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Perché il finale di una serie TV è un valore aggiunto

Il finale di una serie TV non è mai facile. Questo può alterare il valore complessivo di una storia che magari è riuscita a piacerci per tanti anni e un numero esagerato di stagioni. Ed ecco che, d’un tratto, vediamo il nostro amore e la passione con cui abbiamo seguito i protagonisti affrontare mille difficoltà, si sgretola in poche puntate finali, scritte male, frettolosamente, superficialmente e chi più ne ha più ne metta.

Sapendo dell’importanza del finale di una serie TV spesso ci ritroviamo, a volte inconsapevolmente, a desiderare che questa non finisca mai, a volere un’altra stagione, ancora un’altra pur di far arrivare quel rischiosissimo momento il più tardi possibile. Ma è davvero questa la soluzione?

La serie TV infinita

Greys AnatomyNello scenario “televisivo” contemporaneo, fatto di piattaforme, abbonamenti e streaming, l’offerta è quantomai alta, a tratti esagerata. Nel 2016, infatti, è stato raggiunto il numero record di oltre 450 serie TV prodotte in un solo anno. Con tutta questa offerta a disposizione e un pubblico sempre più selettivo, non è difficile capire perché le case produttrici decidano di puntare su un prodotto già affermato a costo di prolungarle per decine di stagioni.

Che sia una scelta vincente o meno non sta a noi deciderlo ma possiamo sicuramente elencare i rischi che questa comporta. Certo, i vostri personaggi preferiti stanno ancora viaggiando nel tempo e nello spazio o salvando vite umane tra una love story e un’altra ma la minestra viene riscaldata talmente tanto da non avere più lo stesso sapore che abbiamo tanto amato all’inizio. Ed è così che tra una metafora culinaria e l’altra, una bella trama si dilunga, spazia, si deframmenta in tanti piccoli altri mini-universi, qualcuno più interessante, qualcuno meno, che la allontanano dal suo valore originale.

A questo si aggiunge anche la creatività degli scrittori che sebbene siano sempre motivati (da fattori artistici o economici, chi lo sa!) a raccontare sempre nuove storie, rischiano di cadere nella cosiddetta scrittura vuota; tanti nuovi episodi e trame filler che esistono solo per non arrivare a quella maledetta fine.

Chi ha paura della fine?

Scena Finale

Le ragioni dietro a questo pensiero sono molteplici e tutto sommato, abbastanza valide. Oltre ai fattori economici e dei rischi che derivano dal puntare su una nuova idea, scrivere il finale di uno spettacolo di successo, con tante stagioni alle spalle e una fanbase accanita non è un lavoro semplice. Le difficoltà sono ovunque e le conseguenze inevitabili. È praticamente impossibile creare un finale che possa accontentare tutto il pubblico. Quest’ultimo è infatti diviso da chi vorrebbe che la propria serie preferita non finisca mai e da chi preferirebbe assaporare una fine celere e gloriosa piuttosto che guardare inerme il proprio show preferito scivolare nella banalità.

Uno dei peggiori nemici delle storie che si dilungano troppo è il tempo. Nel corso di tanti anni, infatti, molte cose possono cambiare, attori, sceneggiatori o registi che non riescono a dare quella stessa scintilla di genialità che ci ha conquistati. Ma il cambiamento più grande è quello che interessa noi spettatori; pretendere che i nostri gusti, sogni e desideri siano gli stessi di quelli di dieci anni fa è oltremodo sbagliato. Ed ecco che qualcosa non ci piace più come prima, amiamo i protagonisti per quello che sono stati ma non per come sono ora e la passione si trasforma in un lampo in malinconia.

Questo è anche il motivo che sta dietro agli scarsi successi che, generalmente, accompagnano i revival o i reboot di film e serie che abbiamo tanto apprezzato da piccoli e che, semplicemente, sono diventati un altro prodotto.

Il finale quello bello

E poi ci sono quei casi che ci fanno capire perché è importante che una bella serie TV debba finire e come questo possa essere un valore aggiunto al significato dell’opera. Quei finali semplicemente belli, che scaldano il cuore, che in una puntata ti fanno ricordare tutto quello che hai amato di quello show dalla prima stagione. Inutile negare che, anche se siete dei fermi sostenitori dei finali, una sottile (neanche troppo) vena di malinconia e tristezza assale tutti quando si arriva a quel momento. Nulla che un immediato rewatch non possa rimediare!

Pensiamo a Scrubs (questo conta come #LunedìFeels anche se è venerdì) che in pochi minuti riesce a concludere egregiamente una serie a dir poco speciale (se non si considera… Beh, lo sapete); ad Orphan Black che è riuscita in “sole” 5 stagioni a regalarci una storia interessante senza perdersi troppo; a Fleabag che in appena 2 stagioni ha stravolto con una risata lo scenario internazionale; e, infine, pensiamo a BoJack Horseman che proprio oggi termina con la sesta stagione.

Quest’ultimo esempio incarna perfettamente il punto che stiamo cercando di ribadire in questo articolo. Se siete fan della serie, di qualsiasi serie TV che si appresta a raggiungere il suo finale, essere tristi per questo è normale e giusto. Ma un finale può impedire che una storia sfugga dalle nostre mani e può proteggerla dai rischi dell’economia dell’intrattenimento, conservandola per sempre nei nostri ricordi così come ci piace.

Scrubs The Complete Collection (Dvd Box) [Edizione: Paesi Bassi] [Edizione: Regno Unito] [Edizione: Regno Unito]
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  • Zach Braff, John C. McGinley, Donald Faison (Attori)
  • Audience Rating: G (audience generale)

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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