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Rutger Hauer, morto l’indimenticabile attore di Blade Runner e Ladyhawke

Rutger Hauer è morto il 19 luglio, all’età di 75 anni, dopo una breve malattia. L’attore ha iniziato a recitare nel cinema dalla fine degli anni ’60, ma è negli anni ’80 che ha raggiunto il successo internazionale. Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per il suo ruolo in Blade Runner, pellicola fantascientifica di Ridley Scott liberamente ispirata al Cacciatore di Androidi, racconto del 1968 di Philip K. Dick.

Come lacrime nella pioggia

Rutger Hauer Ladyhawke

Quasi tutti conoscono o hanno sentito il monologo di Blade Runner. Pronunciato alla fine del film dal replicante Roy Batty, non è presente nel romanzo ma ha avuto un successo planetario. Probabilmente si tratta della scena per cui sarà maggiormente ricordato Hauer. Non si trattava però del primo film di Hollywood a cui Rutger ha partecipato: la sua prima avventura a Los Angeles è stata al fianco di Sylvester Stallone ne I falchi della notte (1981). Precedentemente aveva lavorato nella sua natia Olanda, in film e serie televisive.

Nel 1982 arriva la vera svolta con Blade Runner, dove l’attore presta il volto a un personaggio che gli resterà cucito addosso per il resto della vita. Nel 1985 ricopre il ruolo di Etienne Navarre in Ladyhawke, avventurosa fiaba medievale diretta da Richard Donner. Il film porta la troupe a girare in Europa in cerca di castelli che si adattino al film, fra questi  c’è qualche maniero italiano. Con l’Italia collabora più a fondo qualche anno dopo, ne La leggenda del santo bevitore (1988) di Ermanno Olmi.

Ha continuato a recitare sia nel cinema che nelle serie tv, addirittura ha partecipato al doppiaggio di Kingdom Hearts III (solo nella versione inglese). Si è dedicato anche a battaglie sociali, come la liberazione del cofondatore di Greenpeace Paul Watson nel 1994 e l’istituzione della fondazione Rutger Hauer Starfish Association per la ricerca sull’AIDS. Nel 2007 aveva pubblicato un’autobiografia.

Per ironia del destino, Blade Runner è ambientato in un distopico 2019, proprio l’anno in cui Rutger ci ha lasciato. Però stavolta tutti quei bei momenti che abbiamo passato in sua compagnia non andranno perduti come lacrime nella pioggia.

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