Le polemiche sul live-action di Biancaneve non si placano. Dopo le critiche rivolte a Rachel Zegler, protagonista del film, l’attore Pedro Pascal ha deciso di esprimere pubblicamente il suo sostegno alla collega. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio, che lega il flop del film a questioni politiche e alla figura dell’attrice. Proviamo a fare chiarezza.
Le polemiche su Biancaneve: cos’è successo?
Il live-action di Biancaneve è nato già in mezzo alle polemiche, soprattutto per il colore della pelle della protagonista e per la scelta di utilizzare la CGI per i 7 nani. Ma controversie anti-woke a parte – che comunque abbiamo approfondito qui – gran parte della discussione è stata sulle dichiarazioni delle protagoniste Rachel Zegler e Gal Gadot in merito al conflitto in medio-oriente. Due posizioni decisamente agli antipodi, con Biancaneve che ha sostenuto apertamente la causa palestinese mentre la Strega Cattiva, che ricordiamo essere israeliana, a supporto del governo di Netanyahu.
La discussione si è infiammata ulteriormente dopo un controverso articolo di Variety, nel quale si accusava Zegler di essere la principale causa dietro il flop e le polemiche del film. Poco dopo Melissa Barrera, licenziata dal reboot di Scream per motivi simili, ha difeso Zegler, definendo l’articolo una “campagna diffamatoria”.
Pedro Pascal si schiera dalla parte di Rachel Zegler
Ieri anche Pedro Pascal, che non è certo nuovo all’uso dei social per esprimere le proprie opinioni politiche, si è esposto a difesa di Rachel Zegler. L’attore di The Last of Us ha condiviso una foto della protagonista di Biancaneve sulle sue Instagram Stories, accompagnata dalla parola “#icon” e dal tag all’account dell’attrice.
Chi non ha preso le difese di Rachel Zegler è l’attore e produttore Jonah Platt, che ha condiviso un post sui social (poi rimosso) dopo la pubblicazione dell’articolo di Variety. In particolare, nel suo post, Jonah racconta che suo padre, il produttore Marc Platt, si sarebbe recato personalmente a New York per convincere Zegler a cancellare un post a favore della Palestina. Jonah ha descritto la situazione come una questione di responsabilità adulta.
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“Il suo comportamento ha chiaramente danneggiato il botteghino del film”, ha scritto Platt. “La libertà di parola non significa che puoi dire qualsiasi cosa sul posto di lavoro senza conseguenze”.
Platt ha poi accusato Zegler di narcisismo e di aver anteposto i propri interessi alla sicurezza della troupe. Nel dibattito è stata ovviamente coinvolta anche Gal Gadot, che nel film interpreta la Regina Cattiva. L’attrice israeliana ha espresso più volte il suo sostegno a Israele, senza tuttavia subire le medesime critiche. Secondo alcune indiscrezioni, Disney avrebbe addirittura aumentato le misure di sicurezza per proteggere Gadot da possibili minacce.
Insomma, due pesi e due misure, chissà perchè. Sostenere Israele pare essere socialmente accettato, mentre la Palestina no.
Biancaneve è stato un disastro?
Nel frattempo il live-action di Biancaneve sembra destinato a un flop. Il live-action, che si inserisce nella serie di rifacimenti Disney iniziata con Cenerentola (2015) e La Bella e la Bestia (2017), ha avuto un budget ufficiale di 209 milioni di dollari (anche se alcune fonti parlano addirittura di 350 milioni). Per rientrare nei costi, il film avrebbe dovuto incassare almeno 500-700 milioni.
Dopo due settimane nelle sale, il film ha raccolto 143,1 milioni di dollari, con un calo drastico nel secondo weekend. Negli Stati Uniti, l’incasso ha raggiunto 66,3 milioni, con risultati migliori nei mercati internazionali. Su Rotten Tomatoes, il film ha un 41% di recensioni positive dai critici, mentre il pubblico gli ha assegnato un più generoso 74%.
La situazione conferma una tendenza già vista con altri remake Disney: critiche feroci, dibattiti accesi e un’accoglienza altalenante al botteghino. Resta da vedere se Biancaneve riuscirà a evitare il fallimento totale o se si confermerà essere una mela avvelenata per Disney.
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