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Only Murders in the Building 2, un turbine di misteri e meta-commenti | Recensione

La serie basata su un podcast incentrato su un altro omicidio non perde il fascino (e prepara una sorpresa?)

Il trio di investigatori e podcaster Charles, Mabel e Oliver sta per tornare. A risolvere crimini nel proprio palazzo e farci ridere mentre lo fanno. Only Murders in the Building torna per la stagione 2 e noi lo abbiamo divorato in anteprima per scrivere questa recensione. E pur evitando spoiler vogliamo raccontarvi della chimica ancora una volta perfetta fra i protagonisti, della trama complicata, dei commenti meta-narrativi che ci fanno sorridere e riflettere.

Ma il miglior commento lo vogliamo fare subito. Abbiamo visto solo le prime sei puntate sulle dieci disponibili. E non vediamo che escano le prossime: non abbiamo la più pallida idea di chi possa essere l’assassino e cosa ci riservi il finale. Ma ci aspettiamo una grande sorpresa: gli ingredienti ci sono tutti.

La nostra recensione di Only Murders in the Building 2

La nuova stagione di Only Murders in the Building (OMitB) inizia dove avevamo lasciato alla fine della prima. Dopo averci sorpreso nel finale, cambiando colpevoli e incastrando trame diverse fra loro, i creatori della serie Steve Martin e John Hoffman ci avevano sconvolto un’ultima volta, dando il là alla nuova stagione.

Dopo che Mabel (Selena Gomez) aveva detto che c’erano ancora delle trame in sospeso, aveva lasciato Charles (Steve Martin) e Oliver (Martin Short) sul tetto mentre scendeva a prendere dell’altro champagne. Ma quando i due la raggiungono, la trovano coperta di sangue: fra le braccia ha il corpo di Ursula (Vanessa Aspillaga), l’amministratrice del palazzo.

Lo show nelle seconda stagione riparte proprio da qui, con i tre protagonisti che diventano sospettati dell’omicidio. Una motivazione in più per risolvere l’ennesimo omicidio nell’Arconia. Che in questa stagione svela nuovi segreti, sull’edificio e su tutti i suoi occupanti.

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Una trama ancora più complessa (e piena di sottotrame)

L’anno scorso hanno abbiamo iniziato a guardare OMitB perché sapevamo che il cast ci avrebbe fatto ridere. Steve Martin e Martin Short sarebbero bastati, Selena Gomez ha dimostrato di poter confrontarsi con i maestri con abile ironia. E gli altri attori (da Nathan Lane a Tina Fey) erano una certezza. Ma quello che ci ha convinto è stata la trama da giallo ben studiato.

Gli autori hanno abilmente costruito un mondo vivo nel palazzo, con diversi fili di trama da seguire per trovare il colpevole. Quest’anno, gli autori di Only Murders in the Building hanno voluto non sono riconfermarsi, ma anche alzare la posta.

In sei episodi abbiamo seguito almeno una dozzina di filoni diversi. Dal passato dei protagonisti (soprattutto di Charles) fino a quello dell’edificio, sono emersi almeno una decina di segreti. Ogni personaggio che nella scorsa stagione era solo una caricatura, in questa seconda stagione diventa un personaggio con una vita emotiva e un passato da svelare.

Il mondo dell’Arconia ha preso vita in pieno. E non abbiamo idea di dove stiano andando a parare gli autori. Più di una volta abbiamo iniziato a esplorare un segreto, per poi trovare la strada sbarrata da un colpo di scena che ci ha portato nella direzione opposta. Superata la metà, ci sono diverse sottotrame lasciate in sospeso, come se fossero dimenticate. Di solito questo sarebbe un motivo buono per scrivere una recensione negativa, ma Only Murders in the Building sa dove sta andando a parare. Sembra che brancoli nel buio, ma ci strizza l’occhiolino per dirci che conosce l’Arconia anche a occhi chiusi.

Lo dicono indirettamente i fan del podcast (che forse potrebbe diventare una serie streaming con Charles protagonista, per aggiungere meta-commento su meta-commento). Più di una volta hanno commentato che la trama sembra sconclusionata, una specie di occhiolino alla telecamera per dirci: aspettate, ci stiamo arrivando. Con il meta-commento dei fan del podcast, la serie ci sta chiedendo di fidarci. E visto il livello di qualità finora, non possiamo che farlo: la trama è incasinata, ma ci stiamo divertendo ogni minuto di streaming.

La recensione di Only Murders in the Building 2: il cast ci ammalia ancora una volta

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Il motivo principale che ci spinge a continuare a fidarci della serie è la dinamica fra i tre protagonisti. I dialoghi divertenti ma che rivelano sempre il carattere di Charles, Oliver e Mabel sono la conferma che gli autori di OMitB sanno scrivere, eccome.

E gli attori sanno recitare. Steve Martin si ritrova ancora una volta ad alternare alla perfezione comicità con momenti che fanno salire le lacrime agli occhi, specie quando si parla della sua famiglia. L’interpretazione resta genuina anche se le battute e le situazioni sono surreali, lui fa da vera ancora per tenere i fan incollati allo schermo.

Insieme a una Selena Gomez ancora più consapevole del proprio talento recitativo, che non esagera l’interpretazione ma ci fa sentire tutte le emozioni di Mabel con lo sguardo. Anche in questa seconda stagione continua a rimarcare con ironia le battute dei suoi ‘vecchi’ amici, ma trova anche nuovi modi per farci ridere (c’è una scena tra Millenials e Gen Z che per una volta fa fare a lei la parte dell’anziana che abbiamo adorato).

Martin Short invece prende ancora più di petto il suo ruolo istrionico, recitando battute cariche di riferimenti e grandiosità con un ritmo che solo lui possiede. Sembra che gli autori si siano divertiti a esagerare il suo personaggio per vedere quanto assurdo (ed esilarante) potesse diventare. E lui risponde alla grande, pur vendendoci alla perfezione i momenti in cui deve diventare serio.

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Il resto del cast non è assolutamente da meno. Non possiamo parlare del ruolo dei nuovi ingressi nel cast per paura di spoiler. Ma quello che possiamo dirvi è che tutti portano una nuova ventata di comicità (che più naturalmente, chi grazie a una sceneggiatura di alto livello) e di intrighi.

L’esplorazione dei vecchi residenti dell’Arconia, già conosciuti la scorsa stagione, permette poi ad alcune leggende di Broadway di brillare anche in streaming su Disney+. La sceneggiatura complessa e densa di dialoghi richiede attori all’altezza. E Only Murders in the Building 2 non ci ha deluso in questa recensione: dai ventenni ai novantenni, sono tutti perfetti.

Gestire il successo. E rilanciare

Il meta-commento della serie non sta solo nei fan del podcast che pongono le stesse domande che porremmo noi che guardiamo la serie dal divano di casa. Anche nella stagione 2 Only Murders in the Building è consapevole del proprio ruolo nella cultura pop e lo dimostra più volte negli episodi che abbiamo guardato per questa recensione.

Nella prima stagione abbiamo incontrato Charles nel ruolo di un attore un tempo famoso, ma che i giovani non ricordano più. Ma dopo il successo del podcast, Hollywood sembra pronta a un reboot di Brazzos. Anche se lui non avrà il ruolo da protagonista. Oliver è un artista di teatro, amato da pochi ma pieno di debiti, che vuole rilanciare ancora una volta la propria carriera. E vuole capitalizzare sul successo del podcast per farlo. Mentre Mabel sembra non riuscire a lasciarsi alle spalle la propria adolescenza, con gli scandali del passato che non le lasciano vivere il presente.

Only Murders In The Building Stagione 2

Gli autori hanno da subito esagerato alcuni tratti degli attori protagonisti, per creare una metanarrativa nella storia. Steve Martin è molto più famoso del Charles che interpreta. Ma è vero che ci sono generazioni che non sapevamo che leggenda assoluta della comicità fosse prima di questa serie. Martin Short ha sempre avuto successo, ma il suo personaggio dai modi teatrali esagera qualcosa che lui porta in tutti i suoi spettacoli. E Selena Gomez non ha omicidi nell’armadio, ma il passato Disney e le sue relazioni da giovanissima sono ancora ingombranti.

In questa nuova stagione, la serie mostra un’evoluzione dei personaggi creando un parallelo fra il successo del podcast e quello della serie su Disney+. Con fan troppo esigenti da gestire e agenti che realizzano solo adesso che Steve/Charles è vivo. Dimostrando ancora una volta che la serie è davvero intelligente. Prendendosi un po’ in giro per il successo inaspettato, ma senza calcare la mano. Il centro della scena lo hanno ancora i tempi comici dei personaggi e i colpi di scena dell’investigazione.

Only Murders in the Building resta ancora una delle serie più curate e piacevoli in circolazione. Intelligente senza prendersi sul serio, intrigante senza smettere di divertire. Per questo ci aspettiamo un finale in grande stile. Se dovesse chiudere in maniera esilarante (e inaspettata) come la scorsa stagione, ci aspettiamo che la cerimonia degli Emmy si tenga direttamente nella hall dell’Arconia.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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