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Marika Herzog ci racconta Sleepy Boy, un manga pieno di incubi e caffè

Orologi magici nel cielo, incubi che prendono vita, cuscini che mordono e dosaggi enormi di caffè. Questi sono solo alcuni degli ingredienti di Sleepy Boy, un global manga ricco di fantasia e dal ritmo perfetto che abbiamo letto prima di intervistare Marika Herzog, la sua autrice. Che ci ha spiegato come il tema del sogno nasca dalla sua complessa esperienza personale, che ha trasformato in un manga ricco di personaggi interessanti e dinamicità.

La nostra intervista a Marika Herzog, l’autrice di Sleepy Boy

Nathan beve caffè in continuazione. Ha paura di addormentarsi: quando lo fa, i suoi incubi prendono vita — e minacciano l’incolumità della sua famiglia. Ma non è questo l’unico rischio “onirico” che incontra: da un po’ di tempo, in tutto il mondo fluttuano orologi che sembra la fusione perfetta dell’estetica manga con il surrealismo di Dalì. E ci sono pesci che volano a mezz’aria e creature uscite dai sogni che mettono a rischio la città. Nathan deve affrontare tutti questi incubi a occhi aperti, ma per farlo gli serve la strepitosa forza di un suo “alter ego oscuro”, che vede riflesso negli specchi e che, a volte, prende il sopravvento.

Marika Herzog ha riempito Sleepy Boy di fantasia e abilità narrativa, già dal primo volume che ci siamo divorati prima di incontrarla per questa intervista durante Lucca Comics & Games 2024. Durante la quale ci ha raccontato da dove ha preso l’ispirazione per questo manga onirico (e davvero divertente) e quali temi ha deciso di affrontare con questa storia pienamente originale.

Un mondo pieno di sogni che diventano veri

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Prima ancora di iniziare l’intervista, iniziata dopo una lunga sessione di firmacopie con i fan, Herzog mi spiega che è alla quarta fiera in quattro Paesi diversi nell’ultimo mese. Ce l’ha detto per scusarsi per qualche eventuale errore di comprensione con l’inglese, dopo aver cambiato quattro lingue in poche settimane. Ma è anche qualcosa che testimonia il successo dell’autrice di global manga, che dopo aver letto il primo volume di Sleepy Boy capiamo benissimo.  

Sleepy Boy è un libro molto difficile da raccontare in poche parole. Hai una frase per riassumerne il contenuto e spiegarlo ai tuoi lettori?

“Una frase… Sì, il personaggio principale non riesce a dormire perché i sui incubi diventano vivi. Questo ha un impatto enorme sulla sua famiglia e i suoi amici; quindi, ha bisogno di trovare un modo per tornare alla sua vita normale, per vivere con una famiglia”.

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Il mondo in cui vive Nathan è pieno di elementi onirici — mi hanno particolarmente colpito gli enormi orologi nel cielo. Da dove hai tratto ispirazione per questo universo?

“Per essere onesti, ho molti artisti preferiti, ma non li ho presi come ispirazione per questa storia. Ma penso che alcuni mi abbiano un po’ influenzato, come Kazuya Minekura, in particolare dal suo Sayuki; Oda, Obata e molti altri. E poi mi lascio ispirare dai film, dalla musica che ascolto mentre disegno”.

È da lì che vengono gli elementi onirici della trama?

“No, in realtà il mondo dei sogni, in particolare gli incubi, vengono più dalla mia esperienza personale. Non so se conosci il termine ‘paralisi del sonno’? Mi capita almeno una o due volte all’anno. Non ti puoi svegliare, sai che stai dormendo, e provi a urlare di notte e speri che tua sorella o qualcun altro nella tua stanza possa sentirti e svegliarti. Ma non puoi fare niente se non aspettare, non puoi svegliarti. E se hai una sfortuna incredibile, rimani bloccato in un loop. Quindi ti svegli, ma sei ancora in un sogno, e lo sai, e non puoi scappare.

“E poi penso di aver anche voluto essere libera, come succede in One Piece, di creare un mix del mondo normale e di alcuni personaggi divertenti e pazzi, di uscire un po’ di più dalla mia zona di comfort. Quindi questi sono tutti gli ingredienti, insieme a un sacco di caffè, due gatti che non mi lasciano mai dormire, e scambiare un sacco di idee con mia sorella”.

intervista a marika herzog

Quindi c’è un po’ della tua famiglia in questa tua storia. E la famiglia mi sembra abbia un ruolo centrale nella trama di Sleepy Boy: proteggere la famiglia è ciò che motiva il protagonista, e poi trova una “famiglia” di compagni di avventura. È un tema che ti sta particolarmente a cuore?

“Sì, è uno dei temi. Ho diversi messaggi che volevo proporre, ma penso che soprattutto in Europa, la famiglia sia un argomento enorme e importante. E conosco molte persone che non hanno una famiglia, una famiglia di sangue, ma hanno trovato un’altra famiglia che è uguale a una famiglia di sangue. Quindi, penso che sia importante mostrare che la famiglia e la casa possono essere ovunque. Devi solo vederli, cercarli e accettarli”.

Fra i personaggi di questo “dream team” che Nathan trova, ce n’è qualcuno che ti ha sorpreso in qualche modo?

“Non di questa famiglia ‘trovata’, ma c’è un personaggio in questo libro che ha deciso di essere più importante del previsto. Ho fatto un viaggio davvero bello con lui. È un personaggio che ha creato la sua propria vita e ha detto, no, non voglio essere buttato via dopo un paio di pagine, voglio solo restare. Ed è davvero grandioso”.

Un altro argomento interessante è la dualità, il tema del doppio: Nathan trova una versione più “oscura” di sé stesso con cui interagire. Cosa rappresenta nella storia?

“Per essere onesti, riguarda più l’accettazione di sé, ma non posso andare oltre perché, se spiegassi tutto, rovinerei il terzo e ultimo volume. Perché c’è una ragione speciale per questa versione più oscura. E, quindi, mi dispiace ma dovrai aspettare il terzo volume! Ma è un qualcosa che parte dalla riflessione su sé stessi”.

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I temi forti si sentono in questo libro (pur molto divertente). E si capisce che non è il tuo primo manga: cosa hai imparato dai tuoi precedenti lavori?

“Sì, da quando lavoro con Ankama in Francia, ho imparato molto. Io adoro il mio editore in Germania, ma la Germania non è un paese di fumetti. Quindi non hanno l’esperienza di altri paesi in questo momento. Anche se stanno crescendo: Altraverse è uno dei migliori esempi di produzioni originali in questo momento. Ma lavorando con Ankama, i miei editor hanno oltre 10 anni di esperienza nella produzione e nell’editing di opere originali. Quindi, ho dovuto cambiare tutto il mio concetto di lavoro. E all’inizio non è stato così facile. Ma ora non voglio cambiarlo di nuovo perché ho notato che dopo aver iniziato a lavorare seguendo i loro consigli, ho imparato molto e sto ancora crescendo.

“Da quando lavoro con loro mi sento un po’ una principiante, all’inizio del mio viaggio, perché è stato come se un mondo completamente nuovo fosse esploso e ho molte possibilità che non avevo mai avuto prima”.

Beh, a noi sembra che tu conosca il medium del manga molto bene! Ultima domanda: per quanto possiamo aspettarci di leggere Sleepy Boy? Hai altri progetti in vista?

Ci sono molti volumi in arrivo. Di solito ne ho di più, più piccoli, e all’inizio pensavo che sarebbero stati circa quattro o cinque volumi. Ma sono quattro e gli ultimi due libri sono davvero enormi. Puoi prenderli e ucciderci qualcuno se ti infastidisce [ride, ndr].

“Ma ho già altri progetti in mente che voglio davvero fare. Non posso dire nulla a riguardo, non so ancora se li farò con Ankama o un altro editore. Ma voglio davvero lavorarci. Posso dire di avere molte altre idee e progetti nella mia cartella che aspettano di vedere la luce del giorno”.

Noi siamo curiosissimi di scoprirli, e di conoscere come prosegue questa storia. Che ci sembra ricca di fantasia e di spunti di riflessione interessanti (che è la stessa impressione che ci ha fatto la sua autrice). Voi avete letto Sleepy Boy? Cosa ne pensate?

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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