete fin dalla prima volta che comparirà.
Particolarmente degno di nota il lavoro fatto su Donald Duck che non solo si rivela finalmente per quello che è, cioè un impavido avventuriero, ma anche un coscienzioso padre e all'occorrenza un condottiero. Mirabile anche l'idea dell'adattatore vocale nell'ultima puntata per farci riuscire a comprendere cosa dice il papero, e la sua voce è quella di Don "War machine" Cheadle, forse una preview per l'arrivo di Paperinik? Possibile.
È duro da ammettere, ma per quanto sia ancora affascinante la serie originale, Ducktales 2018 riesce a distanziarsi e ad approfondire le tematiche che abbiamo imparato ad amare.
Ducktales 2018 è più ricercata, con battute più intelligenti e più adulta, adatta al target ormai cresciuto della precedente, ovviamente questo non significa per forza migliore, ma comunque c'è un abisso tra le due soprattutto per finalità.
Ducktales non è una serie per bambini, è una serie per ragazzi che ha più livelli di lettura, alle volte tocca anche punti definibili come "satira" e noi non vediamo l'ora della seconda stagiona.

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