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Le morti più strane della musica classica

Come si muore in genere? Tendenzialmente si spera di vecchiaia in un letto circondati da persone gradevoli, o magari dopo la migliore cena…o altro… della nostra vita.
Questo per quel che riguarda noi comuni mortali, ma se si tratta dell’ultimo respiro di personaggi per noi remoti,  molto famosi o storicamente rilevanti, che magari ammiriamo, allora tendiamo ad aspettarci dipartite non proprio convenzionali e fuori dall’ordinario.
Nel mio caso, coltivo un discreto pallino per i compositori di musica classica. E scartabellando tra una biografia polverosa e l’altra, tra uno spartito e una partitura, si può incappare in notizie quanto mai morbosette.
Ricordare queste morti peculiari può diventare anche un modo per celebrare i relativi musicisti che hanno fatte cose molto interessanti (oltre che morire si intende).
(Consiglio: se avete le cuffie attenzione al volume, e l’ultima frase in grassetto di ogni brano è cliccabile)
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{Alessandro Stradella 1643 – 1682} Quando si dice essere nati con la camicia. Proveniente da una famiglia nobile, graziato da un talento compositivo formidabile, al momento della morte contava concerti grossi, opere, sonate da chiesa in quantità. Non gli mancava nemmeno un grande successo con le donne, riscuotendo scandalose conquiste in tutte le città d’Italia in cui viaggiava. Ed ecco la fregatura. Alla tenera età di 38 anni venne assassinato in Piazza Banchi a Genova, assai probabilmente su mandato di un nobile Genovese che sospettava un intrallazzo tra la sorella e il compositore (che in teoria avrebbe dovuto limitarsi a insegnarle musica).  Ottima musica, senz’altro.

{Jean Baptiste Lully 1632 – 1687} Un uomo dall’ambizione insaziabile. La sua carriera fu splendente e rapidissima alla corte del Re Sole. Entratovi come violinista, si fece strada grazie certamente alla sua bravura, ma anche agli intrighi di corte che riusciva a tessere con grande maestria, accaparrandosi la totale esclusiva sulla composizione della musica per la corte. Estromettendo così dai giochi altri valenti autori che avrebbero potuto fargli e scarpe…(too soon?). Mentre era impegnato a dirigere una sua composizione con il bastone di direzione (che non è la bacchetta che conosciamo oggi, ma una lunga staffa che terminava con una punta acuminata di ferro. Battuta a terra aiutava a dare il tempo) preso dall’entusiasmo musicale si infilzò l’agile piede con la punta di ferro. L’infezione che ne seguì fu molto grave, e Lully che era un rinomato ballerino non volle assolutamente rinunciare al suo piede e si oppose all’amputazione che lo avrebbe salvato. Infortuni del mestiere insomma. Particolarmente adatta mi sembra La Pompe Funebre dall’Alceste.

{Johann Schobert 1720? – 1767Compositore tedesco e arpicordista (uno strumento simile al clavicembalo) è un autore settecentesco molto fru fru (il tuberese per indicare lo stile galante – quel modo di comporre che tanto piaceva a Mozart e faceva inviperire tantissimo Beethoven – di musica melodica e senza troppe complicazioni, solo in apparenza semplice). Tristemente ci capiva meno di funghi che di musica. Dopo un’allegra scampagnata funghereccia con la famiglia vicino a Parigi aveva raccolto un gran bel cestino. Arrivato a un ristorante consegnò i funghi al ristoratore perché glieli preparasse. Il cuoco si accorse che forse non era poi il caso di mangiarli quei funghi, ma Schobert non volle sentire ragione. Insistette con convinta veemenza che quei funghi erano assolutamente edibili. Schobert morì di intossicazione, tristemente con tutta la famiglia. Qui potete sentire anche che suono ha un arpicordo.

{Ernest Chausson 1855-1899} Compositore francese, rampollo di una ricca famiglia Borghese. Proprio quando la sua carriera stava prendendo il volo incontrò una fine improvvisa, volando invece dalla bicicletta. Perse il controllo lungo un’ampia discesa mentre era in gita nei dintorni di una delle sue tenute, andando a sbattere contro un muro di mattoni, morendo sul colpo.
Ecco un esempio della sua musica, molto ammirata da Debussy.

{Alban Berg 1885 – 1935} Autore che si dilettava tra lo stile romantico e quello dodecafonico (cioè si crea una serie di dodici suoni, e non se ne può ripetere nessuno finché ogni nota della serie non è stata eseguita), la cui sfortuna è stata la puntura di un insetto. La puntura diede origine a un ascesso, e a quanto pare, la moglie del compositore avrebbe cercato di toglierlo con un’operazione casalinga munita di un paio di forbici. Alla fine il compositore austriaco morì per il conseguente avvelenamento del sangue. Ecco qui una sua Sarabanda.

{Anton Webern 1883 – 1945}  Contemporaneo di Alban Berg, oltre allo stile compositivo ha condiviso anche la sfortuna con il collega Alban. Durante l’inizio dell’occupazione alleata dell’Austria, il 15 settembre 1945 Anton, uscì di casa al buio per fumare in pace il proprio sigaro, senza disturbare i nipoti che dormivano all’interno. Quello che non sapeva è che tre quarti d’ora prima era scoccato il coprifuoco e che un sigaro acceso si vede da lontano. Forse non sapeva nemmeno che fumare fa male, ma purtroppo lo scoprì nel peggiore dei modi. Il soldato americano Raymond Norwood Bell vide la luce del sigaro e fece fuoco. Pare che passò i successivi dieci anni devastato dal rimorso fino a morire a causa dell’alcolismo. Ma Norwood non è un compositore a quanto ne so, per cui ecco invece la Passacaglia di Webern.

{Alexander Scriabin 1872 – 1915} Pianista e compositore russo, ebbe una vita e un percorso artistico complesso, in costante evoluzione, e finì la sua vita per colpa di un foruncolo. Un piccolo foruncolo spuntato sopra il labbro, a causa di una rasatura mal fatta, che lo portò a una setticemia irreversibile. Non schiacciatevi i foruncoli che poi se vi va male rischiate di comporre una sonata.

{Enrique Granados 1867 – 1916} L’esempio vivente (oddio no!) di quando una fobia può purtroppo concretizzarsi. Durante la Prima guerra mondiale, a causa di un ritardo perse la nave per rientrare in Spagna dagli USA, imbarcandosi invece su una nave diretta in Francia, ma mentre stava attraversando il canale della Manica venne silurata da un sottomarino tedesco. L’eroico Granados nel tentativo di salvare la moglie saltò giù da una scialuppa di salvataggio, nonostante avesse una viscerale fobia dell’acqua. Morì annegato, per una serie di circostanze davvero sfortunate. Già la vita del compositore è una faticaccia, ma a volte il destino non smette di accanirsi. 
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