Scaldate i motori, avvisate i meccanici e preparate i guanti. Oggi arriva nelle sale italiane Le Mans ’66 – La grande sfida, pellicola incentrata su una delle tante bellissime storie dal mondo delle corse automobilistiche. Diretto da James Mangold e con due stelle come Matt Damon e Christian Bale come protagonisti, questo film ha attirato l’attenzione degli appassionati di cinema (oltre che di motori) da ben prima del suo debutto nel circuito dei Festival. Secondo alcuni potrebbe anche essere tra i protagonisti dei prossimi Academy Awards. Sarà proprio così? Noi siamo andati a vedere Le Mans ’66 – La grande sfida e siamo pronti a raccontarvelo nella nostra recensione.
Di cosa parla Le Mans ’66 – La grande sfida?
Ci sono dei mostri sacri nel mondo dell’automobilismo competitivo. Circuiti e gare leggendarie, che testimoniano il coraggio e la determinazione degli atleti che vi gareggiano e rendono mitici i loro vincitori. Fra queste troviamo sicuramente la 24 Ore di Le Mans, un vero e proprio mito del settore.
Proprio in questa competizione si è combattuta una delle grandi sfide del mondo dell’automobilismo, quella tra Ferrari e Ford. La prima un colosso apparentemente indistruttibile, forte di anni e anni di vittorie consecutive. La seconda in cerca di un rilancio della propria immagine, affidato all’ex-pilota Carroll Shelby e al suo team. Una battaglia complessa, che il film ci racconta in tutte le sue complesse parti.
A voler ben vedere però questa è solo una parte della storia. Nonostante il titolo originale sia Ford v. Ferrari, la verità è che Le Mans ’66 – La grande sfida non si concentra così tanto sullo scontro con la casa italiana, quanto su quello interno a Ford stessa. La strada che ha portato Carroll Shelby e il suo fidato pilota Ken Miles a correre su quel circuito è stata piuttosto difficoltosa, con tanti ostacoli non solo tecnici.
Le Mans ’66 – La grande sfida ci porta quindi al fianco di queste due figure, per scoprire tutto l’impegno che hanno messo nel cercare di realizzare un’impresa storica. Ci sono alcuni piccoli difetti di sceneggiatura, relativi principalmente a momenti non strettamente necessari da un punto di vista narrativo. Tuttavia di fronte all’epicità della storia raccontata, ci si passa tranquillamente sopra.
Un fattore importante che il film non sottovaluta è il rendersi assolutamente accessibile anche a chi non conosce il mondo dell’automobilismo. Nonostante la grande attenzione sull’aspetto tecnico, con diverse fasi incentrate sullo sviluppo delle vetture, la pellicola si presenta assolutamente chiara e coinvolgente.
Cronometri, corse e cuore
Già, perché quella vista in Le Mans ’66 – La grande sfida è una storia che va oltre il suo livello letterale, come spesso succede nei film sportivi migliori. Carroll Shelby e Ken Miles rappresentano due facce della stessa medaglia, entrambi proiettati a raggiungere i propri sogni e pronti a rischiare tutto e affrontare ostacoli insormontabili pur di raggiungerli.
Dietro a tutto questo si svolge la sfida di Ford e la sua battaglia contro Ferrari. Come detto, a quest’ultima è riservato uno spazio forse leggermente inferiore a quanto si potrebbe pensare vedendo il titolo inglese, ma il suo ruolo è rilevante. Particolarmente apprezzabile è la figura di Enzo Ferrari, ottimamente incarnata da Remo Girone. Il ritratto che ne traspare è quello di un uomo affascinante anche nelle sue imperfezioni, nonostante il suo ruolo da ‘villain’, se così possiamo definirlo.
Vale la pena anche sottolineare come ci sia stata una grande attenzione alla fedeltà, anche e soprattutto linguistica nella versione originale, nelle sequenze ambientate in Italia. Un aspetto che, nonostante la cura crescente degli ultimi anni, non è da dare per scontato.
Lo stesso tipo di impegno si trova nella regia di James Mangold. La storia di Le Mans ’66 – La grande sfida è incredibilmente esaltata dal suo lavoro dietro la macchina (da presa, non da corsa). Ovviamente il picco massimo si tocca con le sequenze di gara, che sapranno tenervi con il fiato sospeso a ogni manovra. A questo si aggiunge l’ottimo lavoro di Marco Beltrami e Buck Sanders con le musiche, in particolare nella scena ambientata a Daytona.
E poi, come non citare le interpretazioni dei due protagonisti? La performance di Matt Damon nei panni di Carroll Shelby è sicuramente ottima, ma non riesce a brillare davvero. Forse parte della colpa è da imputare a Christian Bale, che ancora una volta regala un’interpretazione fuori dal comune. Al di là delle questioni relative alla perdita di peso per il ruolo, quello che fa con il suo Ken Miles è eccezionale, spiccando su tutto il resto del cast. In vista degli Oscar 2020 potrebbe essere lui il cavallo (o meglio, il pilota) su cui puntare, anche se più per la Nomination che per la vittoria finale.
Bandiera a scacchi su Le Mans ’66 – La grande sfida
Il nuovo film di James Mangold è quindi una pellicola che non dovete assolutamente perdervi. Forse, come accennato, si poteva fare di più su alcuni aspetti, ottenendo un film capace di entrare di prepotenza nella storia del cinema sportivo. Nonostante questo Le Mans ’66 – La grande sfida resta un’opera eccezionale che, appassionati di motori o meno, saprà catturarvi ed emozionarvi dall’inizio alla fine.
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