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Sangue è un racconto dei lati di Tokyo che non si raccontano | Recensione

Il nuovo libro di Eleonora C. Caruso e Noah Schiatti per BAO è una toccante storia di maschere

Sono passati secoli dall’epoca dei viaggi degli esploratori occidentali, ma il Giappone ha ancora il fascino di un altro mondo. La cultura di questo Paese si è trasformata nel tempo, ma ha una sua identità forte e unica, con tanti aspetti che sono ignoti per chi non ci è mai stato né tantomeno l’ha vissuta. Sangue è il nuovo libro a fumetti di Eleonora C. Caruso e Noah Schiatti, uscito per BAO Publishing in questi giorni, che ci racconta proprio uno di questi angoli bui. Con la leggerezza della fotografia di strada.

Sangue è un libro a fumetti che ci porta nel mondo degli host

Che cos’è un host? Di base è un ragazzo che ti può tenere compagnia, a pagamento. Ma non pensate che sia un eufemismo, non stiamo parlando di prostituzione. Quella è un’altra cosa, che esiste e può avere dei legami con l’universo degli host in tanti modi differenti, ma è diversa. Si tratta davvero di pagare qualcuno con cui chiacchierare, bere qualcosa e sentirsi corteggiati, adulati, amati. Una necessità sempre più forte in una città tormentata come Tokyo.

Shun è uno dei più celebri host del quartiere di Kabukichō, il che lo rende uno dei più celebri host di tutto il Giappone. Ma il suo tempo sta per scadere. L’host non è una professione che si può fare per sempre. Da una parte, è usurante a livello fisico perché richiede di ubriacarsi ogni sera, soprattutto se sei di successo. Dall’altra per il semplice invecchiamento: Shun ha venticinque anni e per un host questo è già da fine carriera.

È in questo mondo che ci porta Sangue, questo libro a fumetti che racconta un angolo di Giappone che pochi conoscono. E per accentuare tutto questo, sembra evitare accuratamente tutta quella parte del Paese più da cartolina, più simbolica, più immediatamente riconoscibile. Non c’è Shibuya, non c’è lo Skytree, non ci sono i templi, ma neanche tutte le altre icone di un Giappone conosciuto superficialmente.

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Caruso ci porta davvero mano nella mano nelle pieghe di una Tokyo che non si conosce. Tanto che se dicesse che in realtà è tutto inventato, che è un mondo alternativo, che è una fantasia sarebbe altrettanto credibile. Ma non è così, quella parte di Tokyo e questo angolo di mondo esistono davvero e c’è una storia profondissima (ma forse anche tante altre) da raccontare.

Shun, un ragazzo che incarna l’apatia

Sangue è fondamentalmente un character study di uno di questi host. Uno di quelli che è arrivato in cima e adesso sta piano piano iniziando a vedere il finire della sua breve carriera. Ma non si è davvero reso conto del fatto che non sarebbe durata, non si è davvero reso conto del fatto che doveva prepararsi un’exit strategy, non si è davvero reso conto. E basta.

Shun è la rappresentazione totale dell’apatia. È straordinario nel suo lavoro (che non è solo “essere belli” ma giocare con i sentimenti delle sue clienti, manipolandole a volte) ma quando toglie la divisa, toglie anche la maschera e torna al nulla. Niente lo può scalfire, sembra non provare emozioni, forse neanche il senso di colpa, che non sarebbe del tutto ingiustificato.

Questa corazza inizia a incrinarsi quando incontra Toru. Un ragazzo ingenuo, genuino e spontaneo, che ha vissuto una vita completamente diversa da quella di Shun. Ciascuno dei due ha quindi l’opportunità di vedere una prospettiva nuova su sé stesso, riscoprendosi con gli occhi di un altro. Ma non aspettatevi quello a cui probabilmente state pensando.

Per quanto il mondo in cui si svolge, lo dicevamo, sembra quasi essere di fantasia tanto è lontano dai racconti a cui siamo abituati, quella che troviamo tra le pagine a fumetti di Sangue non è una fiaba. Toru non è il principe sul cavallo bianco, tanto quanto non lo è Shun (per quanto forse qualche sua cliente creda di sì). E proprio il finale di questa storia – che non vi sveliamo – è quanto di più realistico ci sia.

Sangue, un libro a fumetti per una storia profonda

Tutta questa narrazione è profondamente inscindibile dai disegni di Schiatti. Abbiamo un’estetica orientale nel tratto (tanto che abbiamo avuto l’impulso di leggere da destra a sinistra le pagine in certi momenti) con una quantità di dettagli incredibile, posta in ogni inquadratura. E a dare ancora più forza al tutto troviamo la scelta dei colori.

Il 90% del volume si gioca sulle tonalità secondarie: il viola, il verde e l’arancione. E questo dà la perfetta atmosfera a tutto il racconto, quasi come se tutto fosse illuminato da neon. Che da una parte ci richiamano immediatamente Tokyo, quella che già conosciamo, dall’altra tutto quell’immaginario cyberpunk da Blade Runner in poi. Un mondo di fantasia, appunto, con una punta di distopia che rende tutto più potente.

Insomma, se amate il Giappone o se volete semplicemente leggere una storia complessa, che non digerite immediatamente appena chiuso il libro (e anzi, vale di più in seconde o terze letture), Sangue è il libro a fumetti che fa per voi. Un’ottima aggiunta per le vostre librerie.

Sangue
  • Caruso, Eleonora (Autore)

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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