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Regali brutti: sopravvivenza e lessico

Da quando questa rubrica è aperta, ogni 22 giugno l’ego e l’autoreferenzialità prendono il sopravvento e vi devo narrare qualcosa di legato al mio compleanno. Avevo cominciato raccontandovi perché sia un giorno infausto e ho continuato l’anno dopo domandandomi se arrivata ai 30 anni fossi in qualche modo pronta per il Carosello

Oggi voglio raccontarvi qualcosa di molto sciocco e leggero a confronto, ma che tutti almeno in un’occasione nella vita ci siamo trovati ad affrontare: i regali brutti. 
Quante volte è capitato di scartare un pacchetto solo per trovarci dentro un paio di calzini marroni
O quante volte la zia che non ha ancora capito che suoni in una band metal ti ha regalato un cd di Rihanna? 
Ma anche, quante volte siamo stati noi quella zia? 
Insomma, negli anni ho oscillato da vittima incompresa a zia senza gusto in molte occasioni e ho imparato ad affrontare le peggiori sorprese, così come a sopravvivere al volto deluso di chi si aspetta che tu sia Rockfeller. 
Il più grande errore che viene commesso è la superficialità del gesto: se devo regalare qualcosa a qualcuno, è bene che ci pensi almeno cinque minuti, prima di immaginare che a uno studente universitario possa in qualche modo interessare un set di presine. O un libro di Fabio Volo.
Invidio molto a dire il vero, la capacità di Leslie Knope, che in Parks and Recreation è la personificazione, anzi l’estremizzazione, dell’organizzazione e della cura maniacale, per cui è sempre in grado di fornire il miglior regalo, nel tempo giusto e nella modalità perfetta, anche al più incontentabile dei conoscenti. 
Al suo capo e miglior amico Ron Swanson, misantropo che detesta regali e feste di compleanno, riesce a fare una sorpresa meravigliosa, perché lo conosce così bene da fargli il dono perfetto: un sistema automatico di chiusura della porta dell’ufficio per tenere lontane le persone. Sempre conoscendolo però specifica che il telecomando chiuderà sì la porta, ma lei ne terrà uno in grado di bypassare il suo. 
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I regali brutti e poco impegnativi possono essere anche una scelta concordata: soprattutto nel periodo natalizio in cui la tradizione impone un po’ troppi scambi, è divertente fare una gara alla trashata con i proprio amici. 
Non è sempre facile reagire gioiosamente come Phoebe quando riceve dei copri-tavoletta del gabinetto comprati poco prima al benzinaio da Joey e Chandler; tuttavia anche mentire spudoratamente è difficile oltre che ingiusto. Dal momento che salvo in caso di mentitori seriali, è complesso dissimulare un’espressione di inaspettata delusione, ho imparato che mentire non è mai la soluzione. 
Così negli anni ho imparato a distinguere in due macro settori tutti i regali brutti, in modo da rendere la reazione più semplice e spontanea possibile, giusto per non rimanere proprio senza parole se colta di sorpresa dal decimo set di tazzine da caffè. 
Utile!
La maggior parte dei regali può avere una qualche utilità anche se non applicabile nell’immediato. Insomma, quel libro di Fabio Volo tiene in piedi il mio tavolo da anni. 
Originale! 
Se invece non si riesce proprio a capire a che cosa potrà mai servire un cavallino di plastica che avanza schiacciando una pompetta ad aria (tratto da una storia vera di vita vissuta), sicuramente sarà qualcosa di “originale”. 
Bonus: Descrivere l’oggetto. 
Sempre un salvavita se proprio non si riesce a trovare un aggettivo per il libro sulle migliori cantanti di opera lirica dal 1943 al 1967. 
Se ci pensate bene, basta poco per non offendere nessuno e salvare la faccia.
In realtà, il miglior consiglio per affrontare queste situazioni, specie se con le persone a cui teniamo, è essere sinceri, con delicatezza perché apprezzeranno e magari la prossima volta saranno più accorte.
 Fatemi sapere quali sono le vostre frasi migliori e i vostri regali peggiori!

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Un commento

  1. Mi hai fatto ricordare un bel racconto di Achille Campanile in cui lui doveva vedere una lunga collezione di quadri ma temendo di non avere aggettivi e superlativi a sufficienza decideva di partire con degli insulti per poi andare in crescendo. I primi quadri sarebbero stati dei pessimi crostoni, ma via via avrebbe iniziato a inserire carinerie per arrivare in fine a “fantastico” “meraviglioso” “Capolavoro” etc… lo cacciano dopo i primi due quadri.

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