Intrattenimento

Non accettate caramelle dagli sconosciuti

Quando ancora non sapevo che Miike Takashi sarebbe diventato uno dei registi giapponesi che preferisco, seguendo un impulso che a tutt'oggi non so da dove sia scaturito, mi sono messa a vedere un film: The call (着信アリ).

Ebbene è stata un'esperienza incredibile, che mi ha lasciato un misto di sbigottimento, incredulità, fascinazione e un pizzico di repulsione, tanto che l'ho visto altre quattro o cinque volte, in contesti differenti e con persone diverse, prima di fermarmi…. 
Per prima cosa è mio dovere avvertirvi, nel caso non abbiate mai visto film o serie tv giapponesi, che bisogna un attimo abituarsi  alla recitazione degli attori asiatici poiché hanno una mimica più teatrale, per dirlo in maniera ricercata.
Inoltre le tempistiche di una produzione giapponese sono un po' più lente rispetto a quelle americane tanto famose. Negli horror soprattutto, i tempi sono molto diluiti, sembra quasi non accada mai nulla e nel frattempo succede di tutto, sotto i vostri occhi confusi e un po' appannati. Per farvi un esempio, avete mai visto Dark Water? L'originale giapponese del 2002, non il remake con Jennifer Connelly del 2005.. Bè, in quel caso posso affermare che la durata effettiva della pellicola sia di 101 minuti, invece  la durata percepita è stata di almeno 240 minuti. Non so se mi spiego.
Questo per farvi un'idea di ciò che potreste trovarvi davanti e, per quanto siano caratteristiche che potrebbero scoraggiarvi dall'intraprendere l'avventura, vi incito caldamente a non lasciarvi spaventare perché vale davvero la pena di passare una serata davanti ad un horror giapponese, anzi vale la pena passare una serata guardando The call.
Torniamo al nostro film dunque. La trama inizialmente è abbastanza lineare: assistiamo ad una serie di macabre morti tutte collegate dal fatto che pochi giorni prima di morire, i malcapitati avevano ricevuto una chiamata sul cellulare dal loro stesso numero e un inquietante messaggio nella segreteria telefonica. Già questo non solletica la vostra attenzione, oltre che farvi un sacco ridere?
Yumi la protagonista, amica di una delle vittime, comincia ad indagare. 
Ecco da questo punto in poi succede di tutto, di tutto! 
In una corsa contro il tempo per fermare la fantomatica entità sovrannaturale che tira le fila delle tragiche uccisioni, Yumi affiancata da Hiroshi (che cerca risposte per la morte della sorella) scoprirà fatti raccapriccianti e verità sconcertanti. 
L'ambientazione è dark, tra stanze claustrofobiche, sotterranei bui e ospedali dimenticati, la luce del sole si vede poco e spesso è un po' grigia,  e il tutto è punteggiato da scene molto kitsch e splatter, nella buona tradizione di Miike. Perché lui sa come farti distogliere lo sguardo dallo schermo. 
Poiché in nessun film giapponese può mancare il momento commovente, abbiamo anche cinque minuti di rivelazioni strazianti e di momenti da lacrima, se non fosse che fino a quell'istante abbiamo visto corpi squartati e sangue a fiotti.
Quando tutto pare aver raggiunto un senso, con ogni tassello messo nel posto che gli appartiene, ecco che succede qualcosa che rimette in dubbio ogni possibile deduzione e soluzione. Dopo un'ora e mezza di film di crogioli nella convinzione di aver finalmente capito qualcosa e invece negli ultimi 15 minuti diventa tutto un altro film!!
Se ci penso provo ancora quel senso di smarrimento che mi ha preso la prima volta che lo vidi. 
È decisamente un'opera impregnata di una forte essenza giapponese e lo si percepisce dall'inizio sino alla fine, nonostante gli scherzi e i commenti sconvolti.
No, non ho accennato a nessuna caramella in questo articolo, ma voi guardate il film e poi vi sarà tutto chiarito.
Ho un'ultima questione su cui lasciarvi riflettere, prima di chiudere.
Secondo voi da dove arriva il terrore per i bambini morti, spesso protagonisti di questi horror? 
È il senso di colpa? 
È il terrore che può generare l'innocenza libera dalle regole della società, tanto da diventare estremamente buona o assolutamente malvagia?
Ma di questo ne parleremo un'altra volta.
Scrivetemi! Scrivetemi! Scrivetemi! Se avete domande o curiosità riguardanti il mondo del Sol Levante.. O anche solo se volete farmi sapere cosa ne pensate del film (l'indirizzo è: redazione@orgoglionerd.it )
See you space cowboy

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