La nostalgia è una brutta bestia. Lo dicevano anche Albano e Romina in quella loro canzone che recitava Nostalgia Canaglia, non che apprezzi molto quel genere musicale, ma per quanto non conosca il resto del testo posso concordare su queste due parole. Se ci pensate, parte dei problemi del mondo dell’intrattenimento sono dovute anche alla nostalgia, perché dubito che non c’entri il fattore “nostalgia della gente” nel fare cose come cinque film sui Transformers (uno peggio dell’altro) più uno spin off in arrivo o cose che non stanno né in cielo né in terra come il film sull’orso Yoghi o su Picchiarello (se non lo sapevate, sì, esistono). La nostalgia distorce il passato e rende periodi della nostra infanzia edulcorati, tagliando le parti brutte e facendole sembrare idilliache, come se avessimo perso per sempre i migliori anni della nostra vita. Certo, la nostalgia la proviamo tutti verso determinati momenti, soprattutto dell’infanzia, e non c’è nulla di male in questo, finché non ne diventiamo ossessionati e purtroppo questa ossessione appare attualmente presente in molti campi del mondo dell’intrattenimento.
Anche il videogioco non è immune al pericolo nostalgia e non è raro trovare gente, sui social o nei forum (sempre che qualcuno li segua ancora), che rimpiange i bei tempi del 16 bit o del Commodore 64, quando i giochi erano veramente giochi, che non si finivano mica da soli come adesso, e gli open world erano tutta campagna. Con il passare degli anni il retrogaming è diventato sempre più presente nel mondo videoludico, da una parte per via dell’invecchiamento di questo mondo, con nuove generazioni che hanno voglia di recuperare vecchi classici, dall’altra appunto per un effetto nostalgia sempre più marcato. Non per nulla molti titoli indie ritornano graficamente al vecchio stile, non soltanto per mancanza di risorse, ma anche per far gola ai vecchi giocatori ancorati al passato. Nulla di male in questo, dato che molti di questi giochi indie riescono a innovare nel loro campo stili di gioco obsoleti, rendendoli interessanti sia per i vecchi che per i nuovi giocatori.
Il problema principale con il fattore nostalgia sono le aspettative. Spesso ci ricordiamo la grafica di un titolo come sbalorditiva e la nostra memoria la ricopre di una patina di meraviglia; lo stesso succede con il gameplay, anche quello ricordato come uno dei migliori mai provati. Purtroppo il rischio di tornare sul gioco tanto amato nel nostro passato da videogiocatori e di restarne delusi è alto, ma non perché il titolo in questione fosse stato sopravvalutato dalla nostra scarsa esperienza in materia ai tempi (possibilissimo anche questo comunque), ma perché negli anni l’industria videoludica si è evoluta e noi con essa. Molte meccaniche di gameplay sono state superate o rimodellate per essere rese migliori e la grafica è ovviamente andata avanti con l’evolversi della tecnologia. Dunque, dopo esserci abituati ad anni di migliorie su tutti i livelli, tornare al passato è sempre un rischio.
Nei JRPG, ad esempio, ormai non esiste più la possibilità degli incontri casuali random: difetto che tutti questi giochi avevano, dagli anni 80/90 fino ai primi 2000. Tornare oggi su un titolo di questo tipo significa avere molta meno pazienza verso un difetto simile rispetto al passato, quando si era più abituati perché era la norma. Ricordo di aver provato l’anno scorso l’edizione remastered di Final Fantasy XII, un titolo dunque neanche troppo vecchio rispetto a molti altri, e la noia incredibile nei confronti dei combattimenti, che ormai mi risultavano davvero troppo basilari e senza grandi possibilità d’intervento da parte mia. Non a caso gli sviluppatori avevano inserito un’opzione per velocizzare il tempo, essendosi resi conto di un difetto che ci appare tale oggi, ma che, quando invece uscì il gioco, non poteva essere colto e anzi risultava divertente. Anche un grande classico come il primo Devil May Cry ha diverse meccaniche ormai superate, che pesano un po’ sul gameplay, certo è ancora oggi un ottimo gioco, ma non ha più lo stesso impatto dei tempi. D’altronde è un titolo che ha inventato un genere e i suoi “figli”, fra cui i seguiti ufficiali, hanno preso la sua eredità e l’hanno trasformata in qualcosa di molto più evoluto e meraviglioso.
Il valore di un videogioco si vede anche da come è invecchiato bene, perché se molti titoli del passato, giocati oggi, risultano meno avvincenti di quando uscirono in origine, ce ne sono alcuni immortali che continuano a dare sempre molte emozioni. Esistono infatti giochi che, nonostante gli anni passati, hanno ancora oggi un gameplay valido, come ad esempio Devil May Cry 3, tutt’ora parecchio divertente e attuale come stile, e anche il quarto capitolo, che è ormai di ben 10 anni fa, ma che è sempre bello da giocare. Altri grandi classici ancor’oggi interessanti possono essere titoli come Age of Empires o Starcraft, che reggono bene in termini di divertimento offerto dal loro sistema di gioco, oppure diversi immortali capitoli di Super Mario o i primi due Sonic. Metal Gear Solid uscito su PSX è altrettanto bello da rigiocare, soprattutto per le sue Boss Fight e per l’alto livello narrativo.
Certo, non sono poi da escludere i casi in cui siamo talmente legati a un titolo, sia per la storia che per i personaggi, che sorvoliamo su alcune meccaniche ormai superate e continuiamo ad amarlo incondizionatamente, come ad esempio può succedere per il già citato MGS o anche per Final Fantasy VII o VIII, ma questi casi variano anche in base alla nostra storia personale.
Il fattore nostalgia è sempre una costante, anche nelle vite di noi videogiocatori, e nonostante certe volte la voglia di rifugiarsi nel passato prenda il sopravvento, bisogna stare attenti a non rovinarsi i bei ricordi conservati con cura.
Voi avete mai avuto una delusione, una volta ripreso in mano un gioco che avevate adorato in passato? Oppure c’è un titolo di cui non vi stancate mai nonostante gli anni? Rispondetemi pure nei commenti e alla prossima!
Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).
Metal Gear Solid, FFVIII su tutti … ma anche Dino Crysis o Parasite Eve 2! Giochi davvero senza tempo che nonostante i problemi di grafica e gameplay non mi stanco mai di giocare e rigiocare
Io ad oggi ho una grandissima stima per Master of Magic e Magic Carpet che secondo me son quel tipo di giochi da svecchiare per la grafica e la ai ma poi lasciarli uguali
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Castlevania symphony of the night,super Mario 3 e Zoe 2 non mi stancano mai.
Metal Gear Solid, FFVIII su tutti … ma anche Dino Crysis o Parasite Eve 2! Giochi davvero senza tempo che nonostante i problemi di grafica e gameplay non mi stanco mai di giocare e rigiocare
Io ad oggi ho una grandissima stima per Master of Magic e Magic Carpet che secondo me son quel tipo di giochi da svecchiare per la grafica e la ai ma poi lasciarli uguali