In occasione della recente uscita al cinema di Wolf Man, abbiamo intervistato il regista Leigh Whannell, il quale ci ha parlato di come il lupo mannaro, nella sua visione, differisca dal canonico mostro. Intervistato dalla nostra Gabriella, Whannell ha spiegato:
“Non è come Dracula, che è la personificazione del male. Il lupo mannaro è più un dramma. Un dramma che coinvolge il protagonista stesso, che è vittima della trasformazione che lo fa agire contro la sua stessa volontà. Il parallelismo più immediato è quello alle malattie neurodegenerative. La malattia prende il sopravvento sulla psiche umana.”
Nel corso dell’intervista – che potete godervi integralmente di seguito – il regista ha anche discusso delle sfide tecniche nella realizzazione del film. “Credo che il punto focale sia trovare il giusto make-up artist”, ha detto. “Quando la gente pensa a Un Lupo Mannaro a Londra, tutti hanno impressa la scena della trasformazione realizzata da Rick Baker, che è una sequenza incredibile“. Partendo da questo, Whannell ha affermato di aver voluto creare qualcosa di unico e diverso, e ci è riuscito grazie alla collaborazione con Arjen Tuiten.
Cosa c’è da sapere su Wolf Man, il nuovo film di Leigh Whannell
Con Wolf Man, Leigh Whannell porta sullo schermo una rilettura contemporanea del mito del lupo mannaro, seguendo il successo di titoli come L’uomo invisibile. La trama si concentra su Blake, un uomo interpretato da Christopher Abbott (Povere Creature!, It Comes at Night), che si trova coinvolto in un dramma familiare e sovrannaturale. Dopo aver ereditato la casa paterna nell’Oregon, Blake convince la moglie Charlotte – interpretata da Julia Garner (Ozark, Inventing Anna), e la figlia Ginger a trasferirsi temporaneamente nella vecchia proprietà.
La tensione esplode quando la famiglia viene attaccata da una creatura invisibile nella notte, costringendola a barricarsi in casa. Ma il vero incubo si svela lentamente, con il protagonista che inizia a manifestare comportamenti inquietanti, suggerendo che il pericolo più grande potrebbe trovarsi al suo interno. Whannell utilizza questa dinamica per esplorare temi di paura, alienazione e identità, mantenendo un equilibrio tra azione e introspezione psicologica.
Oltre ad Abbott e Garner, il cast comprende Sam Jaeger (The Handmaid’s Tale), Ben Prendergast (The Sojourn Audio Drama) e Benedict Hardie (L’uomo invisibile). La sceneggiatura è scritta da un team che include lo stesso Whannell, insieme a Corbett Tuck, Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo (Dumb Money).
Prodotto da Blumhouse e Motel Movies, Wolf Man si inserisce nella tradizione dei thriller psicologici che combinano suspense e riflessione sociale.
Il film è già in proiezione nelle sale italiane.
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