Con l’uscita pochi giorni fa di Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan dedicato allo scienziato simbolo dell’invenzione della bomba atomica, quest’arma micidiale è tornata ad attirare la curiosità di tutti. Ma non è il primo modo con cui il pericolo dell’ordigno nucleare è stato comunicato al mondo intero. Il primo tentativo di sensibilizzare il mondo sulla minaccia atomica è stato… Un orologio. Siamo nel giugno del 1947 e l’immagine stilizzata di due lancette appare per la prima volta sulla copertina arancione del Bulletin of Atomic Scientists. Era nato l’Orologio dell’Apocalisse, noto come Doomsday Clock in inglese.
Hiroshima e Nagasaki mettono paura
In quella data, erano passati solo due anni da due date che hanno fatto da spartiacque nella storia mondiale. Il 6 agosto 1945 infatti la prima bomba nucleare utilizzata in guerra ha raso al suolo Hiroshima. Pochi giorni dopo, il 9 agosto 1945, un altro ordigno atomico è stato gettato su Nagasaki. Questi due avvenimenti hanno dato prova al mondo che gli Stati Uniti possedevano l’arma più potente del mondo. Questo forse ha rassicurato la popolazione statunitense, ma ha invece terrorizzato gli scienziati che hanno lavorato al progetto Manhattan, dalle cui mani è letteralmente nata quella bomba.
Da una loro idea nasce il Bulletin of Atomic Scientists, una pubblicazione realizzata da quegli stessi fisici, che dopo i bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki si erano resi conto della pericolosità delle loro scoperte. Ma l’orologio non fu un’idea degli scienziati. La moglie di uno di loro, Martyl Langsdorf, era un’artista. Venne quindi incaricata di creare la copertina del primo numero del Bulletin e fu lei a inventare l’Orologio dell’Apocalisse.
Perché proprio l’Orologio dell’Apocalisse?
Vi domanderete: perchè proprio un’orologio? Si tratta di un modo semplice ed immediato per spiegare quanto l’umanità sarebbe vicina alla sua autodistruzione. L’idea era quella di associare un pericolo più o meno imminente, come appunto un olocausto atomico, con una misura quotidiana per tutti, come il passare dei minuti. Questo renderebbe più vicina alla popolazione l’idea di un pericolo imminente.
Fin dalla sua ideazione, il concetto simbolico dell’Orologio dell’Apocalisse è stato utilizzato da una parte della comunità scientifica per sostenere una campagna divulgativa sul pericolo delle armi atomiche. Questo simbolo però nasce per misurare un pericolo dipendente direttamente dalla condotta umana, cioè il rischio di una guerra nucleare. Quindi a seconda dell’aumentare o diminuire della corsa agli armamenti, gli inventori dell’Orologio hanno espresso preoccupazione o sollievo, spostando la lancetta dei minuti. Se le cose vanno male, la mezzanotte si fa più vicina. Se le cose vanno bene, la mezzanotte si allontana.
L’idea dell’Orologio dell’Apocalisse trasmetteva quindi un senso di incombenza, come fosse la rappresentazione visiva di un conto alla rovescia verso la distruzione dell’umanità intera. Che sarebbe avvenuta se nessuno avesse agito per fermarla.
L’URSS crea la sua bomba atomica: La lancetta si sposta
Ma quanto ci siamo avvicinati o allontanati alla fine del mondo in questi anni secondo l’Orologio dell’Apocalisse?
Partiamo da quella copertina arancione del giugno del 1947. In quella prima occasione vediamo l’orologio con la lancetta nera delle ore fissa sulla mezzanotte e quella più lunga indietro di 7 minuti. Sono le 23:53 e alle 24.00 il mondo finisce.
Passano due anni e la redazione del Bulletin ha una seconda grande intuizione. Siamo nel 1949. Il 29 agosto le stazioni meteorologiche statunitensi rivelano una strana attività sismica all’interno dei confini dell’Unione Sovietica. Una ricognizione di un aereo militare dalle parti dell’Alaska qualche giorno dopo rivela la presenza nell’aria di detriti radiologici. Passano le settimane e il 23 settembre 1949 il presidente americano Truman comunica al mondo intero che i comunisti avevano fatto il loro primo test nucleare di successo. Anche l’Unione Sovietica ora aveva la bomba atomica.
Di fronte a un Truman ottimista, che dice che era prevedibile e che “se li abbiamo visti, li possiamo evitare“, gli scienziati della redazione del Bulletin non sono altrettanto speranzosi. Del resto si stanno avverando i loro peggiori incubi.
Con un gesto semplice ma di grande impatto, la redazione cambia la configurazione dell’orologio in copertina, che era ancora fisso alle 23:53. Sposta le lancette avanti, alle 23.57. Ora mancano appena 3 minuti alla fine del mondo.
Gli spostamenti delle lancette degli anni successivi
Da allora è diventata prassi l’aggiornamento delle lancette dell’orologio decretata dal direttivo del Bulletin. Questo però non avviene immediatamente, infatti la decisione di spostare o meno le lancette avviene una volta all’anno, di solito a gennaio. Questo mette in secondo piano alcuni eventi che magari sono rilevanti per l’equilibrio mondiale, ma che durano pochi mesi.
Per tutta la Guerra Fredda, gli spostamenti sono stati di diversi minuti avanti e indietro, con vari anni tra uno spostamento e l’altro.
Ecco qui l’elenco dei primi aggiornamenti dell’orologio di quegli anni:
- 1947: Gli USA hanno la bomba atomica: 7 minuti a mezzanotte.
- 1949: L’URSS crea la propria bomba atomica: 3 minuti a mezzanotte.
- 1953: Nasce la bomba ad idrogeno: 2 minuti a mezzanotte.
- 1960: Cresciuta, nel decennio precedente “la comprensione che l’avvento delle armi nucleari aveva reso irrazionale la guerra tra le principali nazioni tecnologiche“: 7 minuti a mezzanotte
- 1963: Viene firmato il trattato di divieto di test nucleari tra Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica. Inizia la distensione: 12 minuti a mezzanotte.
- 1968: Guerra in Vietnam, tensioni in Medio Oriente e tra India e Pakistan, Cina e Francia creano le proprie bombe nucleari: 7 minuti a mezzanotte.
- 1969: ratifica del Trattato di non proliferazione nucleare da parte del Senato degli Stati Uniti: 10 minuti a mezzanotte.
- 1972: Firma dell’accordo SALT 1, con cui USA e URSS fissano un limite alla crescita dei propri arsenali nucleari: 12 minuti a mezzanotte.
- 1974: I trattati di disarmo non vengono applicati e USA, URSS e altri continuano ad ampliare i loro armamenti: 9 minuti a mezzanotte.
- 1980: Decretato il fallimento dei trattati SALT con l’interruzione dei colloqui diplomatici tra USA e URSS: 7 minuti a mezzanotte.
- 1981: L’URSS invade l’Afghanistan, gli USA boicottano i giochi olimpici di Mosca 1980. Entrambe ampliano la spesa militare oltre i 600 miliardi di dollari all’anno. Intanto aumenta il divario di ricchezza tra gli Stati ricchi e quelli più poveri: 4 minuti a mezzanotte.
- 1984: Il dialogo fra USA e URSS si interrompe. L’URSS boicotta i giochi olimpici di Los Angeles 1984. Il presidente USA Reagan spinge per un riarmo nucleare, definisce inoltre i sovietici “L’impero del male“: 3 minuti a mezzanotte.
- 1988: Dialogo tra Reagan e Gorbacev. Firma del trattato tra USA e URSS per eliminare le armi nucleari a raggio intermedio (INF), aumento degli sforzi internazionali e non governativi per invertire la corsa agli armamenti: 6 minuti a mezzanotte
- 1990: Cade il muro di Berlino. Alcune nazioni dell’Europa dell’est diventano indipendenti dall’URSS: 10 minuti a mezzanotte
1991: finisce la Guerra Fredda! Mai più così lontani dall’olocausto
Il 1991 è un anno speciale per l’Orologio dell’Apocalisse. In quell’anno infatti vengono spostate le lancette dell’orologio alle 23.43: 17 minuti alla fine del mondo. Un record che non è mai più stato infranto: non siamo mai più stati così lontani dalla mezzanotte.
Dopotutto, quell’anno ha segnato la caduta dell’URSS e sopratutto la firma dei trattati START sulla riduzione degli armamenti nucleari. E qui voi direte “Bene, ora iniziamo ad allontanarci dall’olocausto nucleare!“. E invece…
Il declino degli anni ’90: l’Orologio dell’Apocalisse avanza inesorabile
Mentre durante la Guerra Fredda si assisteva a un sali e scendi della tensione, un’alternanza di paura e sollievo verso la possibile fine di tutto a causa del nucleare, dopo il 1991 la situazione (con una sola eccezione) non fa che peggiorare.
Partiamo dal successivo aggiornamento dell’Orologio dell’Apocalisse: il 1993. In quell’anno iniziano i problemi politici e sociali nelle repubbliche che un tempo erano sotto l’egida dell’URSS e ora invece sono indipendenti. Parallelamente la spesa militare non si è ridotta dopo la guerra fredda. Ma sopratutto il governo russo non riesce a garantire la sicurezza dei propri armamenti nucleari, con la paura paventata che questi finiscano sul mercato nero: 14 minuti alla fine del mondo.
Passiamo poi al 1998: test atomici di India e Pakistan: 9 minuti alla fine del mondo.
E poi ancora il 2002. Ci sono stati gli attentati alle Torri Gemelle, inoltre ci sono alcuni trattati sul disarmo che non raggiungono un accordo internazionale: 7 minuti alla fine del mondo.
2007: si inizia a guardare anche ai mutamenti climatici
L’Orologio dell’Apocalisse si prefigge di calcolare quanto ci stiamo avvicinando o allontanando dalla fine del mondo. Nel 1947, quando è nato, la cosa che più probabilmente avrebbe portato all’estinzione del genere umano era considerata la bomba atomica, nel 2007 non più. O almeno non solo. In quest’anno infatti gli spostamenti della lancetta dell’Orologio non considera più soltanto pericoli connessi al nucleare, ma anche pericoli causati dai mutamenti climatici in corso nel nostro pianeta. “...nei prossimi tre o quattro decenni il cambiamento climatico potrebbe causare danni drastici agli habitat di cui le società umane dipendono per la sopravvivenza“. Questo si legge nel Bulletin del 2007.
A questo poi si aggiungono il test nucleare della Corea del Nord, le ambizioni nucleari dell’Iran, la presenza permanente di circa 26.000 armi nucleari negli Stati Uniti e in Russia. Nel 2007 quindi ci troviamo a 5 minuti alla fine del mondo.
Dal 2007 al 2012: altri aggiornamenti dell’Orologio dell’Apocalisse
Dopo il 2007 la situazione è cambiata, ha un po’ rallentato ma è continuata a declinare.
L’aggiornamento successivo dell’Orologio dell’Apocalisse è stato nel 2010. Ci si rende conto che il cambiamento climatico è fuori controllo e si cercano modi per limitare questo declino. A questo si aggiunge anche una rinnovata volontà di mettere un freno al terrore di un’esplosione atomica. Dialogano tra loro i due eterni contendenti di questa partita, USA, e Russia, a cui si aggiungono Unione Europea, India, Cina e Brasile. Dopo molto tempo ci allontaniamo dalla fine del mondo, anche se appena di un minuto. Nel 2010 mancano 6 minuti alla fine del mondo.
Un cauto entusiasmo, che però viene già a mancare nel 2012. La promessa di un controllo politico sugli armamenti nucleari viene meno e gli scienziati del Bulletin of Atomic Scientists percepiscono come aumentato il timore di una probabile guerra nucleare. Parallelamente inoltre crescono e si aggravano i cambiamenti climatici. Nel 2012 si torna a 5 minuti alla fine del mondo.
Una maggior instabilità che viene confermata nel Bulletin del 2015. Il cambiamento climatico è sempre più rapido. Inoltre proliferano e si modernizzano le testate nucleari. Gli scienziati pensano quindi che e i leader politici mondiali abbiano fallito nel loro compito di proteggere la popolazione mondiale da una, ormai imminente, catastrofe. Nel 2015 ci avviciniamo ancora, siamo a 3 minuti dalla mezzanotte.
2017: si iniziano ad utilizzare anche le frazioni di minuto
Non è un buon segno quando i cambiamenti dell’Orologio dell’Apocalisse iniziamo a scomodare i “mezzo minuto” e i “tre quarti di minuto”.
Siamo nel 2017. In tutto il mondo crescono i nazionalismi. Inoltre il nuovo presidente degli USA Donald Trump fa alcune dichiarazioni sulle armi nucleari che fanno temere il rischio di una nuova corsa agli armamenti tra Stati Uniti e Russia. Si aggiunge poi lo scetticismo della nuova amministrazione USA verso il cambiamento climatico. Per la prima volta l’Orologio varia di una frazione di minuto. Nel 2017 quindi mancano 2 minuti e 30 secondi alla fine del mondo.
Le stesse problematiche si ripresentano anche l’anno successivo, il 2018. Rispetto all’anno precedente, i governi mondiali non hanno posto un freno al degenerare del cambiamento climatico e al timore di un riarmo nucleare. Quindi nel 2018 mancano 2 minuti alla fine del mondo.
Nel 2020 adirittura si scomoda un’ulteriore frazione del minuto. Da un lato continua il riarmo nucleare di alcune nazioni, mentre dall’altra non vengono poste in essere azioni concrete e drastiche contro il cambiamento climatico. Ci avviciniamo ancora alla fine: ora manca 1 minuto e 40 secondi alla fine del mondo. È il punto più vicino mai raggiunto, ma questo record non durerà molto purtroppo…
2023: mai così vicini all’Apocalisse
Nel 2021 e nel 2022 nessuno spostamento delle lancette. Arriviamo infine al 2023. Il 24 gennaio scorso la presidente del Bulletin, Rachel Bronson, ha aggiornato l’Orologio dell’Apocalisse, portandolo a 1 minuto e 30 secondi alla fine del mondo. Insomma siamo a 90 secondi dalla mezzanotte. Mai l’Orologio aveva segnato un punto così basso.
Questa è una decisione che non è stata presa alla leggera. Ma del resto c’è la Russia che continua la sua invasione in Ucraina, mentre l’Occidente fornisce armamenti a quest’ultima. Questo porta a un aumento del rischio di escalation nucleare. Un conflitto che sta toccando anche le zone intorno ai reattori nucleari di Cernobyl e Zaporizzja, violando i protocolli internazionali e rischiando il rilascio diffuso di materiali radioattivi. Anche la Corea del Nord ha ripreso con i suoi test di missili nucleari, con un lancio in direzione del Giappone nell’ottobre 2022. Inoltre l’ultimo trattato sulle armi atomiche rimasto tra Russia e Stati Uniti è New START, che però scadrà nel febbraio 2026.
E non dimentichiamo poi le continue minacce poste dalla crisi climatica, il crollo dei controlli e trattati per rallentare i rischi legati all’avanzamento delle tecnologie militari. Infine, anche le minacce biologiche come ad esempio il COVID-19 hanno contribuito a segnare questo valore negativo.
Insomma, il Bulletin sostiene che manchi davvero poco alla fine del mondo
Siamo al record in negativo dal 1947 ad oggi. Ma non è una motivazione legata soltanto alla guerra in Ucraina come abbiamo visto. Del resto la situazione in sé non sarebbe poi molto differente delle varie crisi che hanno attraversato i decenni della Guerra Fredda, almeno in termini di pericolo riguardo l’utilizzo delle armi atomiche. Come abbiamo detto sopra, da qualche anno ci sono altri fattori a determinare le scelte del Direttivo del Bulletin, il che amplifica la percezione del peggiorare della situazione.
Prettamente riguardo il pericolo nucleare invece, l’ultimo trattato in materia rimasto in vigore tra Stati Uniti e Russia è il New START, che però scadrà nel febbraio 2026. Oggi nuovi accordi o trattative sono quasi impossibili. E quando questo trattato sarà scaduto, le due potenze sarebbero sciolte da ogni vincolo. E potranno fare come credono con i loro armamenti.
Si è aggiunto poi un nuovo contendente: la Cina. I suoi arsenali entro il 2035 potrebbero essere a livello di quelli di Russia e USA. Poi ci sono i test missilistici della Corea del Nord. E poi ancora l’Iran, che continua a raccogliere uranio e potrebbe presto avere armi nucleari. L’India e il Pakistan poi stanno modernizzando ed espandendo il loro arsenale. Ammodernamento in corso anche per gli arsenali di USA, Russia, e Cina. In questo scenario l’accordo sul nucleare potrebbe definitivamente fallire.
Ma funziona ancora questo Orologio dell’Apocalisse?
Come portare indietro le lancette di questo Orologio? Anzitutto consideriamo che questo strumento comunicativo, che voleva segnalare l’aumento o la diminuzione del pericolo nucleare, con l’aggiunta di diversi altri fattori come il cambiamento globale, ci restituisce un fatto ineludibile: prima o poi l’umanità cesserà di esistere. Ma creare un calderone di elementi che aggravano la situazione del pianeta non ci restituisce quale fattore sta andando meglio e quale invece sta peggiorando. Ci dice soltanto che si sta sempre peggio. Un po’ masochistico.
Ad ogni modo gli scienziati del Bulletin ci restituiscono proprio cosa è peggiorato e quanto rispetto a prima. Quindi al di là di questo orologio che scorre senza sosta verso la fine, dovremmo guardare invece i contributi scientifici del Bulletin of Atomic Scientists, che potete trovare sul loro sito, nella sezione a questo link.
- Maloney, Rodney (Autore)
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