Cultura e Società

Lucca Comics & Games 2017 – Intervista a Karl Kopinski Parte Prima

Karl Kopinski è uno dei nostri artisti preferiti, prolifico illustratore di Magic, appassionato ciclista e talentuoso tuttofare. Abbiamo già avuto il piacere di conversare con lui in occasione del Grand Prix Bologna 2015, e durante il Lucca Comics appena trascorso siamo riusciti a ritagliarci una mezz’oretta nel suo fitto calendario per conoscerlo meglio!

ON: Iniziamo dalla tua relazione con Lucca: la tua prima visita è stata nel 2014, e l’anno dopo ti hanno chiesto di illustrare la locandina. Com’è andata?
K: Sono arrivato a Lucca grazie ai ragazzi di Legacy, come illustratore di Magic, e ho stretto subito amicizia con tutto lo staff…l’anno dopo stavano pensando a un nuovo artista per la locandina, per qualche motivo qualcuno ha fatto il mio nome e mi hanno offerto questa opportunità, organizzando anche la mostra dei miei lavori. Per me è stato un grande onore, è stato probabilmente il punto più alto della mia carriera.
ON: Davvero?
K: Oh, assolutamente. Non credo che farò mai qualcosa di altrettanto importante…è stato molto emozionante, sapendo che così tante persone ci lavorano per così tanto tempo.
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ON: Lucca Comics è una convention unica, forse anche un po’ travolgente per chi la vede per la prima volta.
K: Sì, mio fratello è qui per la prima volta e i primi due giorni si è sentito un po’ sopraffatto…ma gli ho subito detto “senti, devi aspettare sabato, questo è niente”! Io mi sento ormai parte della famiglia, visto che vengo quasi ogni anno e porto con me i miei familiari. E poi l’Italia è un posto meraviglioso, la gente è calorosa e amichevole, ti fa sentire davvero il benvenuto. Non riesco proprio ad immaginarmi di non essere a Lucca ogni anno…in qualunque modo, dovessi anche pulire i bagni!
ON: Tu sei di Nottingham, giusto?
K: Esatto.
ON: Ci racconti come è iniziata la tua carriera di illustratore?
K: E’ stata una fortuna essere nato a Nottingham, perché la Games Workshop ha la sua sede lì, e dopo un certo periodo di tentativi sono riuscito a trovare lavoro da loro: è stato il mio primo ingaggio professionale, ci ho lavorato per sette anni, affiancando grandi artisti e in qualche modo addestrandomi all’arte fantasy.
ON: Qual era il tuo ruolo? Disegnavi miniature?
K: No, ero solo un illustratore, quindi dipingevo le copertine dei codex e le illustrazioni delle confezioni. E’ stata davvero un’ottima palestra.
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ON: E come sei arrivato a lavorare per Magic?
K: Dopo sette anni alla Games Workshop ho deciso di provare la strada del lavoro freelance. Ero piuttosto dubbioso, mi chiedevo se qualcuno conoscesse il mio nome. Stiamo parlando di più di dodici anni fa, un periodo in cui i social media avevano una dimensione molto minore, quindi non avevo davvero idea di quanto fossi noto. Però ci sono voluti soltanto alcuni mesi prima che Jeremy Jarvis [art director di Magic, n.d.r.] mi contattasse da parte di Wizards of the Coast per chiedermi se volessi disegnare Magic, e ovviamente gli risposi di sì! [ride] Da allora ho illustrato tantissime carte, credo di averne in archivio più di 150.
ON: In effetti sei uno degli artisti più prolifici.
K: Sì, anche se recentemente hanno iniziato a chiamarmi sempre meno…probabilmente vogliono qualcuno di meno vecchio, sto iniziando a sentirmi un po’ insicuro! Però mi diverto molto, soprattutto perché partecipo a tanti eventi in tutto il mondo.
ON: Quello dev’essere uno dei benefici più interessanti del tuo lavoro!
K: Decisamente! Anche se per ogni evento glamour ed esotico ce n’è uno che non lo è poi tanto…ad esempio mi hanno invitato a Milano e già mi immaginavo a passeggiare per Piazza Duomo, a sorseggiare caffè in centro…e invece mi sono ritrovato in un centro congressi vicino a Malpensa, a più di un’ora dalla città! Altre volte va molto meglio: sono stato in Giappone e ho avuto a disposizione un’intera settimana per fare il turista e vedere dei posti incredibili. Comunque, quello che mi piace sempre è incontrare i ragazzi che mettono in piedi questi eventi. Hanno sempre una grande passione per il loro gioco preferito e ce la mettono davvero tutta per rendere i loro eventi i migliori possibili. Anche solo per questo motivo cerco sempre di fare almeno tre o quattro eventi all’anno.
ON: Quando due anni fa ci siamo incontrati a Bologna ci hai confessato che tu non giochi a Magic, non hai idea di come funzionano i tornei a cui ti invitano, e che non conosci nemmeno molto bene le ambientazioni che contribuisci a creare…è cambiato qualcosa in questi due anni?
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K: No! [ride] Non ne so ancora quasi nulla! Voglio dire, alcune delle ambientazioni mi sono molto più familiari ora, ma ancora non capisco molto…ad esempio, se mi dicono “stiamo per ritornare a Zendikar!”…beh, io non ci sono stato nemmeno la prima volta! Mi sono trovato nella stessa situazione quando lavoravo alla Games Workshop, perché non giocavo nemmeno al loro gioco. Un appiglio importante è quando ci sono delle fonti di ispirazione dal mondo reale: gli egizi, gli aztechi…adoro partire da un tema reale e crearne una versione fantasy. Conoscere le regole e le meccaniche del gioco non è così importante per contribuire all’aspetto visuale.

ON: Questo è molto interessante, perché le tue illustrazioni rappresentano le carte in maniera impeccabile, anche meccanicamente: è davvero sorprendente pensare che tu non giochi a Magic!
K: Grazie! Però qualche volta si è rivelato un problema. Una pratica comune è dipingere l’originale dell’illustrazione di una carta, perché così posso rivenderlo…non posso rivendere un dipinto digitale. Però è un processo lungo, e lo faccio solo quando mi sembra che ne valga la pena. Quando mi hanno chiesto il nuovo artwork per la Fiala Eterea ero perplesso: “fatemi capire, volete una bottiglia con dentro dell’elettricità?” E loro: “In sostanza sì”. Se giocassi a Magic avrei saputo quanto importante questa carta è per il gioco, ed avrei potuto realizzare un bellissimo dipinto ad olio e poi rivenderlo a un collezionista, invece ho fatto soltanto un’illustrazione digitale un po’ controvoglia…per poi scoprire che si trattava di una delle carte più potenti del gioco!
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E con la triste storia della genesi della bellissima illustrazione alternativa della Fiala Eterea sospendiamo l’intervista e vi diamo appuntamento a domani per la seconda parte!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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