Quando si parla di fanfiction ci si aspetta sempre un qualche tipo di reazione scomposta, in genere di due varianti:
- assolutamente entusiastica da parte di ferventi fruitori, che capita spesso siano anche autori,
- disprezzo se non addirittura irritazione: ma mai e poi ci si imbatte in un’alzata di spalle. Tutti hanno un’opinione sulla fanfiction e il fandom.
Immaginatevi quanto possa aver sollecitato la gente dell’internet la notizia che un intero sito di fanfiction, Archive of Our Own, abbia ottenuto una nomination per gli Hugo Awards nella categoria Related Work (Premio Hugo alla migliore opera attinente al campo del fantastico, quella che raccoglie i lavori che si sono occupati di un argomento, di stampo enciclopedico e saggistico).
Il premio
Gli Hugo Awards sono un premio annuale (che in genere raccoglie 12 categorie diverse: dal romanzo, al racconto, al film, al saggio e così via) dedicato ai migliori lavori di genere fantascientifico e fantasy pubblicati nell’anno precedente e viene assegnato durante il più grande congresso dedicato proprio a questi generi: il WorldCon.
I premi Hugo, che prendono il nome da Hugo Gernsback fondatore della storica rivista Amazing Stories, vengono assegnati sulla base dei voti dei partecipanti alla manifestazione, ha quindi una forte connotazione popolare, a differenza degli altrettanto prestigiosi premi Nebula, assegnati invece da una giuria letteraria.
Quest’anno tra l’altro il WordlCon sarà in Europa, a Dublino, il 19 agosto.
Il fatto che Archive of Our Own sia stato nominato per un Hugo Award nella categoria Related Work è un segnale dei tempi. È un primo grande passo verso il riconoscimento di valore a un progetto creativo collettivo e costantemente modificabile, generato da una moltitudine di autori e figlio della cultura pop e nerd. Con questa nomination è stata presa una decisa posizione nei confronti della fanfiction da parte di un certo tipo di establishment, in una direzione più inclusiva e tollerante verso il pubblico.
Le polemiche sulla fanfiction
La legittimità delle opere scritte dai fan negli anni è stata al centro di svariate polemiche che hanno coinvolto autori nettamente contrari alla scrittura di fanfiction, che considerano vero e proprio furto intellettuale.
Celebre il caso della scrittrice Robin Hobb che ha pubblicato sul suo sito (oggi non più presente ma rintracciabile qui) una lunga disquisizione per smantellare e contrastare tutte le motivazioni a favore della fanfiction. Tra cui il non trascurabile fatto che se un autore ha scritto una storia in un determinato modo è perché quella era la sua volontà artistica, quindi ogni intervento volto a modificarla è una grave mancanza di rispetto nei confronti del suo lavoro e delle sue creazioni. Senza dimenticare gli innumerevoli problemi di violazione di copyright nell’uso di personaggi e situazioni frutto dell’ingegno altrui. Tra gli autori che si sono sempre proclamati contrari ci sono anche George R.R. Martin e Ursula K. Le Guin, mentre altri non si sono mai fatti molti problemi come J.K. Rowling o hanno addirittura incoraggiato i fan a scriverne usando i loro personaggi come Joss Whedon.
Cos’è Archive of our Own?
Certamente il dedalo legislativo in cui si rischia di infilarsi è veramente complicato. È per questo che Archive of Our Own (Un archivio tutto per noi o AO3) ha bisogno di un forte supporto legale per proteggere chi contribuisce al massiccio database di storie pubblicato sul sito.
Su AO3, gli utenti possono creare profili, pubblicare lavori e altri contenuti, commenti, creare raccolte, partecipare a sfide. Ma soprattutto è un sito non commerciale e quindi senza scopo di lucro, no-profit, per raccogliere i lavori trasformativi dei fan (fanfiction, podfan, fanvideo, fanart) con il patrocinio della OTW (Organizzazione per i Lavori Trasformativi) che ne difendono il valore legale e sociale.
Ha raggiunto dei numeri di utenza impressionanti, utilizzato nel 2016 da oltre 900.000 utenti registrati (al momento ne risultano 1.868.000 registrati), comprendendo 22.000 fandom trattati nelle opere dei fan. Tutto ciò ha reso AO3 una realtà impossibile da ignorare dalle istituzioni e dall’opinione pubblica.
Essendo un servizio completamente gratuito, e al momento senza alcun tipo di pubblicità, i suoi fondi derivano interamente da crowdfunding e donazioni alla OTW.
I contenuti sensibili
Per chi bazzica il mondo del fanwork lo sa piuttosto bene… molto contenuto sfiora l’erotismo, se non strasborda addirittura a tutto spiano nel mondo pornografico, finendo anche in campi molto controversi e complessi come il noncons/rape che sono ad esempio alcuni dei tag sotto cui è possibile raggruppare i topic trattatati sul sito.
L’ AO3 e l’organizzazione no-profit che sta alle sue spalle (OTW) si basano sul principio della “massima inclusività” e sono pronti a difenderlo strenuamente. Quando in dicembre Tumblr ha deciso di applicare il ban su tutto il materiale sensibile, l’AO3 ha preso le distanze dichiarando che mai decisioni di questo tipo si applicheranno al database.
Di fatto però l’OTW non è in grado di creare una piattaforma social media a sé stante e l’AO3 (al momento) non può ospitare direttamente immagini, video o audio, ma è possibile caricare i file in questione altrove per poi condividerli su AO3 in forma testuale o con i link.
Sono forti oppositori dei filtri automatici obbligatori e hanno attivamente incoraggiato i fan a contattare i propri rappresentanti eletti (specialmente nell’UE, dove tali proposte sono in corso di valutazione) sulle proposte di censura e ban che hanno un impatto negativo sulla circolazione e disponibilità delle opere creative dei fan. Tumblr con l’uso di algoritmi è stato un po’ l’esempio negativo di quello che può accadere.
Su Archive of Our Own l’accesso è tramite invito ottenibile con queste modalità e la responsabilità dei contenuti è data da un uso consapevole dei tag che avvertono del tipo di contenuto presente nei testi.
Dopo aver visto che le piattaforme private stanno allineandosi su posizioni che pongono restrizioni alla creatività dei fan, l’OTW ha reiterato il principio per l’AO3 secondo cui i fan hanno bisogno di un proprio archivio senza scopo di lucro e al di fuori di interessi economici privati. La prossima tappa evolutiva di questo archivio è tesa a espandersi e ad arrivare a creare una piattaforma in grado di ospitare più tipi di media, mentre, a detta dei rappresentanti dell’OTW, continueranno a lavorare dal punto di vista legale per rendere i fanwork, legali e disponibili.
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