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Nerd Art: e se Magritte fosse nato a Naboo?

Stefano Gentile è un pittore, ed è anche un signor Nerd. Come si combinano le due cose? Per scoprire la risposta a questa domanda il modo più semplice è correre allo Wow Spazio Fumetto, il museo di Milano dedicato al fumetto. Fate una capatina al Gotham Cafè, la caffetteria del museo, e mentre sorseggiate l'intruglio preferito date un'occhiata ai muri. Le opere che vedete appese, da Yoda in versione rapper a Chewbacca in versione pelle d'orso davanti al camino, sono tutte sue. Stefano crea opere che definisce "nerd art", reinvenzioni di tele famose con l'aggiunta di qualcosa di nerd. L'abbiamo conosciuto e, siccome la Forza scorre potente in lui, ci siamo piaciuti subito. Così abbiamo deciso di porgli qualche domanda, e di ottenere in cambio qualche risposta. Andate prima a dare un'occhiata ai suoi lavori, sul suo sito e sulla sua pagina facebook. Poi, nel caso v'intrighi, fate una capatina anche al suo negozio online su etsy. Poi, sia in un caso che nell'altro, tornate qui e fate conoscenza!

ON: Ciao Stefano e grazie di essere con noi! Per cominciare, raccontaci un po' di te, presentati ai nostri lettori: dove nasci, dove ti formi, dove ti scopri?
SG: Nasco su Tatooine, al Fatebenefratelli di Tatooine, ma la mia formazione si è compiuta tutta al di fuori del mio luogo di nascita. Formazione che ha compreso svariati tentativi di fare soldi senza mai dover lavorare veramente. Prima con un romanzo, poi con il mondo dei cortometraggi insieme ad un amico. Tutti falliti miseramente. 
Iniziai a disegnare giovanissimo, spinto da mio nonno e mi riscoprii un talento naturale al punto che a 4 anni disegnavo già in prospettiva (ovviamente solo robot, astronavi, personaggi dei fumetti) e le maestre pensarono di trovarsi in classe un "idiot savant", ma la seconda parte della definizione decadde molto presto. 
Poi finii a lavorare in un sex shop, perché, comunque, non potevo avere un lavoro normale come tutti. Esperienza che ritengo formativa per via degli esseri assurdi coi quali entrai in contatto, ma deleteria per la mia difficoltà acclarata nello scindere la realtà dalla fantasia. Quando, poi, la crisi mi rese una persona reale lasciandomi a  casa come molti di questi tempi, decisi che era arrivato il momento di tornare a dipingere e trasformare la passione in qualcosa di fruttifero. E perpetuare il distacco dalla realtà.

ON: Sei celebre per la tua arte a tema nerd: Obama nell'armatura di Iron Man, la principessa Leia in versione stampa giapponese, l'ammiraglio Ackbar che fa il bagno, con tanto di paperella…come hai iniziato? Dove prendi le idee?
SG: Ho iniziato immaginando i protagonisti e le ambientazioni del mondo di Lucas al posto dei personaggi e degli scenari dei grandi capolavori dell'arte, proprio perché, inserendoli in una tela riconoscibile, li avrei resi ancora più reali nella mia mente. Come se fossero stati un lascito di maestri come Dali, Magritte, Leonardo. A questo ho aggiunto una buona dose di contrasto e di surrealismo creando un effetto a volte ridicolo, a volte antitetico. Chewbe nelle vesti della Monna Lisa è un esempio lampante del mio intento. Ovviamente, poi, le idee si sono susseguite, cercando sempre di abbinare umorismo, senso del grottesco e inserendo i personaggi in contesti assurdi, come, appunto, il saggio Ackbar nelle vesti sì di grande ammiraglio, ma con la giusta dissacrazione, o Yoda negli abiti da hip hopper. Ammirazione e dissacrazione devono sempre andare di pari passo.
ON: Hai un pittore preferito?
SG: Magritte, senza dubbio.
ON: Quali sono i messaggi che vuoi comunicare al pubblico? Sappiamo ad esempio che hai un'opinione precisa sul concetto di "mondo reale"…
SG: Sì ed è il concetto giusto: niente è reale al di fuori di Star Wars e del mondo dei comics. Lì, tutto, ha un equilibrio perfetto, ma, allo stesso tempo, non è scevro di ogni tipo di emozione e passione umana. I personaggi di Star Wars sono il paradigma ideale da seguire, nel bene e nel male. Prendete Darth Vader: è crescita, caduta e resurrezione passando attraverso il sacrificio per donare la salvezza all'umanità, una storia già nota, ma con molto più pathos e meno fantasia.  
I supereroi e i villan della Marvel, in oltre, sono un compendio perfetto di tutte le passioni presenti anche nei drammi di Shakespeare. Nè più, nè meno.
ON: Noi siamo Orgoglionerd. Tu crei nerd art. Non possiamo che andare d'accordo! Secondo te cos'è che rende nerd un nerd?

SG: Il fatto di essere stato oggetto di bullismo alle medie. 
Sarebbe facile dire cose ovvie come la passione per la fantascienza, per i fumetti, per gli algoritmi, un individuo poco incline alla socializzazione, non adatto allo sport se non quello che si pratica con un joypad. 
Io mi considero un nerd atipico, se devo stare alle definizioni. A scuola ero più portato per le materie umanistiche che scientifiche, col computer me la cavo quanto Valeria Marini a  comporre un sonetto, non difetto nella socializzazione e amo come pochi essere al centro dell'attenzione, anche se dimostro spesso insofferenza nei confronti del 99% delle persone. 
Nerd è un'attitudine mentale, è ritagliarsi un proprio mondo non conforme con quello dei cosiddetti vincenti o persone normali, non aver paura di godere quando sai che sta per uscire l'ultimo film di Batman. Ecco, se prendo questa definizione a modello, sono un nerd fatto e finito. Un nerd 2.0, senza aggiornamenti.
ON: Sei orgoglioso di essere nerd?
SG: Lo ero quando il nerd era un reietto della società e lo sono ora che… è ancora così.
ON: Dipingi, vendi, le tue opere sono esposte in questo preciso momento al Gotham Cafè, il bar del museo Wow di Milano, sul tuo sito c'è un gustoso "coming soon" sulla pagina delle t-shirt…insomma, sembra che la tua arte ti tenga impegnato! Cosa ti aspetti dal futuro più prossimo?
SG: Ho sempre pensato che prima o poi sarebbe comparso Lucas e avrebbe comprato tutto facendomi diventare ricco. Continuo a sperare, ma sono più pragmatico e cerco di incrementare il mio business, come, appunto, con le magliette. 
Il 27 settembre, poi, farò il mio debutto nel mondo ufficiale dell'arte, valicando il confine e cercando di far convivere la mia parte nerd con quella artististica, un po' come Due facce, e terrò la mia prima personale alla galleria Run Room/Leo's gallery di Monza.
E' iniziato tutto quasi per gioco, e adesso il gioco si sta facendo serio ed è fantastico, perché, forse, a 36 anni, so finalmente cosa fare nella mia vita.

ON: Ora che le domande istituzionali sono state fatte, parliamo di Guerre Stellari, la tua più grande passione, in una serie di domandine veloci ma necessarie. Pronto? Iniziamo: film preferito?
SG: L'impero colpisce ancora.
ON: Personaggio preferito?
SG: Chewbacca.
ON: Il colore della tua spada laser?
SG: Rossa, senza dubbio.
ON: Cosa pensi degli Ewok?
SG: Socialmente utili alla causa. E sacrificabili.

ON: E dei prequel?
SG: Esistono dei prequel??? 
Salvo l'ultimo, per il dramma, anche se tutti e tre, nel complesso, sono stati costruiti male, è come se Lucas fosse arrivato alla fine del secondo e avesse detto "Mi sono dimenticato quello che volevo fare con gli altri due. Adesso mi tocca mettere tutto nel terzo film"

ON: E dello stupr…ehm…dell'edizione Blu-Ray?
SG: Esistono crimini minori punibili con la pena di morte. E che Lucas sa fare il suo mestiere. Fare soldi.

SG: La tua opera preferita appartenente all'Universo Espanso, cioè tutto tranne i sei film?
ON: I romanzi e basta. Non uno in particolare, ma presi insieme danno un'idea incredibile di quanto lavoro ci sia attorno alla saga e nessuno può dubitare che sia un mondo vero.

ON: Oltre che Guerre Stellari speriamo tu apprezzi anche il mondo dei supereroi, perchè una domanda che ci piace fare ai nostri intervistati è questa: che superpotere ti piacerebbe avere?
SG: Amo terribilmente anche i supereroi, soprattutto quelli del mondo Marvel, Hulk e Spiderman su tutti, e Batman (non riesco ad amare nessun altro personaggio DC) perché li vedo tormentati, meglio dipinti, più, paradossalmente, reali.
Se dovessi scegliere un potere tra tutti vorrei i soldi di Tony Stark. Poi mi costruisco tutti gli altri poteri. 

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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