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Nessuno si farà attendere: l’importanza di scegliere il narratore giusto | Recensione

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Un’anziana affamata che si sazia di realtà virtuale, gare di dolore trasmesse in TV, robot ribelli che vogliono cambiare il mondo. In Nessuno si farà attendere, il libro edito da Neri Pozza che vi raccontiamo in questa recensione, Christian Pastore esplora temi attuali portandoli qualche anno nel futuro. Un grande classico, ma sempre in mutamento: la fantascienza per fare satira sociale. E in un paio di racconti in questa raccolta, riesce a farlo nella maniera più convincente: facendoci sentire appieno dentro la storia. Perché sa scrivere, non ci sono dubbi. Ma non riesce, però, a farci immedesimare in tutte le favole distopiche di questo libro. E pensiamo che il motivo principale sia la scelta del narratore.

La nostra recensione di Nessuno si farà attendere

Raccontare bene una storia non è semplice. Bisogna fare entrare il lettore in un mondo diverso (anche quando molto simile al nostro), bisogna fargli conoscere i personaggi, farlo/a riconoscere nei personaggi. E poi portarlo per mano a vivere un’avventura, piccola o grande che sia — magari lasciargli persino un messaggio in fondo. Se fare tutto questo è difficile in un romanzo da quattrocento pagine, pensate a quanto sia complicato farlo in una dozzina.

Scrivere racconti brevi è un esercizio di efficienza letteraria che non tutti sono capaci di fare, specie quando si tratta di generi complessi come la fantascienza. Eppure, Pastore sembra farlo con relativa facilità nelle pagine di Nessuno si farà attendere. Ci porta subito dentro l’azione, svelando del mondo distopico che circonda i protagonisti un poco alla volta, e solo quando serve. Disegna così mondi che, in quasi tutte le storie, ci sembrano ben delineati e credibili.

Retro di copertina christian pastore recensione Nessuno si farà attendere

Il nipote, il racconto di apertura, potrebbe diventare l’incipit di un romanzo che divoreremmo, affamati di narrativa come i suoi protagonisti lo sono di cibo. Stando solo nella prospettiva dell’anziana protagonista, ci racconta la società attraverso la sua esperienza diretta. Quel mondo lo conosciamo solo tramite i suoi occhi, e quindi quando li copre con un visore per la realtà virtuale fremiamo per sapere cosa le succederà.

Pastore dimostra anche nelle altre storie la stessa abilità narrativa, anche se le pennellate in soggettiva con cui disegna undici diversi mondi (o undici prospettive diverse dello stesso) ci paiono meno decise di questo primo forte racconto. Ciononostante, racconti come Gente di Lu, Sfidante e Ieri sposi mostrano con fascino mondi interessanti. Quest’ultimo, gioca ancora di più con la prospettiva, con colpi di scena ben costruiti, seppur in poche pagine.

Usare la prospettiva per metterci nei panni di un altro (anche quando sono scomodi)

La satira sociale, che se ben realizzata dà peso e vigore alla fantascienza, non deve mai diventare una pomposa lezione di etica. E con finali aperti e personaggi chiaroscuri, Pastore riesce ad evitare la pedanteria di chi predica invece di raccontare. Chi legge, però, non può fare a meno di interpretare gli spunti dietro le storie e confrontarle con le proprie idee.

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Leggendo Chiatta, per esempio, abbiamo storto un po’ il naso per come Pastore affronta il tema dell’immigrazione e del politicamente corretto. Tuttavia, pensiamo che leggere storie e idee lontane dal nostro modo di pensare sia uno dei motivi per cui amiamo i libri. E questa storia ci ha messo in panni molto diversi da quelli che siamo soliti portare: l’abbiamo vissuta come stimolo, perché Pastore ha saputo scegliere un narratore forse controverso, ma interessante sul piano intellettuale ed emotivo.

Non abbiamo cambiato idea sulla premessa un po’ troppo forzata, ma abbiamo apprezzato come l’autore ci abbia fatto dimenticare quella forzatura mentre leggevamo. E ci è riuscito, ancora, facendoci immedesimare nel protagonista. L’empatia per un personaggio fa tutta la differenza del mondo.

Narratore sbagliato, occasione persa

L’importanza dell’empatia si nota ancora di più in negativo, come succede per Otto Occhi. Questa storia parla di una persona che riconosce di avere un’identità di genere diversa da quella assegnatagli alla nascita: una persona transgender. Dopo la transizione di genere, tuttavia, inizia a identificarsi in diversi animali (cosa che, segnaliamo, non ha nulla a che fare con l’identità di genere). Tralasciando (ma non giustificando) una certa trascuratezza nel trattare l’argomento, crediamo che anche qui la scelta del narratore faccia la differenza.

La storia la racconta la figlia di questa persona, che riassume l’esperienza del genitore per un concorso letterario. Se in tutte le altre storie il narratore era anche il personaggio centrale, quello a cui effettivamente succedono le cose, in questo racconto non viviamo l’esperienza del protagonista — ci limitiamo a osservarla.

Il risultato è che la storia non ha un centro emotivo forte: le motivazioni per i vari “cambi di pelle” del personaggio non li sentiamo vicini, quindi non ci sembrano veritieri. E poi la narrazione non ci fa empatizzare davvero col protagonista e non svela il mondo della storia con il suo sguardo.

Non vogliamo dire che Pastore, come qualsiasi altro autore o autrice, non possa scrivere di quello che gli pare — e scegliere il punto di vista di chi vuole. Diciamo solo che, se si fosse messo dei panni del protagonista come per gli altri racconti, forse avrebbe trovato motivazioni più sentite e avrebbe trasmesso una maggior empatia. Invece ci sembra che, per assurdo, non si sia sforzato appieno di capire il personaggio che lui stesso ha creato. E il risultato non è solo politicamente scorretto, ma poco coinvolgente — peccato ben più grave per chi scrive racconti.

Nelle altre storie, invece, riconosciamo una grande capacità di raccontare il mondo attraverso gli occhi di chi lo vive, cosa che invoglia la lettura di questi racconti già dalle prime righe. E poi abbiamo apprezzato lo stimolo di guardare a temi sociali e tecnologici da un punto di vista che non sempre si allinea con il nostro, perdendoci in mondi che altrimenti non avremmo esplorato. Potete acquistare Nessuno si farà attendere sul sito di Neri Pozza o in tutte le librerie.

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Nessuno si farà attendere
  • Pastore, Christian (Autore)
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