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Scappo a casa: il rischio che (non?) paga | Recensione

Aldo Baglio si lancia in un’avventura da protagonista assoluto e nasce Scappo a casa. Il film è infatti il primo in cui l’attore siciliano ha un ruolo centrale in cui non compaiano i suoi storici colleghi, con cui ha formato un sodalizio comico capace di battere record su record di incassi. C’è quindi molta curiosità intorno a questa pellicola, con tantissimi che si chiedono se questo debutto ‘da solista’ potrà funzionare. Noi abbiamo visto il film in anteprima qualche giorno fa e vi raccontiamo cosa ne pensiamo in questa recensione di Scappo a casa.

Di che cosa parla Scappo a casa?

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Michele è un meccanico di Milano, razzista, egoista, maleducato e incredibilmente focalizzato sulle proprie necessità. Durante un viaggio di lavoro a Budapest, ottenuto a discapito di un collega, subisce una rapina e si ritrova a vagare per la città senza più i propri beni. Due poliziotti lo scambiano quindi per un immigrato irregolare e si ritrova in un centro di accoglienza. Da qui dovrà ripartire, cercando di trovare un modo per ritornare in Italia, scoprendo che il mondo è ben diverso da come se lo è sempre immaginato.

La sceneggiatura di Scappo a casa è complicata. Da una parte le gag comiche in sé funzionano e anche bene. Aldo non ha perso il suo smalto e riesce ancora a strappare più di una risata di gusto lungo la pellicola. Il quadro generale è un po’ meno riuscito. Nelle avventure di Michele si sviluppano diverse linee narrative, che spesso rimangono senza una conclusione soddisfacente, rapidamente sostituite da nuovi eventi e nuove sottotrame.

D’altro canto è estremamente apprezzabile come sia riuscito a mantenere un tono leggero senza però rinunciare a presentare scene di forte impatto. Il film intreccia ottimamente momenti piuttosto crudi (per il genere a cui appartiene, chiaramente) a sequenze più leggere.

Sulla stessa linea sono i riferimenti politici. Scappo a casa ha trovato un ottimo equilibrio per lanciare i suoi attacchi, evitando di banalizzare la questione in un attacco a figure specifiche, ma anche di raccontare un messaggio generico, timoroso di essere troppo diretto.

Più in generale è giusto sottolineare come non si percepisca l’assenza degli storici compagni di avventure del protagonista. Scappo a casa non arriva al pubblico come un film ‘con Aldo senza…’. È un film con Aldo Baglio, punto.

Soltanto gli imbecilli non cambiano mai idea

Scappo a casa cerca, come dicevamo, di affrontare un tema importante ed estremamente di attualità: quello dell’immigrazione. Il tema non viene affrontato semplicemente dal punto di vista italiano, ma ha un respiro internazionale. Anche grazie a questa prospettiva, riesce a puntare l’attenzione su aspetti non sempre evidenziati di questo drammatico tema, come lo sfruttamento al limite della schiavitù o i pregiudizi di parte delle autorità.

Come dicevamo, non c’è risparmio di colpi, nonostante l’approccio da commedia. Michele all’inizio del film è terrificante. Pur con qualche tratto di umanità (che aiuterà a porre le basi per il suo successivo cambiamento) non è un “simpaticissimo bastardo italiano abbronzato e corrotto”, ma un uomo disposto a scavalcare tutti e tutto per guadagnare qualsiasi minimo vantaggio.

Non è un caso che l‘unica (o quasi) citazione dagli altri film di Aldo sia quella riportata qui sopra, però. Scappo a casa vuole infatti lanciare un messaggio di speranza, mostrando che non c’è nulla di male nel cambiare idea, nel rendersi conto che un certo tipo di approccio alla vita non è l’unico possibile, ma solo l’unico scelto finora. Si spera ovviamente che non a tutti serva un’esperienza traumatica come quella di Michele per rendersene conto.

Certo, ci sono ancora diversi aspetti criticabili alla rappresentazione in questo film. Alcune scelte sono tendenzialmente problematiche, a partire dall’introduzione del tema dello sciamanesimo, peraltro non sviluppato nella pellicola, o il test vocale, che lascia un po’ perplessi. Tutto è poi avvolto nella cosiddetta White Savior narrative, aspetto criticato anche nel recente Premio Oscar Green Book.

Tuttavia è sicuramente un passo molto deciso del cinema italiano più mainstream ed è utile che sia stato compiuto. Da qui si può ripartire per correggere il tiro, puntando sempre più in alto.

Pareri finali

Sarebbe stato semplicissimo proporre una commedia facile, con i classici equivoci e scambi di persona per il debutto solista di Aldo Baglio. Oppure optare per un road movie più tranquillo, un genere particolarmente caro all’attore siciliano, come sappiamo. A giudicare dai lati più comici di Scappo a casa, il risultato sarebbe stato quasi sicuramente positivo, con un film capace di fare ridere di gusto gli spettatori.

Tuttavia si è scelto di rischiare, di provare a raccontare una storia più complessa e con un messaggio importante. Di provare a fare ridere, sì, ma anche riflettere. E, nonostante i diversi difetti di Scappo a casa, probabilmente è stato meglio così.

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