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Libri abbandonati in un cassonetto: succede a Bari

Dubitiamo sia la prima volta che succede e, ahinoi, non crediamo sarà neanche l'ultima.
Siamo a Bari, un uomo muore, i suoi averi vengono spartiti, venduti, eliminati… Così come la sua libreria. Tutti i libri che egli possedeva vengono presi e gettati in un cassonetto; pagine e pagine di cultura, romanzi, saggi, biografie abbandonate come immondizia tra i sacchetti della spazzatura, tra pannolini usati e resti della cena della sera precedente.
Sappiamo tutti che mano mano che la tecnologia progredisce qualcuno possa essere così distratto da non sentire più lo stimolo alla lettura, o che i ritmi della vita moderna portino alcuno persone a non avere più il tempo per aprire un libro e scorrerne le pagine, a prendersi un attimo per gustare il profumo della carta stampata. Certuni perfino non hanno mai prediletto questo come hobby, dopo anni di somministrazioni di romanzi indigesti durante il percorso scolastico. 
Ciò non toglie che liberarsi di una fonte gratuita di conoscenza sia un'imbarazzante dimostrazione di scarsa perspicacia.
Dopo un decesso ci si ritrova in possesso di una grande quantità di volumi, ci cullavamo nella vana speranza che un tale tesoro venisse trattato come tale, introdotto in una nuova casa e sfruttato per arricchire se stessi.
Se questa illusione era destinata a svanire c'era sempre l'opportunità della vendita, come si danno via vecchi ori di famiglia ad un banco dei pegni. Che un televisore valga di più? Forse sono soldi facili nell'immediato, vendere un libro non da lo stesso guadagno e probabilmente la fatica di trovare un compratore può essere maggiore. 
Allora perché non regalarli? Biblioteche e privati si suppone siano sempre ben disposti a rimpinzarsi di tali banchetti. 
Per non parlare del Bookcrossing, e se a Bari non c'è un punto ad esso adibito, questo poteva essere un'ottima occasione per crearne uno, senza nessun dispendio di vil denaro.
Invece nulla di tutto questo.
E così il fetore dell'ignoranza avanza a cibarsi di quelle parole che dovrebbero invece nutrire le menti.
Non tutto però ci fa perdere la speranza.
Poco tempo dopo che lo scempio è stato compiuto, una persona per volta e poi gruppi sempre più numerosi, hanno cominciato a rovistare letteralmente nel cassonetto per recuperare i libri abbandonati. 
Un meritato applauso per questi saggi, che conoscono e comprendono il valore di alcuni fogli di carta rilegati tra loro, degli insegnamenti preziosi che possono elargire, dello stress da cui ti possono liberare e dai mondi che ti possono far scoprire, reali o fittizi che siano. 
Il tutto è accaduto giusto a pochi passi da uno dei negozi della Feltrinelli, la foto che è allegata al seguente articolo è appunto stata scattata da uno dei dipendenti.
Se per un malaugurato caso doveste trovarvi in una tale situazione, vi invitiamo caldamente a scegliere tra le tante opzioni legittime che esistono, e a non prendere assolutamente in considerazione quella di gettare i libri in un cassonetto come si fossero spazzatura perché, ribadiamo, la cultura è una fonte cui dobbiamo attingere, ancora e ancora, come acqua preziosa di cui ha bisogno la nostra mente per crescere ed evolvere.

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Un commento

  1. Questo articolo mi ha messo una tristezza immane addosso. Non posso credere che qualcuno butti semplicemente via un libro. Forse non ha mai provato il piacere di sentire quell’odore mentre sfogli le pagine, o la brama di scoprire cosa succede che ti porta a tenere un dito pronto sotto la prossima pagina che devi girare. E nemmeno quel senso di perdita e vuoto che ti assale quando finisci un libro che ti ha accompagnato per un breve periodo, è come veder partire un amico, magari un giorno lo rivedrai ma non sarà più lo stesso.
    Spero davvero che un giorno la mia piccola biblioteca personale non faccia una simile fine, piuttosto vorrei donarli ad una scuola o ad una libreria cittadina… sono comunque felice che qualcuno abbia pensato di andare a recuperarli, c’è un piccolo bagliore di civiltà in mezzo ad una tale dimostrazione di ignoranza.

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