Un progetto finanziato dalla NASA sostiene di poter usare l’effetto di lente gravitazionale del Sole per studiare gli esopianeti e cercare gli alieni– o almeno dei segnali riconducili alla vita extra-terrestre. Ecco i dettagli.
NASA, alieni e una lente creata col Sole
L’idea si basa sul concetto di lente gravitazionale, ovvero il fenomeno per cui, essendo la luce influenzata dalla gravità, viene visibilmente curvata nella sua traiettoria da un oggetto molto massivo (come il Sole).
La missione punta a sfruttare questo fenomeno come mai prima d’ora, utilizzando diversi piccoli satelliti auto-assemblanti che si posizionerebbero in dei punti precisi. I punti sono in particolare quelli per cui tra l’esopianeta bersaglio, il Sole e i satelliti si forma una linea retta. In questa posizione è infatti possibile sfruttare il fenomeno di lente gravitazionale per ottenere un incredibilmente ingrandimento della luce proveniente dall’esopianeta, permettendo di ottenere una vista altrimenti impossibile del bersaglio.
Una meta lontana
Il principale problema di questo progetto riguarda la posizione di questi punti. Questi si trovano infatti a circa 1000 volte la distanza tra la Terra e il Sole, ovvero ben più lontano di dove qualunque altra sonda umana sia mai arrivata fino a questo momento. Neanche Voyager 1, partita 44 anni fa e diretta verso l’esterno del Sistema Solare, è ancora così lontana.
Un’idea riguarda l’utilizzo di vele per sfruttare il vento solare proveniente dal Sole e lentamente accelerare i satelliti verso la loro destinazione. La tecnologia, per quanto promettente, non è però ancora stata testata su lunghe distanze. E anche se funzionasse, le sonde ci metterebbero 25 anni a raggiungere la loro destinazione.
Il progetto, battezzato telescopio Solar Gravitational Lens (SGL) e guidato dal fisico Slava Turyshev del Jet Propulsion Laboratory di NASA, rimane comunque estremamente affascinante e ambizioso. L’idea ha infatti ricevuto un finanziamento di 2 milioni dall’Istituto per Concetti Avanzati dell’agenzia spaziale statunitense già nel 2020. Ora, in un recente studio, Turyshev sta effettivamente studiando la fattibilità del progetto insieme alla non-profit Aerospace Corporation. Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi.
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