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Drive-Away Dolls, un Coen non può fare un brutto film (anche provandoci) | Recensione

Drive-Away Dolls è fra i peggiori film che un Coen (in questo caso Ethan) abbia mai diretto. Eppure, scuole intere di aspiranti sceneggiatori potrebbero studiarlo per capire come si scrive un copione coeso, conciso e divertente. Un copione pieno di riferimenti elevati e battute infime. Un copione che sarebbe un grande risultato, se non l’avesse co-scritto (con la moglie Tricia Cooke) uno degli autori di Fargo e Raising Arizona — due film che condividono molti elementi con questo suo ultimo film. Ma nonostante le aspettative enormi che avevamo prima di scrivere questa recensione, Drive-Away Dolls è un film che gli appassionati dei Coen Brothers e del cinema in generale non dovrebbero perdere: perché anche quando prova a fare film “spazzatura”, Ethan Coen riesce a essere interessante.

La nostra recensione di Drive-Away Dolls

Ethan Coen e la moglie e co-autrice Tricia Cooke hanno annunciato da subito che il film sarebbe stato “spazzatura”: una rivisitazione in chiave moderna dei film sexplotation, pieni di scene esplicite e battute sboccate. Un film basato sulle esperienze queer di Cooke e sui bar frequentati da donne lesbiche all’inizio di questo secolo.

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I due hanno iniziato a scrivere il film ormai vent’anni fa, ma hanno trovato il tempo per rivisitarlo quando Ethan e suo fratello Joel, finito di girare La Ballata di Buster Scruggs nel 2018, hanno deciso di prendersi una pausa dalla loro storica collaborazione. Durante questa pausa, Joel ha diretto La Tragedia di Macbeth, il più “coeniano” dei personaggi di Shakespeare (se ci perdonate la blasfemia letteraria). Un film che ricorda i lungometraggi più esistenzialisti del canone dei fratelli registi, mentre invece Ethan ha voluto puntare su una commedia da Looney Tunes a luci rosse. Ma in entrambi, lo stile dei fratelli si riconosce. E nel caso di Drive-Away Dolls, lo si nota già dalla trama.

Un po’ criminale e un po’ queer

Il film si apre con Santos (Pedro Pascal) in un locale, che si guarda attorno spaventato stringendo a sé una valigetta. Non sappiamo cosa contenga, ma sappiamo che qualcuno la vuole a ogni costo.

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Per un errore del commesso Curlie (Bill Camp), la valigetta finisce nell’auto che Jamie (Margaret Qualley) e Marian (Geraldine Viswanathan) affittano per viaggiare verso Tallahassee. Marian, per andare a trovare sua nonna. Jamie ha invece l’obiettivo di allontanarsi dalla sua ex Sukie (Beanie Feldstein), che ha tradito ripetutamente. Ma anche quello di frequentare tutti i bar lesbo della costa orientale, per far “sbloccare” la pudica Marian.

Non appena si rendono conto che la valigetta l’hanno le due amiche, il Comandante (Colman Domingo) manda i due suoi scagnozzi Arliss (Joey Slotnick) e Flint (C.J. Wilson) a rintracciare le ragazze. Che fra motel e bar, con un intramezzo a una festa di una squadra femminile di calcio con sessioni cronometrate di baci, stanno lentamente raggiungendo Tallahassee. Ma presto si renderanno conto di essere parte di qualcosa di più grande e pericoloso. Che coinvolge il senatore repubblicano Channel (Matt Damon) e, in qualche modo, le scene psichedeliche in cui appare Tiffany Plastercaster (Miley Cyrus),

Filosofia e un milione di battute sui vibratori

In tutti i film dei fratelli Coen, ogni personaggio ha una sua voce particolare. Jamie parla a raffica con un forte accento texano e pensa che sia “F-U-N Fun” fare lo spelling per evidenziare le parole, Sukie sembra quasi isterica, mentre Marian ha una voce monotona e lenta (e Viswanathan è bravissima a far trapelare le emozioni sotto l’apparente apatia).

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Ma in questo film in particolare, pur con uno stile diverso, praticamente ogni personaggio ha almeno una battuta a sfondo sessuale. Siamo abbastanza certi che sia il film che fa più battute sui vibratori della storia del cinema. Ma i ‘dildo’ non servono solo per farci ridere (e soddisfare le protagoniste del film) ma anche per la trama.

Coen e Crooke riescono però a bilanciare questa comicità così sfrontata e le numerose scene di sesso con giusto un pizzico di sentimento, e anche di filosofia. La relazione di amicizia (e forse qualcosa di più) fra Jamie e Marian è il centro emotivo del film.

Un rapporto fra due opposti, ben simboleggiato dal libro che legge Marian: Gli Europei di Henry James. Un volume che mette a confronto la modestia puritana degli americani con i modi più libertini del Vecchio Continente. E il simbolo riecheggia in tutto il film: Coen e Crooke, come Henry James, vogliono parlare di morale con la propria opera. Anche se non possiamo che pensare che l’impatto morale del film sarebbe stato maggiore se fosse uscito vent’anni fa, quando Coen e Crooke iniziarono a scriverlo. Non che la questione LGBTQI+ sia risolta oggi, ma due protagoniste omossessuali sarebbe state rivoluzionarie a inizio Duemila.

Recensione di Drive-Away Dolls: da un Coen bisogna pretendere di più

Con una sceneggiatura intelligente, ottimi interpreti (anche se Damon e Pascal fanno più che altro dei camei) e una quantità enorme di sex toys, Drive-Away Dolls è un film divertente, che ci è piaciuto vedere per questa recensione.

Il problema è che diverse scene ci hanno fatto ricordare altri film che Ethan Coen ha girato con il fratello Joel: Raising Arizona, A Serious Man, Fargo, Il Grande Lebowski. Tutti migliori. Perché, sebbene questo film abbia tutto quello che serve, la somma degli elementi non ricrea la magia delle migliori opere dei fratelli Coen.

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Gli scagnozzi che litigano non hanno l’alchimia di quelli di Fargo; Sukie è deliziosamente sopra le righe, ma non come John Goodman in Lebowski; Jamie prova a parlare veloce come tutti e tre i protagonisti di Fratello Dove Sei?, ma le sue battute hanno meno impatto. Forse è ingiusto, ma non possiamo che chiedere di più a uno dei due migliori sceneggiatori-registi in circolazione (l’altro ha il suo stesso cognome). Quello che per altri definiremmo un buon film, per uno dei Coen è appena sufficiente.

Eppure, anche in questo film meno riuscito, troviamo una perla: il rapporto fra Jamie e Marian. Che in un film che a tratti sembra un cartone animato per adulti, risulta credibile e dolce (forse proprio perché non siamo sicuri che sarà duratura). Una delicatezza che non vediamo spesso nei film dei Coen. E che vale da sola il biglietto del cinema.

Trovate Drive-Away Dolls al cinema in versione originale sottotitolata.

Fratelli Coen collezione
  • Frances McDormand, Holly Hunter, John Goodman (Attori)
  • Joel Coen (Direttore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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