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Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate: la pazzia del Drago

Prima di cominciare le premesse da fare sono tante e profonde. Questa recensione conterrà degli spoiler ma solo verso la fine e sarete avvisati, perciò non preoccupatevi.
Le altre premesse invece riguardano direttamente la pellicola, perciò mettetevi comodi. Se siete di quelli che vanno al cinema con lo Hobbit (il libro) in mano indicando qua e là le differenze introdotte da Peter Jackson, guardando questa pellicola, rischierete di esplodere.
Mai così tanto il regista si è allontanato dall'opera originale, non ci riferiamo alla trama più ampia (le cose che devono accadere accadono come sempre), parliamo dei dettagli.
Jackson sfrutta il non detto (la battaglia nel libro non è narrata) per prendersi ogni libertà possibile quindi se pensate che tutto ciò che sia differente dal libro sia un insulto alla memoria di Tolkien vi sconsigliamo di andarlo a vedere perché, davvero, non c'entra molto.
È dal primo capitolo di questa nuova trilogia che noi di OrgoglioNerd crediamo che le pellicole in questione non siano da valutare raffrontandole al libro, è un errore paragonare due supporti tanto differenti (lo abbiamo detto qui e qui).
Jackson ci ha regalato una sua versione dello Hobbit, che può piacerci oppure no, ma è sua e di nessun altro e, che ci crediate o no, nemmeno di Tolkien.
Si tratta di una pellicola tratta dai libri non una trasposizione documentaristica e, a prescindere da questo, la storia nel suo complesso è rispettata e, francamente, il resto sono solo lamentele.
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Sono solo lamentele perché se il libro vi ha donato qualcosa di speciale, un insegnamento, un emozione (come a molti in redazione) le pagine di Tolkien saranno sempre lì per voi e non ne saranno scalfite dal lavoro di Jackson.
Anzi, se la pellicola del buon Peter contribuirà a far leggere Tolkien con ancora più forza secondo noi sarà solo un bene.
Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate rappresenta il sogno di ogni ragazzo appassionato di Dungeons And Dragons, il sentore visto nelle altre pellicole qui scoppia e invade tutto il campo di battaglia.
In alcuni momenti sembra davvero che alla guida del film ci sia un master esaltato di 17 anni e questo alle volte è un bene alle volte risulta dannoso.
Proprio come i giocatori intorno a un tavolo ogni personaggio sulla pellicola cercherà di fare la mossa più “esaltante” cercherà di trovare “la via di fuga più impensabile”, ogni personaggio del film pare che possa piegare le regole di D&D a suo volere, le regole della pellicola.
Il vostro guerriero sta camminando su una lastricato di pietra, all'improvviso il master vi dice che il pavimento sotto di voi sta cedendo, anzi: bum, cede.
Voi state già cadendo ma vi viene in mente un'idea “tamarra” e dite qualcosa del tipo: “cammino sulle rocce che stanno franando, salto da una pietra all'altra. Dai, è fighissimo!
Il vostro Master sa che non potreste farlo ma l'idea è troppo “cool” per lasciarla lì e, con grande bontà, vi permette di farlo.
Lo scopo di D&D è quello di divertirsi perciò, dannazione, saltiamo su quelle rocce.
Ecco, questo è quello che accade continuamente nella pellicola, per ogni personaggio, per ogni duello, con ogni battaglia.
È un bene? Potrete giudicarlo solo voi. La nostra opinione è che ci troviamo di fronte a un'opera nettamente peggiore di quello che è stato LOTR, con meno spessore e meno empatia con i personaggi ma comunque Lo Hobbit rimane uno dei film Fantasy più belli di sempre e non solo visivamente.
Rappresenta esattamente quello che un giocatore di Giochi di Ruolo vorrebbe vedere in termini di battaglie e grandiosità. Ma se cercate emozioni etiche e brividi epici ce ne saranno ben pochi, per quello c'è LOTR.
Tra le note dolenti c'è sicuramente il pesante lavoro di taglio, la pellicola è stata martoriata per riuscire a sgrossarla di oltre mezz'ora e questo si capisce fin da subito.
Molti personaggi non avranno un vero e proprio finale e altre questioni rimarranno in sospeso, perfino Beorn non si vedrà che per qualche secondo e se vi aspettate i fasti dell'ultima pellicola per quanto riguarda il personaggio di Smaug, beh, rimarrete delusi.
Una scena però ci ha riportato a dieci anni fa, allo spessore della Compagnia dell'Anello dove la magia era potente: ci riferiamo al discorso fra Bilbo e Thorin riguardo il tradimento. In generale tutto il percorso verso la pazzia di Thorin è molto ben costruito.
Dal punto di visto tecnico l'opera ha standard molto alti come di consueto, la sceneggiatura langue in alcuni punti ma riesce comunque a reggersi nonostante sia stata vittima del taglio in montaggio.
Avremo a che fare con capre che non si sa da dove arrivano, personaggi che non hanno introduzioni e duelli “accorciati” che ci prenderanno troppo spesso di sorpresa.
Jackson sembra aver costruito una gigantesca banca con LOTR, una banca della fiducia. Sul suo conto i fan hanno riversato “fede” nei suoi confronti e lì è rimasta per anni.
Con “Lo Hobbit” Peter sta ritirando pesanti somme di fiducia costringendoci a chiudere più di una volta l'occhio su alcune scelte che si potevano evitare.
Anche se il risultato è molto più che godibile perfino i fan vecchio stampo saranno messi a dura prova. Il film probabilmente vi esalterà e vi coinvolgerà, in alcune scene tornerete bambini ma altri dettagli non riuscirete proprio ad accettarli.
Un film che vince a livello emotivo, un'opera che rimarrà ma che, come avete notato, ha qualche punto dolente. 
Noi il 17 Dicembre saremo all'arcadia per guardare lo Hobbit con voi! Cliccate qui.
E ora qualche Spoiler per i più affamati: tutti i macro eventi del libro sono stati rispettati, morti comprese. Jackson non resiste però e inserisce un quantitativo di creature esorbitante e alcune nemmeno sfruttate a pieno: come i pipistrelli o i “morditerra” o altre non bene identificate tra troll, giganti e orchi scout.
Questo è un peccato perché la “quantità” sullo spessore non regge sempre.
I riferimenti a Aragorn risultano parecchio forzati, magari necessari, ma incredibilmente forzati e così la presenza (attenzione che parliamo solo di questa pellicola) di Tauriel e Radagast.
Perchè se nelle opere precedenti riuscivamo a trovare un senso di sceneggiatura sulla loro presenza qui la fiducia viene meno e più di una volta ci ritroveremo a pensare “ok, ma perchè?
Come potete leggere qui, non abbiamo mai additato con tanta ferocia la suggerita storia d'amore Tauriel/Kili (in fondo anche Gimli era innamorato di un'Elfa) ma qui è davvero tanto forzata e all'uscita dalla sala non siamo riusciti a trovare una motivazione solida per il suo inserimento per come è stata sviluppata.
La pellicola nonostante tutto vince, coinvolge e esalta. Siamo sicuri però che farà anche arrabbiare molta molta gente.
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