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Lucca Comics & Games, intervista a C.B. Cebulski

Continuano i resoconti delle nostre interviste tenutesi durante la passata edizione di Lucca Comics & Games. Dopo Dave McKean e Robert Kirkman, abbiamo avuto il piacere di parlare anche con C.B. Cebulski, attualmente Editor in Chief Marvel con alle spalle un passato di autore e talent scout.

Non era la prima visita di Cebulski a Lucca, tornato in Italia grazie a Panini Comics, piacevolmente impressionato dalla crescita della manifestazione, dai fan presenti e dal livello di diffusione che l’intero universo Marvel ha raggiunto nel nostro Paese. Lucca Comics & Games è stata l’occasione per visionare direttamente i lavori di alcuni interessanti autori, con oltre cento portfolio presentati alla sua attenzione, di cui 14 analizzati personalmente da Cebulski e di cui forse, in un prossimo futuro, potremo veder pubblicato un lavoro in Marvel.

Parlare con C.B. Cebulski ci ha permesso di comprendere meglio il suo ruolo di Editor in Chief oltre a scoprire come il mondo dei comics e quello dei manga siano molto più simili di quanto possiamo aspettarci.

Cebulski

Lei è spesso in trasferta in diverse parti del mondo. Questa sua visione internazionale come si relaziona con il lavoro di Editor in Chief?

Da piccolo ho passato le mie estati in Europa, mia madre è svedese, leggendo moltissimi fumetti. Negli anni successivi mi sono appassionato di manga, trascorrendo altro tempo in Giappone, e tutto ciò mi ha permesso di avere una visione più internazionale del fumetto. Come EiC una parte del mio lavoro è rendere Marvel appetibile e riconoscibile a livello globale e proprio per questo sono alla continua ricerca di talenti che possano mostrare i cambiamenti del mondo che ci circonda.

Quando Stan Lee fu EiC voleva che Marvel fosse come una finestra verso il mondo esterno. Stan lavorava in un ufficio a New York e il suo sguardo era concentrato verso gli eroi americani. Oggi il mondo è profondamente cambiato e la nostra finestra verso il mondo è racchiusa in uno smartphone. Ogni persona ha accesso ad un illimitato a contenuti di intrattenimento, con un respiro completamente nuovo che Marvel deve essere in grado di far riflettere nei propri fumetti.

Quanto pensa che il mondo Marvel sia popolare grazie a film e serie Tv?
Non c’è dubbio che il successo di Marvel Studios o delle serie tv Netflix o di Agents of Shield abbiano avuto un enorme impatto sulla diffusione degli eroi Marvel. C’è però da sottolineare come il nostro focus rimangano i fumetti, storie che vengono amplificate grazie ai prodotti d’intrattenimento indirizzati al grande pubblico dove i personaggi che abbiamo amato su carta prendono vita sullo schermo, possiamo dire come un piccolo seme che una volta piantato diventa un albero gigantesco.
Se i creatori di questi prodotti sono fan, e di solito lo sono, sono capaci di infondere il loro amore nel progetto su cui stanno lavorando. Questo porta il pubblico a percepirne la passione, portando il lavoro a diventare un enorme successo. Quando un nuovo fan passa dal film alla serie a fumetti solitamente non trova difficoltà nel seguire lo spirito della serie dal momento che entrambi i prodotti sono creati da artisti che prima di tutto sono amanti dei nostri personaggi.

 

In situazione come quella di Lucca Comics come riesce a gestire il lavoro redazionale mentre non si trova negli Stati Uniti?

Il mio ufficio è totalmente digitale e mi permette di tenermi in continuo contatto con il mio team di editor, loro sono davvero fenomenali. Viaggio circa una settimana al mese e per questo abbiamo dovuto riprogrammare il ritmo lavorativo del mio staff, permettendomi però di essere vicino ai fan durante moltissime convention.
Ovviamente questo comporta che possa mangiare molto bene quando sono in trasferta, sopratutto qui a Lucca (ride).

Qual’è la sua opinione verso il lavoro di Alex Alonso, suo predecessore in Marvel?

Sono in carica da circa un anno, un lavoro che non mi aspettavo e di cui sono onorato. Per Alex Alonso ho un grandissimo rispetto, un collega e un mentore, che come EiC ha lasciato una propria impronta: il livello degli artisti che ha portato in Marvel era elevatissimo, voci fresche capaci di apportare una diversificazione nella base creativa della nostra produzione. Ci ha lasciato un universo molto più vasto rispetto al suo arrivo grazie all’introduzione di personaggi giovani e diversi come Kamala Khan, Miss Marvel, o Riri Williams, Iron Heart.

Il mio amore per Marvel ha fatto si che ricercassi nella sua storia la forza per trovare un cambiamento per riportare la magia di un tempo: ho infatti fortemente voluto il ritorno dei Fantastici 4, la famiglia originale a cui siamo tutti affezionati. Sono il cuore dell’essenza di casa Marvel e dobbiamo continuare a sforzarci nel capire cosa vogliono i fan, sia che essi siano nuovi o di vecchia data.

Vi dico solo che se Joe Quesada era l’Editor in Chief per i disegnatori, Alex Alonso lo era per gli sceneggiatori, be io sarò l’Editor in Chief dei Fan.

Come si sta evolvendo il rapporto con Lucas Film?

Sono un grandissimo fan di star Wars, ero molto eccitato quando Marvel ha iniziato a lavorare ai fumetti di Star Wars. Ad oggi abbiamo un grande livello di fiducia grazie al quale possiamo proporre le nostre storie direttamente a Lucas Film, una grande libertà creativa.
All’inizio della collaborazione, cinque anni fa, eravamo partiti con soli tre titoli, Star Wars, Darth Vader e Princess Leia; grazie alla fiducia reciproca oggi pubblichiamo dalle sei alle otto testate ogni mese fra cui Doctor Aphra, un personaggio originale che Lucas Film ci ha lasciato creare.

Per il futuro aspettatevi molto storie interessanti, questo miglior rapporto ci permette, da un punto di vista creativo, di realizzare il miglior lavoro possibile per i fan. Se inizialmente era Marvel a proporre delle storie a Lucas Film, ora succede anche l’opposto: dopo aver approfondito i rapporti e capito quali sono le nostre capacità professionali per far crescere i personaggi abbiamo dato vita ad una eccezionale e proficua sinergia.

In conclusione, quale consiglio darebbe ad un ragazzo che volesse lavorare per Marvel?

Vogliamo ispirare ogni tipo di talento. Se hai un talento, qualsiasi esso sia, sei il benvenuto in Marvel.
Il più giovane professionista Marvel aveva 16 anni quando ha iniziato a lavorare con noi durante gli anni ‘90.
Oggi ci sono moltissime possibilità di collaborazione, non pensate che solo perché abbiamo sede a New York siamo lontani o non raggiungibili: già moltissimi autori italiani lavorano per Marvel. Avete la fortuna di avere moltissime scuole artistiche in Italia con le quali imparare il mestiere e internet ci aiuta a trovare e contattare gli autori del futuro.

Il consiglio che posso darvi, quando leggete qualsiasi tipo di fumetto, sia esso Marvel, Bonelli o un manga, non concentratevi esclusivamente sullo stile grafico. Studiate la narrazione e lo storytelling, dovete saper muovere in maniera dinamica i personaggi da una vignetta all’altra e la costruire le tavole in modo innovativo e accattivante. Dovete saper raccontare storie.

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