Cultura e Società

Continuano le proteste delle donne in Iran, il bilancio sale a 240 vittime

Continuano le proteste delle donne in Iran, che chiedono diritti e giustizia per la giovane Mahsa Amini uccisa per come portava il velo

Un’ondata di proteste sta interessando l’Iran dopo l’uccisione della 22 enne curda Mahsa Amini il 16 settembre scorso.

La morte della giovane è avvenuta in seguito alle percosse subite dopo l’arresto da parte della “polizia morale” di Teheran. Quest’ultimi l’hanno arrestata con l’accusa di non aver osservato il rigido codice di abbigliamento iraniano e di aver indossato “male” il velo.

Dopo l’arresto, la giovane Mahsa non è più uscita viva dal commissariato.
Dopo la sua morte migliaia di persone sono scese in strada per far sentire la loro voce.
Le manifestazioni sono sfociate in scontri con le forze di sicurezza, causando ad oggi oltre 240 morti in tutto l’Iran.


“Una donna che scende in strada è decisamente forte. Le donne riceveranno ciò che chiedono. Ma come e quando? Non posso dirlo con certezza”, ha risposto durante un’intervista a AFP Farideh, una 64 enne di Teheran.

Ogni notte, da oltre due settimane, la folla scende in strada gridando lo slogan “Donna, vita, libertà!”

Per Farideh ciò che è ancor più significativo è che le donne hanno convinto gli uomini a unirsi alla loro protesta.


“I problemi degli uomini e delle donne non sono separati gli uni dagli altri. Accanto a ogni donna c’è un uomo che protesta insieme a lei. Le donne in piazza sono le sorelle e le madri degli uomini che le affiancano”.

Nell’esclusivo quartiere di negozi e shopping di Tajrish a Teheran, le donne vanno in giro senza coprirsi la testa, qualcosa che prima delle proteste si vedeva raramente in Iran. “Quando sono coinvolte le donne, naturalmente lo sono anche i loro mariti. Le donne non vanno sottovalutate, sono forti. Sono loro che gestiscono la famiglia e non è un compito facile “, afferma la signora Elahe, 66 anni.

Dopo le proteste in Iran una giovane cammina per le strade di Teheran con il velo appeso allo zaino
Dopo le proteste in Iran una giovane cammina per le strade di Teheran con il velo appeso allo zaino

Pouya, un signore di 50 anni che lavora nel settore privato, crede che non si possano chiudere gli occhi davanti ai problemi della società. “Quando le persone vengono ignorate, i problemi possono passare inosservati per un po’. Con la minima tensione, la società crolla ed i problemi emergono”, ha affermato l’uomo.

Intanto le proteste e gli scontri in Iran continuano.
Le piazza sono gremite ogni giorno di più da giovani ragazze che sfidano le forze di sicurezza nazionale.

Le proteste si sono estese in 31 province ed oltre 156 città iraniane.  
Nel giro di due settimane le vittime causate dalle forze di sicurezza sono oltre 240, mentre i manifestanti arrestati sono circa 12.000. Nonostante questi numeri siano spaventosi, niente pare possa spaventare le donne iraniane, decise nella loro lotta per la libertà.

Intanto sul web spopola la versione iraniana di Bella Ciao, canto popolare italiano ed inno della resistenza in tutto il Mondo.

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Arber Agalliu

Parlo tanto e dormo poco.

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