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McDonald’s chiude in Russia dopo l’hashtag trend sul web

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Oltre 30 anni fa McDonald’s fu uno dei primi grandi marchi statunitensi ad aprire nell’ex Unione Sovietica.
In un freddo gennaio del 1990 in piazza Pushkin, ubicata praticamente a metà della trafficatissima Tverskaya St. una delle arterie più importanti di Mosca, venne aperto il primo McDonald’s in terra russa. A farne da cornice la statua del grande poeta che da il nome alla piazza, i giardini con le fontane e un teatro di epoca sovietica costruito al posto di una chiesa abbattuta durante il regime di Stalin. Insomma, un contesto assai insolito dove trovare un mac e assaggiare un panino come quello degli yankees fino ad allora.

E se dell’ombra della Guerra Fredda si erano perse le tracce, tanto da fare della Russia un attrazione per migliaia di brand occidentali, quanto sta accadendo in Ucraina ha cambiato radicalmente tutto.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, cominciata il 24 febbraio 2022, moltissimi brand americani ed occidentali hanno deciso di abbandonare il paese sovietico. Queste decisioni sono state prese sia direttamente dalle strutture dirigenziali delle grandi marchi, ma anche dalle sanzioni imposte nei confronti della Russia.

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McDonald’s in Russia

McDonald’s in Russia perdita da 2 miliardi di dollari

Uno tra gli ultimi a lasciare il paese di Vladimir Putin in queste ore è stato appunto il brand di fast food McDonald’s, che ha deciso di chiudere ben 850 punti vendita in Russia, che aggiunti a quelli chiusi in Ucraina per la situazione catastrofica del paese, diventano complessivamente 950 negozi chiusi.
Non si può dire che la scelta di chiudere non sia stata influenzata dai clienti del McDonald’s, dato che nei confronti del colosso americano era cominciata una campagna di boicottaggio in questi ultimi giorni.
Sui social, principalmente su Twitter, l’hashtag #BoycottMcDonalds è diventato talmente virale da spingere i dirigenti del leader del settore fast food di chiudere i punti vendita russi.

Il mercato russo ed ucraino, ha garantito fino ad oggi circa il 9% delle entrate annuali a McDonald’s, che tradotto in soldi significa oltre 2 miliardi di dollari. Mentre altri brand dello stesso settore hanno puntato sul franchising, McDonald’s risulta essere proprietaria dell’84% dei suoi negozi in Russia.
Il colosso americano degli hamburger ha fatto sapere che gli oltre 62.000 dipendenti saranno comunque stipendiati in questo periodo di chiusura.

In una lettera indirizzata ai dipendenti, il CEO del brand Chris Kempckinski ha spiegato loro che la chiusura è stata la scelta migliore per il momento, ringraziandoli per l’impegno e la professionalità fino ad ora dimostrata e comunicando di non sapere quanto ancora durerà tale chiusura.

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