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Dopesick, tutte le facce della crisi degli oppiacei | Recensione

La serie con Michael Keaton racconta come una casa farmaceutica abbia messo in ginocchio gli Stati Uniti

Abbiamo guardato i primi due episodi di Dopesick – Dichiarazione di Dipendenza, la nuova serie sulla crisi degli oppiacei, e vogliamo dirvi cosa ne pensiamo in questa recensione. La serie arriva su Disney+ con un cast ricco di stelle: Michael Keaton, Rosario Dawson, Kaitlyn Dever, Michael Stuhlbarg e non solo. E racconta la scandalosa e drammatica storia dietro la crisi degli oppiacei e di come l’OxyContin abbia messo gli Stati Uniti in ginocchio in poco tempo. Affrontando la questione da molti punti di vista, accumunati da grandi interpretazioni e scene potenti.

La recensione di Dopesick: la crisi degli oppiacei da tutti i punti di vista

La nuova serie in arrivo su Disney+ non nasconde nulla dietro le metafore, né teme di usare nomi reali. La prima scena della serie vede Michael Stuhlbarg alzarsi in piedi in una riunione aziendale. Il nome del suo personaggio è quello di Richard Sackler, al centro di una causa lunga e ancora in corso per come ha gestito il lancio dell’OxyContin. Un oppiaceo prodotto da Purdue Pharma, che all’epoca assicurò che solo l’1% dei pazienti sviluppava una dipendenza per il farmaco.

Ma saltando in avanti ai primi anni 2000, la serie mostra il processo annoso contro l’azienda. Diversi medici denunciano i danni del farmaco, che era stato spacciato come sicuro e prescrivibile a chiunque. Uno di loro arriva a dire “non posso credere che così tanti siano morti”. Si tratta del Dr. Samuel Finnix, interpretato da Michael Keaton.

La storia continua quindi seguendo Finnix si sia lasciato convincere da un venditore di Purdue (interpretato da Will Poulter, spalleggiato dalla collega Philipa Soo). Ma anche di come curi Betsy (una grande Kaitlyn Dever), infortunata mentre lavorava in miniera.

Ma saltando avanti di quale anno, c’è anche la storia degli investigatori dell’FBI che analizzano la vicenda, con Peter Sarsgaard nei panni di Rick Mountcastle e Rosario Dawson in quelli di Bridget Meyer.

Nei due episodi (i primi di otto totali) che abbiamo visto in anteprima, la serie continua a muoversi da un piano narrativo all’altro. Ci mostra le incertezze e le pressioni di Sackler, mostrandoci come le decisioni di Purdue siano tutte basate sul profitto, incuranti della sicurezza delle persone. Racconta le buone intenzioni del Dr. Finnix, che pure prescrive il farmaco che (supponiamo) renderà dipendente Betsy dagli oppiacei. E cerchiamo di analizzare le prove insieme agli investigatori.

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DISNEY ITALIA

Grandi performance da grandi attori

Se non vi fossero bastati anni di successi cinematografici (anche senza un meritatissimo Oscar), ve lo confermiamo anche noi: Michael Keaton è un attore fenomenale. Mentre guardavamo Dopesick per questa recensione, ci siamo trovati come sempre affascinati dal suo carisma. Ma la sensibilità con cui ha affrontato questo ruolo ci ha davvero travolto. Con un paio di sguardi riesce a comunicarci la natura del suo personaggio e il motivo per cui fa le scelte che fa, tessendo un intreccio di emozioni in maniera magistrale.

In una normale serie in streaming, sarebbe fin troppo bravo per il resto del cast. Ma tutti hanno portato le proprie migliori performance in Dopesick. Stuhlbarg riesce a farci provare empatia e disprezzo al tempo stesso nei panni di Sackler, una delle figure più discusse degli ultimi anni negli Stati Uniti. Kaitlyn Dever conferma di essere un’attrice di livello assoluto, facendoci commuovere più di una volta (e siamo solo ai primi episodi).

Poulter e Soo hanno una dinamica interessante fra loro, gli agenti FBI sono ben scritti e ben recitati. Rosario Dawson in particolare attira l’attenzione in ogni scena in cui è presente, alzando le barriere emotive per invitarci a scoprire cosa l’abbia resa così disillusa.

Insomma, solo per scoprire dove questi grandi attori porteranno questi variegati e tridimensionali personaggi, vale la pena continuare a guardare lo show.

Recensione Dopesick: storia interessante, raccontata con stile

La triste epopea della crisi degli oppiacei è una storia che merita di essere raccontata. C’è una grande corporazione che ha fatto milioni sulla pelle di persone che soffrivano, ma soprattutto ci sono centinaia di venditori e medici convinti di fare la cosa giusta, eppure pieni di dubbi. Ci sono tantissimi livelli su cui raccontare questa vicenda e in molti l’hanno fatto, dai principali quotidiani americani fino a Last Week Tonight, che ha dedicato una puntata alla famiglia Sackler.

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Photo by: Gene Page/Hulu

Dopesick decide di provare a raccontare tutti questi punti di vista e livelli. E anche se la sceneggiatura non nasconde chi sia il “villain” della storia, mostra l’umanità anche dei personaggi che fanno le più crudeli scelte. La decisione di farci saltare nel tempo dà la possibilità di tremare quando vediamo Michael Keaton convincersi a provare a somministrare OxyContin a Kailtyn Dever. E anche se temiamo che nel proseguo della narrazione questi salti temporali possano diventare complessi, nelle prime due puntate sono stati davvero efficaci.

Abbiamo inoltre apprezzato molto la qualità tecnica dello show, che abbiamo avuto la fortuna di vedere al cinema. La fotografia cupa definisce il clima tetro della storia, ma sembra evidente che il team creativo sappia dove mettere la telecamera per inquadrare le minime reazioni di questi grandi attori. Anche se abbiamo timore che il clima cupo possa diventare pesante con il proseguo della storia.

Documentario e dramma si fondono

L’esperimento interesante di Dopesick è quello di utilizzare nomi veri e situazioni realmente accadute (incontriamo persino il discusso capo dell’FBI James Comey, oltre a tutta la famiglia Sackler). Ma di non limitarsi solamente a fare da documentario, additando i responsabili di questa grave crisi sanitaria, guidata da un terribile cinismo.

Arrivare anche al livello “micro” dei dolori di Betsy e dell’attenzione che il dottor Finnix da ai suoi pazienti, permette di capire l’impatto delle decisioni prese in alto. La serie vuole essere realistica e basata sui fatti emersi duranti i processi, senza rinunciare ad essere prima di tutto un’opera d’arte.

Nei primi due episodi che abbiamo visto per questa recensione, Dopesick ci riesce alla grande. Soddisfa il nostro interesse per i dettagli della vicenda, ma si prende il giusto tempo per farci affezionare ai personaggi. In modo che sentiamo come un pugno nello stomaco ogni volta che soffrono.

Tuttavia, questa dinamica di solito funziona per la durata di un film (gli episodi durano un’ora, quindi più o meno ci siamo) ma risulta più complessa da gestire nel lungo periodo. Se Dopesick dovesse riuscire a tenere lo stesso ritmo e livello di attenzione ai dettagli, oltre alle grandi interpretazioni viste durante questa recensione, potrebbe diventare una serie memorabile. Riuscirebbe a informare e commuovere assieme, entrando nei dettagli della cronaca senza stancare.

Noi speriamo che possa continuare su questo livello, anche se siamo certi di continuare a seguirla fino in fondo in ogni caso. Michael Keaton e il resto del cast si sono guadagnati la nostra fiducia fino alla fine. Potete guardare tutte le puntate di Dopesick su Disney+. Noi lo faremo di certo.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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