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Samuel L. Jackson non accetta le scuse di Joe Rogan per la N-word

Secondo l'attore il podcaster utilizza la parola fuori contesto

Samuel L. Jackson, che ha recitato in sei film di Quentin Tarantino che usano ripetutamente la parola N-word, si è soffermato sulla recente controversia del podcaster Joe Rogan sull’epiteto razziale. Il vincitore onorario dell’Oscar di quest’anno, 73 anni, ha rifiutato le scuse dell’ospite di “The Joe Rogan Experience”.

All’inizio di questo mese, la vincitrice del Grammy Award India Arie ha ammonito Rogan per il suo “linguaggio razzista”. La musicista ha pubblicato una clip che dimostrava l’uso per ben 22 volte della N-word da parte di Joe Rogan negli episodi del suo popolarissimo podcast. In seguito al video, Rogan si è scusato per aver usato l’insulto razziale – definendolo “la cosa più vergognosa di cui abbia mai dovuto parlare pubblicamente” – ma ha insistito sul fatto che non era razzista. Queste le scuse di Joe Rogan: “So che per la maggior parte delle persone non esiste un contesto in cui una persona bianca può dire quella parola e sono d’accordo con questo. Non la dicevo da anni… Ho pensato che finché fosse stato nel contesto, le persone avrebbero capito cosa stavo facendo”.

Samuel L. Jackson illustra il suo pensiero sulla spinosa questione

Samuel L. Jackson ha spiegato la sua posizione riguardo Joe Rogan in un’intervista al The Times: “Dice che nessuno ha capito il contesto in cui la utilizzava. Ma non può dire così. Non è il contesto, amico… È che lui si divertiva mentre la usava. Dici che ti dispiace perché vuoi tenerti i soldi, ma ti divertivi mentre la usavi e che lo facevi perché era divertente”, ha tuonato.

La star di “The Hateful Eight” e “Pulp Fiction” ha citato le sue esperienze sul set del film premio Oscar 2012 di Quentin Tarantino, “Django Unchained”. Il film ambientato negli anni ’50 dell’Ottocento generò molte polemiche sull’uso – e sull’uso eccessivo – dell’epiteto. E il co-protagonista di Jackson, Leonardo DiCaprio, non era convinto dell’utilizzo ripetuto della parola. Lo stesso Jackson ha raccontato: “Dev’essere parte integrante della storia. Una storia è un contesto, ma utilizzarla solo per strappare una risata? Quello è sbagliato. Ogni volta che si parla dell’abuso della n-word si parla di Quentin, ma non è giusto. Lui sta raccontando una storia e sono i personaggi a parlare così. Quando lo fa Steve McQueen è arte. Lui è un artista, Quentin un regista da popcorn. Mentre facevamo le prove per Django Unchained, DiCaprio disse: ‘Non so se posso dire ne*ro tutte queste volte’. Io e Quentin gli dicemmo che avrebbe dovuto”.

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Autore

  • Anna Montesano

    Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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