Intrattenimento

Colpo di fulmine a fumetti

Ci sono ricascato un'altra volta, è più forte di me. 
Dovete infatti sapere che ogni volta che vado all'estero, per lavoro o per piacere, non riesco a fare a meno di visitare le fumetterie della nazione prescelta. 
Non importa che mi trovi in Europa, Asia o America, una visita alla scoperta di nuove storie a fumetti è diventata una tappa obbligata, minuziosamente organizzata, che non può mancare nell'itinerario di viaggio. Durante il mese appena trascorso ho avuto la fortuna di trovarmi a Londra proprio durante il Free Comic Book Day, la giornata internazionale del fumetto, che annualmente viene celebrato nel primo sabato di maggio. Ho potuto godere un'esperienza unica interamente dedicata alla nona arte in cui conoscere appassionati ed addetti ai lavori, e credo che a questo punto vi starete chiedendo, cosa hanno a che fare i fumetti con il colpo di fulmine?
Solitamente questa espressione viene associata al campo affettivo nel momento in cui rimaniamo colpiti dalla bellezza di una persona mai vista prima, completamente sconosciuta. La vediamo, non riusciamo a staccarle gli occhi di dosso e l'unico pensiero che abbiamo è quello di volerla conoscere. 
Leggendo fumetti avrete sicuramente provato la stessa sensazione nel momento in cui una copertina di un volume, di cui probabilmente non sapevate nemmeno l'esistenza, è stata in grado di attrarvi a se come un magnete, distogliendo la vostra attenzione da tutto ciò che le sta attorno. 
Come nelle relazioni umane il lieto fine però è tutto fuorché scontato, può essere sufficiente aprire il fumetto per far svanire la magia, ma questo non cancella la sensazione di ipnotico stupore che per un attimo vi ha elettrizzato e completamente rapito. Tutto questo è riconducibile al grande lavoro, di ricerca e sperimentazione, che i disegnatori infondono nella preparazione di una cover.
Obiettivo principale di una copertina è senza dubbio quello di ammaliarci, ma se ci soffermiamo a pensare ai principali mercati fumettistici mondiali, ossia quello americano, giapponese, italiano o francese, dobbiamo ricordare come la vita editoriale di un nuovo volume sia molto breve. Le decine di novità che settimanalmente invadono gli scaffali delle librerie specializzate fanno si che i volumi vengano velocemente rimpiazzati, arrancando fra riedizioni, fumetti concorrenti, variant cover e la mancanza di spazio che attanaglia ogni fumetteria.
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Lo scopo di una cover diventa quindi anche quello di fidelizzare il lettore, spesso proponendo un'impostazione grafica peculiare, innovativa e facilmente riconoscibile, tracciando inoltre una chiara indicazione delle tematiche presenti nel racconto. Questa scelta è utilizzata principalmente dagli editori indipendenti di comics mentre, sempre rimanendo in USA, nell'ambito supereroistico viene spesso utilizzato lo stratagemma di mostrare il villain di turno vincitore rispetto all'eroe, invogliandoci ad acquistare il fumetto per scoprire come i protagonisti saranno riusciti a scampare alla minaccia. 
Nonostante il chiaro intento commerciale le cover sono in grado di racchiudere l'essenza della propria storia, diventando esse stesse oggetti di culto in casi simbolo come lo smile insanguinato di Watchmen, la silouette ed il tuono su sfondo blu di Il ritorno del Cavaliere Oscuro, la maschera di V for Vendetta, le mani zombie alla caccia di Dylan Dog ed una lista che potrebbe continuare con altre centinaia di titoli. 
Posso azzardarmi a sostenere come questi racconti, se presentati con un'immagine di copertina differente, non sarebbero stati ricordati nello stesso modo: provate a visualizzarli nella vostra mente, la prima immagine che si focalizzerà è proprio la cover, vero?
La realizzazione di una copertina implica quindi studio e dedizione, in equal misura divisi fra l'intero team creativo, riuscendo così a colpire senza indugi lo sguardo attento degli appassionati.
Una storia non è giudicabile esclusivamente dalla propria copertina, detto valido coi fumetti tanto quanto con le persone, ma di sicuro ha il potere di conquistarci ed invogliarci all'acquisto. 
Se vi state chiedendo se durante il Free Comic Book Day sia scattato in me il colpo di fulmine la risposta è affermativa, ed il suo nome è Huck, racconto scritto da Mark Millar su disegni, e cover, di Rafael Albuquerque. Il mio intuito ha fatto centro, fra noi vi è stato un lieto fine. 
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Mattia De Poi

Anche conosciuto come Il Nini, Mattia è il lato gioioso di Orgoglio Nerd. Biondo e curioso, è appassionato di ogni genere fumettistico, Gunpla e avventure. Portatelo in viaggio, all'organizzazione ci penserà lui.

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Un commento

  1. hahahahhaah…..ce l’ho io la spiegazione logico-scientifica: è chiaramente un fenomeno di POLTERGEIST!!!!!!….hahahhahha
    sia lodato Imhotep!

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