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Una Notte degli Oscar più tranquilla che mai

Dopo alcune edizioni turbolente e piene di sorprese, la cerimonia è tornata alla forma, ma non necessariamente in forma

La Notte degli Oscar 2023 si è conclusa da qualche minuto. E vale la pena di fare qualche riflessione su come sia andata questa edizione. È stata la prima da diverso tempo ad adottare una formula più lineare e tradizionale, con un unico presentatore e senza troppi fronzoli. Una scelta quella dell’Academy che ha avuto indubbiamente le sue conseguenze, nel bene e nel male.

Jimmy Kimmel torna a presentare la Notte degli Oscar e non sorprende

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La storia recente del premio è stata causa di allarme a più riprese. Gli ascolti per la cerimonia hanno continuato a calare in tempi recenti, cosa che ha spinto l’Academy a cercare una soluzione per rinnovare la serata. A questo poi si sono aggiunti fattori esterni, come la rinuncia di Kevin Hart alla conduzione degli Oscar e naturalmente la pandemia, che hanno necessariamente rivoluzionato la Notte.

Questo ha portato le ultime edizioni a essere decisamente diverse dalla tradizione. Dagli esperimenti di conduzione collettiva al trio di presentatrici dello scorso anno, condite con diverse sorprese lungo la serata. Alcune di queste sono state relative ai premi consegnati, altre a quanto accaduto proprio durante la cerimonia, come ricordano molto bene Chris Rock e Will Smith.

Quest’anno quindi le aspettative erano per un’inversione di rotta. La presenza di un unico presentatore, già rodato su quel palco (su cui ha anche lui avuto qualche inconveniente inatteso), ha creato l’idea di una serata più tranquilla, che stesse nei binari prestabiliti. Che si muovesse nel cosiddetto “solco della tradizione“, che agli Oscar è particolarmente duratura.

E in effetti così è stato. Jimmy Kimmel ha condotto una Notte degli Oscar da manuale, senza sbavature né scombussolamenti. Un monologo iniziale, le premiazioni delle categorie (fortunatamente tutte in diretta, senza divisioni tra riconoscimenti di serie A e di serie B), le esibizioni musicali e pochissimi intermezzi. E questo non è necessariamente un male, ma neanche un bene.

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Questo sottotitolo non riguarda solo uno dei film più premiati della serata (cosa che ha fatto storcere il naso a qualcuno) ma è particolarmente adatto a descrivere quella che è stata la cerimonia più importante dell’anno per il cinema – appunto – occidentale.

Una Notte degli Oscar che non ha brillato sotto nessun aspetto, almeno dal punto di vista dello spettacolo. Non ci sono stati numeri musicali o trovate brillanti, né interventi a sorpresa. Tutto è andato secondo lo script, con una conduzione da salotto, quasi invisibile di Jimmy Kimmel. Il suo monologo iniziale ha strappato dei sorrisi, con qualche battuta decisamente azzeccata.

Meno bene è andato il segmento delle domande dal pubblico: momenti del genere andrebbero scritti e concordati con le personalità coinvolte, altrimenti non funzionano. Però l’ha portata a casa, senza gaffe apparenti.

È stata comunque una Notte degli Oscar che ha avuto i suoi momenti, grazie ai premiati. Discorsi toccanti come quello di Ke Huy Quan, Jamie Lee Curtis e Brendan Fraser sono stati l’apice della serata. Bisogna però evidenziare come la necessità (quasi ossessiva) di stare nei tempi abbia portato a scene poco edificanti, con vincitori il cui discorso è stato troncato brutalmente. Non una bellissima immagine e non un bellissimo ricordo per chi ha sognato per tantissimo tempo di stringere quella statuetta.

Una Notte degli Oscar senza infamia e senza lode

Questa cerimonia è forse una delle meno sorprendenti degli ultimi anni, sotto ogni punto di vista. Anche l’elenco dei premiati ha seguito infatti il copione previsto ormai da settimane. Certo, fa strano vedere film straordinari come The Fabelmans e The Banshees of Inisherin uscire a mani vuote da questa nottata, ma il trionfo di Everything Everywhere All At Once era scritto da tempo.

Se questo aspetto appare piuttosto oggettivo, meno definitivo può essere un giudizio su di esso. Questa Notte degli Oscar così posata e tranquilla è davvero l’opzione migliore? O forse è il caso di prendersi qualche rischio in più e sforare, creare un grande show che celebri in grande stile la stagione cinematografica anche a costo di qualche scivolone?

La verità che è necessario accettare è che a prescindere dal parere di ciascuno di noi, esiste un dato incontrovertibile da cui derivare un verdetto: quello degli ascolti. Ed è difficile immaginare che una serata così semplice e lineare possa aver fatto registrare grandi risultati e invertito il trend.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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