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Messaggi dal Sotto Sopra

“Ah, ricordate gli anni 80? Le cose erano più semplici allora: avevamo una donna spietata e controversa a Downing Street, un abbronzatissimo spaccone repubblicano alla Casa Bianca, e le uniche cose di cui dovevamo preoccuparci erano le minacce dalla Russia e la violenza in Medio Oriente. Bei tempi. Dubito che ne rivedremo di simili.”
Questo volume snello e dalla copertina molto familiare è la guida non ufficiale del mondo (sotto sopra) di Stranger Things edita da De Agostini, minuziosamente composta dalla frizzante penna di Guy Adams.
Pubblicata giusto in tempo per anticipare l’uscita della seconda stagione, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di raccordo (e di consolazione) nell’attesa.
In realtà si è rivelata molto più ricca e completa, e quindi potenzialmente molto più longeva, di così:
si tratta infatti di un ottimo strumento per riscoprire gioielli del decennio d’oro del cinema horror in ambito musicale, cinematografico e letterario.
Strutturalmente si compone di 8 capitoli (come gli 8 episodi della prima stagione) più alcune appendici.
Ciascuno si concentra su ogni singolo episodio, commentandolo sì nel dettaglio, ma soprattutto per eviscerare tutto quello che vi sta dietro. E credeteci quando vi diciamo che c’è davvero un mondo da scoprire.
È una piacevolissima trattazione, ricca di riferimenti e rimandi, il cui approfondimento potrebbe non esaurirsi mai veramente.
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Avete notato quale fumetto è in palio nella gara di velocità in bici tra Will e Dustin? Proprio il numero 134 degli X-Men, quello in cui l’unico personaggio femminile dotato di poteri telepatici si trasforma nella Fenice Nera, abbracciando il lato oscuro dopo essersi sacrificata per salvare i propri compagni. Sarà stata una scelta casuale?
Tralasciando (e apprezzando) i riferimenti diretti alla vita quotidiana, alle marche di prodotti, ai programmi e alle pubblicità di quel periodo, trattati con estrema cura nei dettagli, c’è una struttura narrativa più profonda, presa in prestito dai grandi pilastri culturali di quel periodo che vanno a costruire il DNA della serie.
I cromosomi di Stranger Things vengono dagli stilemi di autori che hanno costruito un gusto estetico ben vivo ancora oggi e che ha visto il suo culmine proprio in quegli anni.
Grandi personalità come Stephen King, John Carpenter, David Cronenberg, Steven Spielberg hanno visibilmente influenzato questa serie di profonda ispirazione anni 80. Ma se volete capire come e in che modo questo sia successo, la guida in questione potrà soddisfare parecchie curiosità.
Anche una fine attenzione viene riservata alla colonna sonora scelta appositamente per ogni episodio, dalle suggestioni dei Tangerine Dream, al rock post punk dei Joy Division e al pop che imperversava in quegli anni.
Il tutto condito da riferimenti storici dell’epoca e un delizioso capitolo sulle più pazzesche e affascinanti cospirazioni che riguardano il governo degli Stati Uniti: l’esperimento di Philadelphia, il progetto Montauk e MKUltra.
Visto che si tratta di un saggio i cui riferimenti sono puntualmente controllati, che però vuole divertire, a fine capitolo ci sono anche dei quiz e diverse attività proposte (c’è perfino una ricetta per la perfetta Torta Sotto Sopra) e indicazioni su come travestirsi da Steve Harrington (per citare il migliore).
Insomma, una guida pensata per colmare il vuoto a seguito della prima stagione di Stranger Things si rivela qualcosa di molto più utile: probabilmente uno dei saggi più divertenti e godibili che sia possibile incontrare, che finisce per trattare molto più della singola serie. È piuttosto evidente quanto l’autore sia un fan, e soprattutto un nerd, e quanto si sia divertito nel scriverlo.
È un libro che nonostante sia ricolmo e straripante di informazioni non diventa mai pensate o noioso; che abbiate vissuto in quel periodo o che vogliate scoprirlo, questo è il libro che vi serve.
Disclaimer: se non siete appassionati è assai probabile che lo diventerete.

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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Un commento

  1. A quindi non era solo un mito nerdico, qualcosa davvero si stava muovendo e non erano solo voci.
    Sicura? Per niente, ma visti i tempi, farò sicuramente in tempo a cambiare idea n volte.

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