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Stampante 3D alla nanoscala: ci pensa il MIT

utilizzando all'inverso una tecnica di microscopia un team del MIT riesce a rimpicciolire oggetti fino a un miliardesimo di metro

Oramai fabbricare oggetti è semplice: andate su Amazon, cercate “stampante 3D“, cliccate sul bottone “aggiungi al carrello” e vi fate spedire l’oggetto dei vostri sogni direttamente a casa in soli due giorni lavorativi. Una volta arrivato il postino a casa firmate, prendete il pacco e lo aprite*. Cercate su Google qualche tutorial sul file da mandare in pasto alla vostra nuova figliola ed è fatta. Ma sapete creare oggetti di qualche nanometro? No eh? Beh, ci hanno pensato quelli del Massachusetts Institute of Technology.

*Mi raccomando, lasciate lo scatolone al vostro gatto. Se non ne avete uno procuratevelo.

Nanostruttura. Credit: Daniel Oran
Nanostruttura. Credit: Daniel Oran

Quelli del MIT creano oggetti grandi un miliardesimo di metro?

Esattamente. Anzi, rimpiccioliscono dei pattern più grandi. Come dicono loro “It’s not quite the Ant-Man suit“, “Non è proprio la tuta di Ant-Man”, ma ci sono andati vicini. Ma come ci sono arrivati?

Tutto è partito da una tecnica usata in biologia e medicina per ottenere immagini ad alta risoluzione di cellule e tessuti: l’expansion microscopy. Questa tecnica prevede di inserire i tessuti all’interno di idrogel per poi farlo espandere: il risultato è un oggetto ben visibile in un comune microscopio da laboratorio.

Bene, il team di Daniel Oran ha pensato di utilizzare questa tecnica, ma al contrario! Creano degli oggetti più grandi, li inseriscono in un idrogel e lo fanno restringere, ottenendo quella che chiamano implosion fabrication. Utilizzando del poliacrilato come struttura di supporto gli scienziati inseriscono delle molecole di fluoresceina che funziona da ancora, per poi attaccarci qualsiasi tipo di nanostruttura. Una volta completata questa procedura grazie all’utilizzo di un acido si fa contrarre l’aerogel fino a 1000 volte, ottenendo il nanooggetto desiderato. Ah, trovate l’articolo con tutte le descrizioni del caso qui.

Non preoccupatevi, comunque, le stampanti 3D non sono ancora passate di moda. E comunque cosa ve ne fareste di una statuetta di un miliardesimo di metro?

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Source
MIT News

Matteo Magherini

Matteo Magherini, noto ad alcuni come Asciugamano, è un gatto professionista. Una volta completato l’obiettivo « laurea triennale in fisica » ha deciso di scegliere la classe « fisico delle particelle » e si aggira tra un esame e l’altro intento a livellare. Appassionato di fantascienza, arrampicata e chitarre è campione nazionale di freddure.

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