Dopo le accuse dell’estate scorsa, altre donne hanno accusato Neil Gaiman di violenze sessuali. In un nuovo report dettagliato, sembra emergere uno schema ricorrente negli abusi praticati dall’autore di The Sandman. Che nega gli abusi, sostenendo che fossero tutti rapporti sessuali consenzienti.
Nuove accuse di violenze sessuali nei confronti di Neil Gaiman
La storia di Scarlett Pavlovich comincia in una strada in nuova Zelanda, dove la donna incontra Amanda Palmer, ex-moglie di Gaiman. Le donne sviluppano un rapporto di amicizia, anche se in parte è un rapporto lavorativo: Pavlovich diventa la babysitter del figlio di Palmer e Gaiman.
Come babysitter, Pavlovich si trova nella casa di Gaiman a Waiheke Island, in Nuova Zelanda. Mentre aspettavano l’arrivo della madre con il bambino, l’autore britannico avrebbe forzato un rapporto sessuale sulla donna, all’epoca poco più di ventenne. La loro “relazione” continuerà, anche per via della situazione economica della donna, che all’epoca non aveva una casa su cui dormire (aveva dormito in spiaggia durante le restrizioni per il Covid-19). Il report di Vulture descrive una serie di presunti abusi, anche mentre il figlio di Gaiman era nella stessa casa o nella stessa camera d’hotel.
Quello di Pavlovich è il caso al centro del report, ma le storie di altre donne (che raccontano anche sotto pseudonimo) coincidono su alcuni punti. Le testimonianze mostrerebbero un pattern comportamentale preciso. Le vittime, tutte tra i 20 e i 40 anni, riportano che Gaiman chiedeva lo chiamassero “master“, riferendosi a loro come schiave e praticando il sadomaso senza consenso esplicito e senza “saveword” o limiti per fermare l’atto.
Fra la fiction e la realtà
L’articolo di Vulture (di cui consigliamo la lettura a maggior ragione se, come noi, siete fan delle opere di Gaiman) prova anche a scavare più in profondità. Racconta dell’infanzia di Gaiman, con i suoi genitori membri della chiesa di Scientology e dei presunti abusi subiti dall’autore da bambino, che emergerebbero in alcune sue storie.
Ma non sono un modo per negare le accuse o affievolirle, quando piuttosto un tentativo di descrivere la complessità della vicenda. Infatti, l’articolo riporta anche la storia di Calliope in Sandman, facendo capire che forse in quell’occasione Gaiman non si identificava davvero con il Re del Sogno, ma con l’autore che violava la musa per cercare ispirazione.
La risposta di Gaiman e le conseguenze lavorative
Gaiman e i suoi rappresentanti legali negano fermamente tutte le accuse. L’autore sostiene che la relazione con una delle accusatrici, Kendra Stout, fosse consensuale e attribuisce le accuse di Pavlovich a “falsi ricordi“. Gaiman non nega le pratiche sadomaso o gli episodi in sé, ma sostiene fossero tutti frutti di relazioni consensuali. Gli esperti sentiti da Vulture riportano che, senza aver discusso precedentemente “saveword” e limiti, non si può parlare di rapporti sadomaso, ma di abusi.
Dopo le accuse, la carriera attraversa una fase critica, con Disney che ha cancellato l’adattamento di The Graveyard Book mentre Good Omens conclude anticipatamente la serie su Prime Video con un solo lungo episodio. Tuttavia, altri progetti come Sandman per Netflix continuano senza (apparentemente) problemi.