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Maya e i tre guerrieri: la serie evento Netflix è un capolavoro visivo | Recensione

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Non è un segreto che Netflix, da qualche anno a questa parte, stia puntando molto sulle produzioni animate, sia serializzate che cinematografiche, con prodotti anche molto apprezzati e acclamati. Con la sua nuova serie evento Maya e i tre guerrieri (in originale Maya and the Three) il servizio di streaming ha però raggiunto, secondo noi, un nuovo traguardo tecnico e visivo. La miniserie autoconclusiva ha una qualità assolutamente inedita per un prodotto di questo tipo, che assieme a una trama relativamente semplice ma avvincente e un variegato cast di personaggi siamo sicuri conquisterà anche voi. Ma andiamo con ordine.

La nostra recensione di Maya e i tre guerrieri

La serie è ambientata in una fantastica terra precolombiana dove esiste la magia e le divinità mesoamericane camminano sulla stessa terra dei mortali. La trama segue una struttura quasi mitologica, con la protagonista, la principessa guerriera Maya, al centro di una profezia che coinvolge la sua famiglia e il Dio della Guerra Lord Mictlan. Per farla avverare e compiere il suo destino, andrà alla ricerca di tre compagni di avventura: un mago, Rico; un’arciera, Chimi; e un guerriero, Picchu. Nel corso della loro missione incontreranno amici e nemici, come il misterioso e affascinante principe dei pipistrelli Zatz.

Maya and the Three | Official Trailer | Netflix

Non vogliamo entrare più del dettaglio nella trama per evitarvi spoiler, ma anche perché non c’è moltissimo da dire. La storia infatti è relativamente semplice, con pochi colpi di scena, pur rimanendo nel complesso funzionale e godibile. Anche la narrazione degli episodi, nonostante un inizio forse troppo lento e con degli aspetti ripetitivi, fa il suo dovere, soprattutto considerando che stiamo parlando di una stagione autoconclusiva di soli nove episodi, quindi recuperabile in un paio di serate.

Anche i personaggi sono abbastanza semplici e incastonati in gran parte in alcuni archetipi sia dell’animazione che del mito. Nonostante la prevedibilità di alcune scelte e comportamenti, sono però comunque presenti degli elementi innovativi che rendono ogni persona a suo modo interessante e non troppo scontata. La recitazione di attori come Zoe Saldana (Gamora nell’MCU) per Maya e Alfred Molina (Doctor Octopus negli Spider-Man di Raimi) per Lord Mictlan sigilla poi un’ottima interpretazione, almeno nella versione originale.

Un gioiello visivo

A rendere questo prodotto però veramente degno di nota, e secondo noi iconico, è l’animazione. Dalle luci, alle texture, ai riflessi fino alla fluidità dei movimenti e la ricchezza delle azioni, con battaglie e combattimenti che animano ogni puntata: la serie non si risparmia veramente su nulla da un punto di vista tecnico e artistico.

La cosa forse sorprendente è come si tratti di una serie prodotta da uno studio emergente, Mexopolis, che nella sua filmografia annovera come unica altra produzione degna di nota The Book of Life, che condivide con Maya e i tre guerrieri il regista Jorge R. Gutierrez. Si tratta ovviamente di una sorpresa positiva, che testimonia probabilmente anche un importante investimento da parte di Netflix e che speriamo si traduca in altri capolavori prodotti dall’azienda messicana.

Maya e i tre guerrieri: le nostre conclusioni

Come è evidente da questa recensione, siamo rimasti veramente colpiti, se non addirittura innamorati, dal comparto visivo di Maya e i tre guerrieri. Considerando che si tratta di un prodotto autoconclusivo relativamente breve (351 minuti, 5 ore e 51 minuti) e secondo noi piacevole e scorrevole anche a livello di storia, con qualcosa da dire per spettatori di tutte le età, il nostro consiglio è quello di recuperarlo assolutamente.

Vi lasciamo il link alla relativa pagina Netflix.

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