Parlando di mitologia abbiamo affrontato diversi argomenti: dai film ai libri, dai fumetti alla letteratura antica. Oggi invece affrontiamo più un analisi introspettiva sui miti, più precisamente sulla figura dell’eroe.
L’eroe è sicuramente la figura più affascinante in tutti i racconti mitologici. Il loro coraggio e le dure prove che devono affrontare hanno da sempre appassionato le persone fin dai tempi più antichi. Un aspetto che piace molto degli eroi è il loro essere umani; il soffrire e darsi pena per motivi di tutti i giorni e condivisibili anche dalle persone comuni che riescono a sentire più empatia con loro piuttosto che con gli dei onnipotenti e immortali. Come detto qualche riga più sopra la figura dell’eroe risale a tempi antichissimi, potremmo dire con la nascita delle prime civiltà. Il primo poema epico della storia dell’umanità infatti è “L’Epopea di Gilgamesh” mitico re dei sumeri, per due terzi divino e per un terzo umano, e la sua ricerca dell’immortalità. Nelle sue avventure sfiderà mostri e persino il volere degli dei insieme al suo prima rivale e poi grande amico Enkidu. La versione più antica trovata appartiene al VII secolo A.C. ma la storia originale appartiene a vecchissime leggende babilonesi che si rifanno a loro volta a una versione sumerica, inutile dire che sono talmente antiche che non si ha traccia della versione originale. Gilgamesh si può dunque considerare come il primo degli eroi di cui abbiamo traccia (non possiamo non citare la versione vista nell’anime Fate/Zero e Fate/Stay Night, dove il personaggio sempre ben caratterizzato si definisce il Re degli Eroi proprio perché è stato il primo).
Ma cos’è una delle cose che rende l’eroe quello che è? La sua forza? il coraggio? O la sua grande volontà? Sicuramente sono tutte qualità tipiche dell’eroe classico, ma non bastano da sole. Quello di cui ogni eroe ha bisogno è il mostro. L’eroe necessità di una nemesi, qualcuno con cui mettere alla prova la sua potenza, un avversario che faccia risaltare le sue qualità e che una volta sconfitto gli dia gloria eterna. Pensate cosa sarebbe Ercole senza aver mai affrontato il Leone di Nemea, l’idra di Lerna o Cerbero? Non sarebbe certamente la stessa cosa. Il mostro completa l’eroe, ne è contemporaneamente nemesi e alter ego. Quando l’eroe uccide il mostro, lo incorpora, parte del mostro diventa parte dell’eroe, pronto a renderlo più forte. Così Eracle indossa come armatura la dura pelle del leone di Nemea, Perseo utilizza la testa della gorgone Medusa come arma, Susanoo, uno dei principali kami dello shintoismo giapponese trova nel corpo di Yamata no Orochi la spada sacra Kusanagi, che diventerà un simbolo del potere imperiale giapponese. Il mostro è il più prezioso fra i nemici, è il nemico che ogni eroe cerca.
A proposito di Susanoo e Yamata no Orochi, un'altra cosa interessante è notare come spesso troviamo alcuni miti appartenenti a popoli vissuti in luoghi e tempi diversi coincidere in modo davvero simile fra di loro. Paragoniamo appunto Ercole contro l’Idra di Lerna e Susanoo contro Yamata no Orochi. Entrambi i personaggi affrontano dei draghi a più teste, e tutti e due prevalgono sul mostro oltre che con la forza anche con l’astuzia; infatti Ercole capirà di dover bruciare le teste dell’Idra mentre Susanoo farà ubriacare le teste dell’enorme mostro per poi sconfiggerlo. Volendo esistono ancora altri esempi simili come per esempio Thor, il potente dio nordico del tuono ha come suo acerrimo nemico il gigantesco serpente Jörmungandr e anche San Giorgio è famoso per aver ucciso un drago. Il drago è il nemico classico degli eroi di tutti i tempi: sia in forma serpentiforme, infatti nell’antica Grecia la parola δράϰων (drakon) indicava tutti i serpenti di grandi dimensioni; sia nella forma a noi più classica, con quattro zampe, le ali e il soffio infuocato.
Ma perché le storie di eroi e mostri sono quelle che in genere ci affascinano di più? Una possibile spiegazione possiamo trovarla fra i testi del famoso psicanalista Carl Gustav Jung, che nella sua teoria degli Archetipi spiegava l’archetipo dell’eroe come contrapposto a quello dell’ombra, in cui l’eroe archetipico combatteva contro mostri che rappresentavano la personificazione delle potenze cosmiche malefiche. La figura dell’eroe simboleggia i mezzi con i quali la coscienza riesce a vincere l’immobilità della sua mente inconscia; infatti, per la maggior parte delle persone, la parte d’ombra rappresentante le tendenze negative rimane al livello inconscio. L’eroe invece deve rendersi conto che l’ombra esiste e trarne vantaggio. Prima infatti che la coscienza possa trionfare è necessario che riesca a dominare e assimilare l’ombra. Come regola generale, quindi, si può dire che il bisogno di ricorrere a simboli eroici nasce quando l’ego sente la necessità di rafforzarsi. I miti dunque, tramite anche la derivazione archetipica, ci danno un esempio della vita. Questi esempi sono durati fino ai giorni nostri senza mai perdere la loro importanza e nonostante gli anni non diventano mai obsoleti. Super eroi dei comics, dei manga e di tutti i tipi di film, fumetto ecc. sono discendenti diretti degli eroi del mito e ci continueranno ancora ad ispirare per generazioni e generazione perché dentro di noi ognuno ha un animo eroico che aspetta solo di uscire.
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