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Diabolik – Chi sei?, alle radici del Re del Terrore | Recensione

Si conclude la trilogia dei Manetti Bros. dedicata a uno dei personaggi chiave del fumetto italiano, com'è andata?

La figura di Diabolik è, nell’ambito del fumetto italiano, una delle più adatte in assoluto a un film (o più di uno). Albo dopo albo si è costruita un’iconografia ricchissima, che può brillare – nell’oscurità – sul grande schermo. Per questo c’è sempre stato grande interesse intorno alla trilogia dei Manetti Bros dedicata al Re del Terrore, che si conclude proprio con Diabolik – Chi sei? a breve nelle sale e oggi in arrivo in anteprima a Lucca Comics & Games. Tuttavia, dopo averlo visto, dobbiamo dire che non è andata come speravamo.

Diabolik – Chi sei?, le origini di uno dei più grandi antieroi del fumetto

Questo terzo capitolo della trilogia segue piuttosto fedelmente la linea tracciata dall’omonimo e indimenticabile albo, curato proprio da Angela e Luciana Giussani, in cui il Re del Terrore racconta – indirettamente – al mondo intero la sua storia. Una vicenda dai tanti lati oscuri, che mostra però come sia nata la figura del più grande criminale di Clerville.

Questa storia si inserisce in una cornice più ampia, che vede la città attaccata da una nuova banda di ladri. Figure senza scrupoli, che scelgono sempre la strada della violenza, in maniera ancora più spietata rispetto alla parvenza di codice presentata da Diabolik. Per questo motivo tutti li stanno cercando, per porre fine a questa scia di sangue terribile, che sta sconvolgendo Clerville.

L’idea di dare una risposta ai grandi misteri che circondano Diabolik sulla carta è perfetta per il capitolo conclusivo di una trilogia. Non sapendo se questo progetto continuerà con nuovi film, raccontare le origini del Re del Terrore è un punto da portare a casa. Serve a dare completezza al tutto, chiudere il cerchio e consegnare alla storia un pacchetto con tutto il necessario.

Tuttavia, scegliere di farlo rimanendo fedeli all’albo originale in (quasi) tutto e per tutto, non è stata l’opzione migliore. Quella storia funzionava in quanto parte di una serie regolare, che non richiedeva particolare intensità e poteva costruire il suo valore anche solo nella origin story. Qui però manca di dare l’apporto finale di epicità che una conclusione se non di un progetto, quantomeno di una trilogia dovrebbe avere.

Non poter imparare dai propri errori

diabolik chi sei film recensione

Un problema costitutivo di questa trilogia di film dedicata a Diabolik sta nella sua scelta produttiva. Con una straordinaria attestazione di fiducia si è deciso non solo di programmare fin da subito tre pellicole, ma anche di effettuare le riprese quasi in sequenza. Tanto che il secondo e terzo capitolo sono stati girati in contemporanea, iniziando quando ancora il primo film non era uscito in sala.

Questo ha sicuramente comportato dei risparmi, oltre a permettere di avere in rapida sequenza tutte le varie avventure di Diabolik. Ma ha anche avuto la conseguenza di non poter imparare dai propri errori. Sebbene si sia un po’ corretto il tiro, anche qui ci troviamo davanti agli stessi problemi di sempre.

I dialoghi e la recitazione risultano ancora una volta ampollosi e spesso didascalici. Non ci troviamo al limite della parodia come nel capitolo precedente, ma non è ancora abbastanza. Ci sentiamo sempre più in un contesto finto che, per quanto sembri una scelta voluta per ricollegarsi a un’atmosfera retrò, semplicemente non funziona.

Ed è un grande peccato perché il lavoro da un punto di vista di ricostruzione di Clerville è straordinario. Ci si ritrova in pieno in quell’atmosfera fuori dal tempo, ma un po’ anni ’60, tra nobili e poliziotti, criminali con il mitra e gli occhiali Aviator, Jaguar e gazzelle. Oltre che avere delle ottime interpretazioni, soprattutto sul “lato criminale” del cast. Miriam Leone che si conferma il punto di forza di questa saga e Giacomo Gianniotti ha finalmente la possibilità di mostrare il suo Re del Terrore, risultando convincente.

Diabolik chi sei, chi sarai, dove andrai?

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Al netto di alcuni problemi (smussati, ma ancora presenti) che questa saga si porta avanti fin dalle prime battute, questo terzo capitolo risulta un passo avanti rispetto al predecessore. Tuttavia, la scelta della storia da raccontare o quantomeno la decisione di riproporla proprio come nel fumetto non paga abbastanza per una vera conclusione di una trilogia.

Forse sarebbe stato più utile rimodellare l’originale, mantenendo solo il racconto delle origini (che convince in ogni aspetto, compreso il giovane Diabolik Lorenzo Zurzolo) e incastrandolo in una cornice che alzasse molto di più l’intensità. Così rimane una vicenda che può stare bene come capitolo di passaggio, ma non finale.

Cosa sarà ora della saga di film di Diabolik? Solo il tempo può dircelo. Ma se gli incassi dovessero restare coerenti con quelli del secondo capitolo, è difficile immaginare un ritorno del Re del Terrore nel breve periodo.

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Diabolik. Il libro rosso
  • Editore: Edizioni NPE
  • Autore: Angela Giussani , Luciana Giussani , Almerina Buzzati
  • Collana: L'arte delle nuvole
  • Formato: Libro rilegato
  • Anno: 2020

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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