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Street art e denuncia sociale alla mostra su Banksy a Trieste

Siamo stati alla mostra The Great Communicator Banksy, a Trieste, al Salone degli Incanti fino al 10 aprile 2023. Ve la raccontiamo!

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Una mostra che riporta non soltanto le opere realizzate da Banksy, ma soprattutto il messaggio che è insito in quelle opere. I suoi murales, dipinti e stampe riescono a veicolare insieme un’immagine rassicurante di sfondo con un dettaglio invece spiazzante. Così troverete per esempio una bambina che abbraccia con affetto una bomba come se fosse un bambino (Bomb Love, 2003, serigrafia su carta).

Questa e una sessantina di altre sue opere sono accolte nella mostra The Great Communicator Banksy, che sarà ospitata al Salone degli Incanti di Trieste fino al 10 aprile 2023.

Le opere della mostra su Banksy di Trieste

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Come dicevamo sopra, The Great Communicator Banksy mostra una serie di opere in cui Banksy crea un impatto emotivo molto forte. Gli argomenti sono dei più diversi.

Il no alla guerra e l’antimilitarismo

Partiamo dal suo netto rifiuto di tutte le guerre ed i conflitti, che si esprime in diverse opere esposte nella mostra The Great Communicator Banksy. E vi raccontiamo in particolare una delle immagini secondo noi più d’impatto di tutta la mostra.

Banksy riprende una foto del fotografo Nick Ut, scattata in Vietnam nel 1972. Qui dei bambini scappano dal loro villaggio, appena bombardato col gas napalm. Tra i piccoli c’è una bambina, Kim Phùc, che scappa nuda e gravemente ustionata. Una delle fotografie più atroci che testimoniano il conflitto.

Banksy prende quest’immagine e la inserisce in un contesto completamente ribaltato. A fianco alla piccola Kim Phùc vediamo Mickey Mouse e Ronald McDonald, che la tengono per mano. L’opera si chiama Napalm, è del 2004 ed è una serigrafia su carta.

Mostra su Banksy

Oppure ancora, un’immagine di un’enorme portaerei militare, con un jet che si prepara a decollate. In primo piano, due addetti alla partenza, pronti per dare il segnale al pilota dell’aereo. Uno dei due invece si rivolge verso chi guarda la foto, lo spetatore della scena. Ed ha in mano un cartello rivolto verso di lui, con la scritta “applause”. Il titolo dell’opera è appunto Applause, una serigrafia del 2007.

Mostra su Banksy

Banksy stramaledice l’Inghilterra

Benchè non ci siano ancora certezze sulla vera identità di Banksy, l’autore (o l’autrice, o gli autori…) è inglese, originario di Bristol. E una serie di sue opere è una critica feroce alla Gran Bretagna, alla Regina Elisabetta, alla corona in generale.

Mostra su Banksy

Ad esempio, nel 2000 a Londra ci furono alcuni giorni di manifestazioni in centro a Londra. Queste manifestazioni iniziarono come pacifiche, ma poi sfociarono in violenti scontri, con più di 90 arresti. In mezzo al caos, qualcuno strappò una zolla di terra e la mise sulla testa della statua in bronzo di Winston Churchill di Parliament Square. Da qui l’idea di prendere uno dei ritratti ufficiali di Churchill e modificarlo aggiungendo una cresta verde sulla sua testa. L’opera si chiama Turf War, una serigrafia su carta del 2003.

Poi troviamo anche una ventiquattr’ore nera, piena di mazzette di finte sterline. Mazzette di banconote da 10 pound, con raffigurata l’immagine di Lady Diana, la scritta “Banksy of England” e il motto: “I promise to pay the bearer on demand the ultimate price”. Quest’opera si chiama Di-faced Tenner, è del 2004. Banksy l’aveva creata come parte di una performance, durante la quale progettava di lanciare questa valigetta piena di false banconote in un luogo affollato durante l’ora di punta. Inoltre è stata la prima opera d’arte di Banksy ad entrare nella collezione privata del British Museum, nel 2019.

Di Faced Tenner Banksy

Il topo per Banksy in tutta la mostra

Esistono senza il consenso di nessuno. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione nella sporcizia. Eppure sono in gradi di mettere in ginocchio intere civiltà. Se sei sporco, insignificante e senza amore, allora i ratti saranno il tuo modello.

Banksy, Wall and Piece
Radar Rat Banksy

Il pensiero di Banksy sul topo si riflette anche nel suo libro, Wall and Piece, all’interno del quale dedica un’intera sezione ai ratti. I topi sono anche parte di diverse sue opere, come il pezzo di cemento sul quale appare un topo con registratore al collo e un radar in mano. Lo troverete tra le opere esposte alla mostra di Trieste. Si chiama Radar Rat, è creata utilizzando vernice spray e uno stencil su un pezzo di cemento, del 2004.

I topi di Banksy accompagnano anche i visitatori durante la mostra, con murales accompagnati da frecce rosse, per indicare il percorso da seguire per vedere tutta la mostra.

Le irruzioni nei musei

Banksy tra il 2003 e il 2005 è entrato in incognito in diversi prestigiosi musei a Londra, Parigi e New York, per esporre le proprie opere. nel 2005 per esempio ha messo in esposizione al British Museum una roccia, con una finta pittura rupestre dove un uomo spinge un carrello della spesa. L’opera è passata inosservata all’interno del museo, finché i curatori del museo non ricevono la notizia della presenza di quest’opera. Ironia della sorte, la stessa opera è stata poi esposta ufficialmente nel 2018 all’interno di una mostra. L’opera si chiama The Rock of Peckham.

The Rock Of Peckham Banksy

La ragazza con il palloncino

Una delle immagini più iconiche di Banksy, oltre che della sua avversione per il mondo museale e del mercato dell’arte in generale.

Simbolo di questo scontro è la serigrafia su carta che, nel 2018 è andata all’asta da Sotheby’s. Venduta per un milione di sterline, appena il battitore confermò la vendita, l’opera si autodistrusse, riducendosi in striscioline di carta davanti agli spettatori allibiti.

Il mondo dell’arte è una barzelletta, la puù grossa che ci sia in circolazione. Un gerontocomio per i superprivilegiati, i presuntuosi e i deboli.

Banksy

Nella mostra su Banksy uno sguardo anche alla Palestina

Banksy diffonde il suo messaggio di lotta alla violenza anche al di fuori dell’Inghilterra e del mondo occidentale. Ha messo mano anche in Palestina, che l’autore considera la più grande prigione a cielo aperto del mondo.

Qui Israele aveva iniziato la costruzione di un muro, che nei progetti sarebbe stato alto tre volte il muro di Berlino, intervallato da posti di blocco e torrette di osservazione. Il muro avrebbe dovuto coprire una lunghezza di 700 metri, come la distanza tra Londra e Zurigo. Ma la costruzione venne interrotta.

Banksy nel 2017 fece costruire un hotel proprio di fronte al muro, un hotel “con la vista più brutta del mondo“: il Wallet Off Hotel. Il nome stesso è una parafrasi ironica dell’Hotel Waldorf a New York.

L’hotel ha 10 camere, ospita opere di Banksy, installazioni e una caffetteria dove vengono organizzati continuamente eventi. C’è all’interno anche un negozio, il Wallmart, un ironico richiamo alla catena inglese Walmart. Qui i clienti possono comprare il necessario per dipingere il muro adiacente.

Walled Off Hotel Banksy

La mostra su Banksy è aperta fino ad aprile

Potremmo continuare a raccontarvi delle opere di Banksy che potrete trovare in esposizione alla mostra a Trieste, ma crediamo che valga la pena vederla. Quindi andate a visitarla! Resterà aperta ancora per un po’ fino al 10 aprile 2023. C’è ancora tempo! Per informazioni e prenotazioni della visita, potete cliccare su questo link. Non lasciatevela sfuggire!

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Alessio Riccardi

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