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Oscar 2020, l’edizione più bella degli ultimi anni?

E finalmente si sono conclusi anche questi Oscar 2020. Nelle ultime ore lo spettacolo di Hollywood è andato in onda ancora una volta, regalando grandi emozioni. Una serata davvero incredibile che potrebbe segnare in maniera significativa il futuro di questo mondo. Ma soprattutto, una delle edizioni più emozionanti e incredibili da diversi anni a questa parte. Vediamo insieme perché.

Oscar 2020, l’assenza di una guida ha pagato?

oscar 2020 1917 sam mendes oscar 2020 recensioneCi sono diverse raguibu per cui questa nottata è stata così importante, più di quelle che l’hanno preceduta in tempi recenti. Il primo riguarda l’organizzazione stessa dell’evento, che per il secondo anno consecutivo non ha avuto un vero conduttore. Come nel 2019 infatti sono state tante celebrità a darsi il cambio sul palco, per creare lo spettacolo, senza che ci fosse un Maestro di Cerimonie ufficiale.

Al contrario dello scorso anno però, per gli Oscar 2020 questa direzione è sembrata essere nei giorni che hanno preceduto l’evento, una scelta precisa e non l’ultima possibilità rimasta arrangiata all’ultimo momento. Era la prova del nove. La chance di dimostrare che davvero forse la chiave per rivitalizzare gli Oscar è togliergli un volto ufficiale. E ad occhio, questa decisione ha funzionato, o quasi.

L’assenza di un presentatore si è infatti fatta sentire. Tutti i vari interventi si alternavano senza avere un vero collegamento tra l’uno e l’altro, mancando la figura che tenesse insieme il tutto. Nonostante questo però è stata una cerimonia che è filata in maniera piuttosto rapida, senza dilatazioni eterne (anche se alcune doppie presentazioni dei candidati si potevano evitare). Questo senza sembrare affrettata, trovando il tempo anche degli Oscar moments al di fuori dei premi che hanno lasciato a bocca aperta il pubblico in sala e a casa (qualcuno ha detto Eminem?).

Un host ci vorrà per il futuro, sicuramente. Questa formula ha retto, tutto sommato, ma non così bene e non può assolutamente essere la soluzione definitiva. Detto questo, la sensazione è che rivedremo questa impostazione ancora tra qualche mese. Ma in fondo non è certo per questo motivo che questa edizione è stata così memorabile.

Gli Oscar 2020 arrivano da un anno eccezionale

Lo abbiamo ripetuto fin troppe volte nelle settimane che hanno preceduto questo evento: il 2019 è stato incredibile per il cinema. Innanzitutto perché ci sono stati tantissimi titoli di grande qualità, in una concentrazione rara negli ultimi anni. Per rendersene conto, basta guardare la lista degli esclusi eccellenti, che conta nomi di grandissimo rilievo.

Questo ha creato una competizione accesissima, più in bilico che mai e piena di colpi di scena. Non parliamo solamente di quelli durante la serata effettiva (ci arriviamo tra poco) ma anche nei mesi che hanno preceduto gli Oscar 2020. Basta pensare a qualche mese fa, quando Joker ha portato a casa il Leone d’Oro a Venezia e pareva lanciatissimo verso la vittoria. 

Settimana dopo settimana però sono emersi nuovi titoli e i pronostici stessi (di solito fin troppo facili) sono andati in tilt, cambiando il favorito più e più volte. Al di là delle quattro categorie attoriali, ormai scontate per chi ha seguito i premi che hanno preceduto questi Oscar 2020, c’era tantissima incertezza su chi avrebbe portato a casa la statuetta.

Non solo, ma l’incredibile qualità vista nell’ultimo anno ha avuto un altro effetto collaterale, più soggettivo probabilmente: per la prima volta in epoca recente, infatti, c’è davvero poco da eccepire nelle scelte dell’Academy. 

Ovviamente non significa che saremo tutti d’accordo sui differenti vincitori dei Premi. Anche io, nonostante quanto abbia scritto qui sopra, non concordo su alcune decisioni. È fisiologico in fondo. Tuttavia sono molto pochi i casi in cui si può davvero obiettare i premiati. In quasi tutti i casi si tratta semplicemente di una sensazione da ‘Avrei voluto vincesse X, ma in fondo anche Y se l’è meritato’. Ci si alza soddisfatti, magari non pienamente, ma comunque senza bile pronta a covare per anni.

Confini che si allargano, finalmente

E giungiamo infine a quell’emozionante e sorprendente finale, che ha visto Parasite strappare la statuetta di Miglior film (e Miglior regia) al favoritissimo 1917. Una testimonianza più forte di quanto la competizione di quest’anno fosse davvero aperta, che però nasconde molto, molto di più.

Si tratta di quel passo che sembrava non dovesse concretizzarsi mai di apertura dell’Academy a nuovi tipi di cinema. Negli ultimi anni, la filmografia extra-americana ha guadagnato sempre più spazi al di fuori della categoria a essa dedicata. Questo percorso ha portato un film in lingua straniera sul tetto del mondo, caso quasi unico per questo riconoscimento.

Sarebbe facile vederci un messaggio sociale di accettazione e inclusione. Sicuramente c’è un sentimento del genere che trapela da questa vittoria, ma per il cinema in senso più stretto, l’impatto potrebbe essere molto più forte.

Parasite, anche al di là del suo essere straniero, è un film piuttosto originale per gli Oscar. E così la sua vittoria vale moltissimo, testimoniando con forza quel cambiamento dell’Academy che si richiedeva a gran voce da anni e che, piano piano sembra essersi concretizzato. Una vera e propria rivoluzione, che potrebbe cambiare pesantemente il panorama futuro degli Oscar, rendendoli più vari, più interessanti e più aperti a generi e opere fuori dalla ‘comfort zone’. E questo non può fare che bene, portando alla luce nuovi titoli e autori, che renderanno la competizione ancora più divertente da seguire.

Oscar 2020, ora si guarda il futuro

Insomma, finalmente dopo aver passato la Notte in bianco, si chiudono gli occhi con felicità, fieri di aver celebrato il cinema in un evento che ha retto meglio che in anni passati. Allo stesso tempo però si clicca sul tasto che fa ripartire il countdown per l’edizione numero 93 della cerimonia. Perché non vediamo l’ora che tutta l’industria si rimetta in moto per ritrovarci presto a festeggiare ancora in nome della settima arte.

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  • Hye-jin Jang, Kang-ho Song, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-Jeong, Choi Woo-sik, Park So-dam (Attore)
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